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sabato 17 dicembre 2011

Diane Schuur & the Count Basie Orchestra (1987)

Repost from Splinder (2 aug. 2009)


Proseguendo nell'ascolto di vecchi dischi lasciati da tempo in disparte e ripescati per allietare le lunghe serate estive, ieri mi è capitato di riascoltare un vecchio CD, anche questo una vera chicca, degno di essere riportato all'attenzione degli appassionati.
Il disco è Diane Schuur & the Count Basie Orchestra (GRP 9550) realizzato nel 1987.


Deedles' Blues
Caught a Touch of Your Love
Travelin' Light
I Just Found Out About Love
Travelin' Blues
 Love You porgy
You Can Have It
Only You
Everyday
We'll Be Together Again
Until I Met You
Climbing Higher Mountains

Un disco completamente diverso da quello segnalato la volta scorsa, come diverse sono le sue protagoniste. In questo caso il vero protagonista è lo swing, la vivacità; una vera festa del jazz che questa eccellente cantante ci offre, sostenuta da quella straordinaria fabbrica del ritmo che è la Count Basie orchestra, qui diretta da Frank Foster, la quale a distanza di anni dalla scomparsa del suo leader continuava a offrire prestazioni straordinarie.
Tornando alla cantante, che all'epoca, dopo anni di gavetta in Alaska, dove venne scoperta da Dizzy Gillespie, cominciava a collezionare successi (questo CD vinse un Grammy Award), è da considerarsi una delle voci più interessanti e autorevoli comparse nel panorama jazzistico negli ultimi vent'anni. Coloro che, come me, hanno avuto occasione di ascoltarla in una delle sue numerose esibizioni, anche recenti, in Italia, hanno potuto constatare che, nonostante il suo handicap (è cieca dalla nascita) emana una straordinaria vitalità, una sincera gioia di cantare.
Dotata di un'agilità e di una potenza vocale fenomenali, si trova perfettamente a suo agio con questa grande orchestra, non facendo per nulla rimpiangere i grandi vocalists, di ambo i sessi, che nel tempo in essa si sono avvicendati, e in questa occasione snocciola una serie di brani uno più bello e coinvolgente dell'altro: dai vecchi successi di Basie, come Everyday (I have the blues), o Until I Met You (noto anche come Corner Pocket)  ascoltabile nel video qui sotto, all'eccellente We'll Be Together Again, ottimo brano scritto da Frankie Laine, famosa popstar da high parade degli anni '50, considerato il capostipite degli “urlatori” e molto amato dai giovani della mia generazione.


Un disco tutto da ascoltare e facilmente reperibile a prezzo contenuto, per chi fosse interessato, anche nei vari siti di vendita specializzati.

domenica 11 dicembre 2011

A Jam Session with Art Tatum and Friends (1947)

Repost from Splinder (12 jan. 2009)

Un altro breve video un pò datato, ma per "buongustai", una Jam-Session tratta da un vecchio filmetto I favolosi Dorsey di Alfred E. Green (1947) una biografia romanzata ed edulcorata dei due noti jazzisti della Swing Era.
Il brano si intitola Art's Blues

I solisti in ordine d'intervento sono:

-Charlie Barnet: sax tenore
-Ziggy Elman: tromba
-Jimmy Dorsey: clarino
-George Van Eps: chitarra
-Ray Bauduc: batteria
-Tommy Dorsey: trombone
-Art Tatum: piano
-Stuart Forest: basso




Buona visione

martedì 6 dicembre 2011

Peggy Lee: fascino e swing

Pubblicato giovedì 13 dicembre 2007

Nel 1958 quando ascoltai per la prima volta alla radio Fever avevo poco più di vent'anni e rimasi colpito, come molti altri della mia generazione, dalla straordinaria, per allora, modernità di quella musica e corsi a comperare il 45 giri che conservo tuttora.


Quella canzone col tempo divenne un successo planetario ed è stata una delle più famose della seconda metà del novecento, ripresa anche da altri artisti, ricordo ad esempio la versione un pò hard di Madonna del 1992.
Scritta nel 1956 da Eddie Cooley e John Davenport (pseudonimo di Otis Blackwell, noto songwriter che con alcuni suoi brani, ha contribuito al successo del rock and roll), inizialmente venne incisa da Little Willie John, cantante di R&B, ma solo con l'interpretazione di Peggy Lee questo brano entrerà nella storia del della musica "pop" e farà la fortuna della cantante, legandola però indissolubilmente alla canzone, che sarà costretta ad interpretare in ogni suo show.
Il video qui proposto (del 1984) ne è un esempio.




Il legame fra questa canzone e questo blog va ricercato nelle origini musicali della cantante.
Peggy Lee (1920-2002, per l'anagrafe Norma Delores Engstrom, di chiare origini svedesi) cominciò a cantare giovanissima. Nel 1941 fu notata da Benny Goodman, il quale la scritturò per sostituire Helen Forrest, che aveva appena lasciato l'orchestra.
La militanza con Goodman le dette una grande popolarità, grazie anche alla partecipazione con l'orchestra ad alcuni films, cosa allora abbastanza frequente.
Il video successivo è tratto da uno di quei films, Stage Door Canteen, filmetto musicale di nessun interesse. Il brano interpretato è Why Don't You Do Right all'epoca un grande successo. Notate come Goodman si coccola con gli occhi la cantante.


