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mercoledì 14 dicembre 2011

Ricordo di Woody Shaw (1944-1989)


Woody Shaw è stato un brillante e talentuoso trombettista della generazione post-davisiana, morto all'età di 44 anni, nel pieno della maturazione artistica, per i postumi di un misterioso incidente nella metropolitana di Brooklyn. Era inspiegabilmente caduto sulle rotaie ed era stato investito da un treno, cosa che aveva costretto i medici ad amputargli un braccio.


Era nato nella Carolina del Nord la vigilia di Natale del 1944 in una famiglia di appassionati di jazz. Il suo nome completo era Woody Herman Shaw, in onore del grande bandleader. Poco dopo la sua nascita la famiglia si trasferì a Newark, cittadina alla periferia di New York, una specie di ghetto nero, dove Woody crebbe in uno stato di emarginazione, ma dove poté anche ascoltare tanto jazz.
All'età di 12 anni cominciò a studiare la tromba e ben presto il suo innegabile talento lo portò a suonare con diverse orchestre locali. Nel 1963, finalmente, venne notato da Eric Dolphy che lo volle nel suo gruppo, per prendere il posto che era stato di Booker Little e poi di Freddie Hubbard e prese parte alle sedute d'incisione di due famosi album: Iron Man (Celluloid 1963)


Music Matador (Affinity 1963)


 

Dopo l'improvvisa morte di Dolphy, avvenuta l'anno successivo, si trasferì a Parigi dove ebbe modo di suonare con diversi noti jazzisti che si erano stabiliti in loco.
Rientrato in patria collaborò con numerosi importanti musicisti fra i quali merita ricordare Horace Silver, con cui realizzò il bellissimo Cape Verdean Blues (Blue Note 1965)



e poi Chick Corea con cui registrò un altro famoso album: Inner Space  (Atlantic 1966),


ma solo nel 1968 entrò a far parte stabilmente di un gruppo, quello di McCoy Tyner con il quale registrò anche Expansions (Blue Note 1968).


Le precedenti esperienze e la frequentazione di Tyner lo avevano notevolmente maturato, portandolo sempre più a trovare una propria cifra stilistica.
Nel 1970 incise il primo album a suo nome per la Contemporary: Blackstone Legacy.


Il disco venne accolto favorevolmente dalla critica e la rivista Down Beat, lo premiò come «talento degno di maggior riconoscimento» fra i trombettisti, grazie ad un referendum fra i critici di tutto il mondo.
Due anni dopo uscì il secondo album a suo nome Song of Songs (Contemporary 1972) con il quale cominciava ad allontanarsi dagli schemi dell'hard-bop.


Nello stesso anno entrò a far parte dei Jazz Messengers di Art Blakey dove sostituì Freddie Hubbard. 
Con Blakey incise diversi album e la sua presenza dette nuova vitalità a quel gruppo che ormai cominciava e perdere smalto. Il critico Giuseppe Piacentino definisce il suo contributo al gruppo come «una vibrante presenza tale da fargli sfiorare la perfezione in ogni assolo».
Quando nel 1973 Woody lasciò il gruppo aveva quasi 29 anni e la sua fase formativa era ormai giunta a conclusione.
Nel 1975 un nuovo album a suo nome Moontrane per la Muse ottenne grandi consensi, e ancora oggi viene considerato uno dei più importanti della sua ampia discografia.


Le qualità stilistiche di Woody attirarono l'attenzione di Miles Davis, che in quegli anni si era ritirato dalle scene per motivi di salute e che dirà di lui: «oggi c'è un grande trombettista capace di suonare in modo differente da chiunque», e lo segnalerà alla casa discografica Columbia, che lo mise sotto contratto.
Anche Dizzy Gillespie espresse la propria ammirazione nei suoi confronti: «Woody Shaw è una delle voci del futuro, anzi del presente! Ha qualcosa di diverso, qualcosa di unico da offrire».
Il breve video che propongo è più o meno di quel periodo e da un'idea del modo di suonare di Woody. Girato durante una sua tournée in Italia nel 1979 è tratto dal sito www.woodyshaw.com dedicato al trombettista e nel quale è possibile trovare vari video e files musicali.

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Negli anni '80 è ormai pienamente affermato. Incide numerosi dischi a suo nome, almeno una decina, più altrettante collaborazioni con diversi artisti da Antony Braxton a Freddie Hubbard, da Mal Waldron a Kenny Garrett, ecc..
Il video seguente lo vede in concerto a Colonia nel 1986 con il sax di Johnny Griffin, in cui esegue Night in Tunisia (il video è tratto dalla vasta collezione dell'amico brasiliano Pedro Mendes).

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Infine concludo questa breve rassegna con un altro video del 1985 dalla Town Hall di New York, in cui suona con Jackie McLean al sax, McCoy Tyner al piano, Cecil McBee al basso e Jack DeJohnette alla batteria.


Fra pochi giorni Woody Shaw avrebbe compiuto 67 anni ed il rimpianto per la sua scomparsa è grande in quanto, avrebbe  potuto darci ancora tanti capolavori, migliorando e perfezionando la sua straordinaria tecnica e la sua geniale creatività. 

domenica 11 dicembre 2011

Tom Harrell: come coniugare musica e disabilità


Pubblicato il 1 agosto 2010

In queste settimane il trombettista statunitense Tom Harrell si trova in tournée in Italia per promuovere il suo ultimo CD

Roman Nights (High Note HCD 7207)

Personale:
Tom Harrell (trumpet, flugelhorn)
Wayne Escoffery (tenor saxophone)
Danny Grisett (piano, Fender Rhodes piano)
Ugonna Okegwo (bass)
Johnathan Blake (drums)

Tracklist
tutti i brani sono di Tom Harrell
1. Storm Approaching 
2. Let the Children 
3. Roman Nights 
4. Study In Sound
5. Agua 
6. Obsession 
7. Harvest Song
8. Bird In Flight
9. Year of the Ox

Si tratta di un disco molto interessante che conferma, ove ce ne fosse bisogno, le straordinarie qualità di esecutore e di compositore (tutti i brani sono sue nuove composizioni) di questo particolare artista. Il gruppo è lo stesso dei precedenti Prana Dance (High Note HCD 7192 – 2009) e Light On ( High Note HCD 7171 – 2007) e l'affiatamento che ne deriva è un ulteriore elemento positivo. In questo contesto emerge con forza anche l'innegabile talento del sassofonista Wayne Escoffery (classe 1975), notevole i suo intervento in Harvest Song. Eccellente anche il lavoro della sessione ritmica.
Questo straordinario artista, nonostante i suoi problemi non finisce di stupirci per il suo talento. Egli ha recentemente compiuto 64 anni, è nato il 16 giugno 1946, e da oltre 40 anni è affetto da una forma di schizofrenia, che gli ha reso difficile affrontare quotidianamente l'attività artistica, tuttavia nel momento in cui porta la tromba alle labbra si sprigiona in lui un'energia vitale che lo trasforma e lo rende irriconoscibile. Come egli stesso ha dichiarato in una recente intervista la musica è la sua ragione di vita, l'unica cosa in grado di risvegliare la sua mente stanca e malata e i suoi sensi intorpiditi.
La foto seguente, scattata dal musicista francese Phil Hilfker, si può dire emblematica nel rappresentare un momento infelice.


Harrell ha cominciato a suonare giovanissimo e nel corso degli anni nonostante la malattia è andato via via affermandosi come solista di grande valore. Dopo alcuni anni di gavetta nelle big bands di Stan Kenton e Woody Herman, ha iniziato a suonare con molti gruppi importanti da Horace Silver a Lee Konitz, ma il vero lancio avvenne nel 1983 con il quintetto di Phil Woods in cui rappresentò, per diversi anni, la valida spalla del leader. Lasciato Woods nel 1989 iniziò a girare il mondo con un proprio gruppo ottenendo sempre maggiori successi, che ancora oggi non sembrano diminuire, anzi..
Da sempre egli è particolarmente affezionato all'Europa ed all'Italia in particolare, dove ogni anno si esibisce con più di una tournée. La sua prima apparizione in Italia avvenne nel 1974 ad Umbria Jazz con il quintetto di Horace Silver, come possiamo vedere dal seguente video. Il giovane sassofonista che completa la front line è Bob Berg, all'epoca ventitreenne e prematuramente scomparso nel 2002.
L'assolo di Harrell al flicorno, dopo quello un pò frenetico di Berg, ci mostra già l'eccellente padronanza dello strumento e l'inventiva solistica che con gli anni andrà sempre più consolidandosi.



Il video successivo è posteriore di 14 anni, infatti venne realizzato durante il Jazz Jamboree di Varsavia nel 1988 con lo storico quintetto di Phil Woods. Le immagini ci mostrano in maniera impietosa l'aggravarsi della condizione del trombettista che immobile, con lo sguardo assente, aspetta il suo turno, per poi quasi miracolosamente scatenarsi in un mirabile assolo.


In questi lunghi anni di attività Harrell ha inciso moltissimi dischi sia a proprio nome, sia con gruppi diversi. Qui voglio ricordare una collaborazione particolare, quella in duo con il nostro Dado Moroni,1 collaborazione sfociata in un album che amo moltissimo Humanity (abeatrecords 2007)



dove i due si cimentano nella rilettura, di grande spessore emotivo, di una serie di famosi standards (tranne la title track composta per l'occasione da Moroni). Il video successivo ci propone un nuovo incontro fra i due, avvenuto lo scorso anno a Barga Jazz. Il brano proposto questa volta è Body and Soul, non presente nel disco.



A questo punto non mi resta che augurarvi buon ascolto.

1Questo particolare accostamento piano-tromba era già stato utilizzato da Harrell nel 1991 con il pianista Jacky Terrasson nel altrettanto eccellente album Moon and Sand (Jazz aux Ramparts 1995)