Gli appasionati di cartoons ricorderanno la conturbante versione di Jessica Rabbit in Chi ha incastrato Roger Rabbit?


Negli anni trascorsi con Goodman Peggy incise molte canzoni, tutte pubblicate in 78 giri e poi raccolte in vari albums come quello mostrato di seguito.


Durante la permanenza nell'orchestra, Peggy conobbe il chitarrista Dave Barbour che, di lì a poco, diventerà suo marito. Verso la fine del 1943 i due lasciarono l'orchestra e, per un certo periodo, lei si ritirò dalle scene per fare la moglie e la madre. L'assenza durerà alcuni anni poi, spinta dal marito, che nel frattempo aveva creato una propria orchestra, tornò a cantare con successo.
Il repertorio di quegli anni è stato raccolto in diversi albums come quello riprodotto qui di seguito.

Agli inizi degli anni '50 il diffondersi della TV indusse molti artisti a filmare, talvolta anche sceneggiandole, le loro canzoni, come si può vedere nei due video che seguono e che ci mostrano una Peggy Lee nel fulgore dei trent'anni in due interpretazioni piene di swing.
La prima, sceneggiata, è I Don't Know Enough About You con il solo Barbour alla chitarra.


La seguente è You Was Right, Baby con un quartetto comprendente sempre il marito alla chitarra.


La sua carriera continuò tranquilla, poi a 38 anni con Fever la svolta che la farà diventare una star della musica leggera internazionale, con un successo che durerà fino alla morte avvenuta 5 anni fà. Però, come ha scritto un suo biografo, «grazie a Fever, non morirà mai».

lunedì 5 dicembre 2011

Italian Swing Revival (1985)


Pubblicato venerdì 23 novembre 2007

La nascita dello Swing viene unanimemente fatta risalire ad una sera d'agosto del 1935 nella quale, alla fine di un concerto tenuto alla Palomar Ballroom di Los Angeles, a Benny Goodman e alla sua orchestra venne tributato un clamoroso successo da parte dei giovani presenti.


Un successo che tramite la radio, allora principale mezzo di diffusione della musica, divenne ben presto travolgente e si propagò in tutto il paese. Da quel momento, fino almeno al 1944, Benny Goodman, sia con l'orchestra, sia con le piccole formazioni: trio, quartetto e sestetto, rappresentò l'apice e la quintessenza dello swing.


I puristi storsero il naso e si rifiutarono di considerare questa musica allegra e spensierata come jazz, ma senza lo swing, che rappresentò la transizione, non ci sarebbe stato il jazz moderno.
I motivi di questo strepitoso successo vanno ricercati nella situazione socio-econimica del  paese che stava risalendo dal baratro in cui era precipitato con la crisi del 1929. La voglia di divertirsi e di ballare era molto diffusa in quanto tutti volevano dimenticare le difficoltà di quegli anni e questa nuova musica divenne la colonna sonora della ripresa economica, del "New Deal".
Nel 1985 in occasione del 50° anniversario della nascita ufficiale dello swing, un gruppo di musicisti romani, che da alcuni anni si dedicavano al revival di questa musica, incise un LP in cui proponevano una serie di loro composizioni "collettive" originali, sia per celebrare l'anniversario, sia per dimostrare la vitalità e l'attualità dello swing.
Il gruppo era il Sestetto Swing di Roma, che si ispirava all'analogo gruppo di Goodman e comprendeva alcuni dei più apprezzati strumentisti italiani quali Baldo Maestri (1923) al clarinetto, Franco Chiari (1927-1993) al vibrafono, Roberto Pregadio (1928) al piano, Carlo Pes (1927) alla chitarra, Alessio Urso (1948) al basso e Roberto Zappulla (1932) alla batteria. Un gruppo di straordinari professionisti, attivi non solo nel jazz, oggi purtroppo pressoché dimenticati.


L' LP, uscito nella serie Italian Jazz Club della Fonit Cetra, può essere ascoltato qui sotto.


lunedì 28 novembre 2011

Teddy Wilson: il re dello Swing-piano

Pubblicato venerdì 27 luglio 2007


Dopo poco più di un mese il blog torna operativo, proseguendo con la carrellata di video dei grandi maestri del Piano Jazz. Fra questi non poteva mancare quello che il noto critico statunitense Stanley Crouch ha definito: the most important pianist of the swing periodossia Teddy Wilson (all'anagrafe Theodore Shaw 1912 - 1986).
Wilson è stato, grazie alla sua militanza con Benny Goodman, il primo pianista di jazz che ho ammirato ed ascoltato più spesso nei primi anni della mia passione jazzistica.
Fu proprio grazie alla sua collaborazione con Goodman, iniziata ufficialmente nel 1936, che egli cominciò ad esprimere il suo messaggio artistico che, secondo il critico e storico del jazz Giorgio Lombardi, era «basato sulla semplicità e sulla chiarezza al servizio di una tecnica del tutto personale, codificata attraverso la naturale assimilazione di una gamma di svariate e multiformi influenze».
Influenze che andavano da un'impronta stride alla Fats Waller, ad un uso delle ottave con la mano destra che si rifaceva al trumpet-piano-style di Earl Hines il tutto con spunti virtuosistici alla Art Tatum.
Il suo grosso merito, sempre secondo Lombardi, è stato di «aver saputo elaborare, attraverso una mirabile sintesi di quelle tracce, [...] un suo preciso modulo stilistico, caratterizzato da un'elegante essenzialità».
Dal sodalizio con Goodman egli ottenne visibilità e fama che gli consentirono di registrare con altri grandi artisti anche con gruppi a suo nome. Meritano di essere ricordate le storiche incisioni con Billie Holiday e Lester Young.
Del periodo con Goodman ho trovato un breve video del 1937 tratto dal film Hollywood Hotel. Si tratta di un'esecuzione del quartetto con Gene Krupa alla batteria, Lionel Hampton al vibrafono. (La collaborazione con Goodman era limitata al trio ed al quartetto, mentre il pianista dell'orchestra era, di solito, Jess Stacy).


Il brano suonato: I've Got a Heartful of Love, è una rarità in quanto questa è una delle poche esecuzioni, se non la sola, del gruppo. Il video ha 70 anni (come me) e tecnicamente li dimostra tutti.
Lasciato Benny Goodman egli mise in piedi, per un paio d'anni una propria orchestra, successivamente si dedicò per molti anni all'attività solistica o a dirigere piccoli gruppi.
Nel 1965 lo troviamo a quel Piano Jazz Workshop, che già tanto materiale ha fornito a questo blog, prima in una performance individuale di straordinario virtuosismo poi in duo con il maestro Earl Hines, mattatore di quella serata.
Di seguito i due filmati entrambi molto godibili.



Negli anni più di una volta tornò a suonare con Goodman, in concerti rievocativi ed in tournée internazionali. Quel repertorio venne spesso eseguito da Wilson anche in altri contesti come possiamo vedere nell'ultimo filmato ripreso nel 1976 a Vienna con la Dutch Swing College Band, un affermato gruppo swing olandese ancora oggi in attività, in cui viene eseguito il classico del periodo goodmaniano Avalon.


Dai precedenti filmati sono trascorsi più di 10 anni ed è curioso vedere come nel 1965 a poco più di 50 anni Wilson ostentasse senza problema i capelli grigi mentre verso i 65 anni si presentava con i capelli tinti, un vezzo dovuto all'età.

Musica di 70 anni fà

Pubblicato lunedì 11 giugno 2007

Nei giorni scorsi mentre mi trovavo nella casa al mare alle prese con gli imbianchini, ho superato la soglia delle settanta primavere. Per sottolineare il raggiungimento di questo traguardo ho cercato qualcosa che vi si potesse collegare ed ho scelto un video risalente all'epoca dei miei natali.


Si tratta di un'esibizione dell'orchestra di Benny Goodman, dal film "Hollywood Hotel" girato proprio nell'estate del 1937, in piena Swing Craze.
In quegli anni la popolarità di Goodman (allora 28enne) era alle stelle, paragonabile, per l'epoca, a quella che oggi hanno Springsteen o Madonna negli Usa o Vasco Rossi in Italia.
Nel filmato è possibile vedere l'orchestra nella formazione tipica di quegli anni, oltre al leader si vedono Harry Goodman (fratello maggiore) al basso,  Jess Stacy al piano, l'indiavolato Gene Krupa alla batteria e Allan Reuss alla chitarra; le trombe sono: un giovanissimo (appena 21enne) Harry James che ha anche spazio per un "a solo", Ziggy Elman, Gordon Griffin e John Davis, i tromboni sono Vernon Brown e Red Ballard, i saxes Vido Musso, Hymie Schertzer, Arthur Rollini e George Koenig. Una formazione di tutto rispetto.
Il titolo assegnato al filmato è Sing, Sing, Sing, in realtà il riff è quello di Christopher Columbus, che costituirà la base per il futuro strepitoso successo del suddetto brano, grazie all'indimenticabile Gene Krupa.
Benny Goodman è stato uno dei miei idoli da ragazzo. Quando avevo 18-19 anni vidi il film "The Benny Goodman Story" e ricordo che rimasi entusiasta per quella musica. Quando poco dopo finalmente anche in casa mia entrò un giradischi, uno dei primi dischi che comprai fu un LP con i principali successi di Goodman, sia con l'orchestra, sia con il trio-quartetto (con Teddy Wilson, Lionel Hampton e Gene Krupa).
Con il passare degli anni le mie conoscenze jazzistiche si sono ampliate e sono passato ad ascoltare Armstrong, Basie, Ellington, poi Miles Davis, Charlie Parker, John Coltrane e tutti gli altri grandi, ma lo swing di quegli anni lo ascolto sempre volentieri e con un pò di nostalgia.