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domenica 14 giugno 2015

Maurizio Giammarco quartet (con D. Rea, F. Di Castri, R. Gatto): Precisione della Notte (Riviera, 1983)

Maurizio Giammarco - Precisione della notte

Rovistando fra le pile di vecchi LP mi è capitato fra le mani questo album acquistato più di 30 anni fa e che da tempo non avevo più riascoltato.
Si tratta del disco di esordio, a proprio nome, di Maurizio Giammarco, artista trentenne che sarebbe diventato negli anni, sia come sassofonista, sia come band leader, uno dei musicisti più apprezzati del panorama musicale italiano.


Altrettanto meritevoli di attenzione sono gli altri 3 membri del quartetto, che potremmo definire una vera Italian All Stars. Infatti al piano troviamo Danilo Rea, all'epoca 25enne, che cominciava ad affermarsi nell'ambiente grazie alla sua partecipazione al gruppo New Perigeo di Giovanni Tommasi, per diventare via via uno dei più richiesti pianisti italiani.


Il bassista è Furio Di Castri, 27 anni, già attivo da diversi anni con collaborazioni di peso con Michel Petrucciani (Estate), Enrico Rava (Opening Night), Enrico Pieranunzi (Isis) ed numerosi altri.



Infine alla batteria il più giovane di tutti Roberto Gatto, 24 anni, ma anche lui sulla scena da parecchio, e destinato a sempre maggiori riconoscimenti come uno dei migliori batteristi italiani, non solo nel mondo del jazz.


In questa foto dell'epoca, con tutti i capelli, è quasi irriconoscibile.


Questo quartetto costituirà anche il nucleo di base di uno dei gruppi jazzistici più apprezzati degli anni '80 i Lingomania.
Il disco contiene 7 composizioni di Giammarco dedicate ad alcuni momenti di vita quotidiana dell'artista: dalle vibrazioni causate dal  quotidiano Vivere a Roma, definita "Città tanto affascinante, quanto disarmante", alle sensazioni oniriche di Sogni, sogni, seguite da una vecchia composizione dedicata alla vita dei musicisti Animali Notturni, in questi due ultimi brani è presente come ospite Alfredo Minotti alle congas e percussioni. Nel video è possibile ascoltare "Vivere a Roma".




Il lato B si apre con il suggestivo Blu Tramonto, seguito da Moon Flirt e Night Pressure, altri tre brani che hanno come protagonista quella notte evocata dal titolo dell'album. L'album si conclude con Riviera: "una pura visione-evasione di tipo balneare" secondo l'autore, alla quale oltre al quartetto prendono parte Franco Piana al flicorno, Enzo Pietropaoli al basso elettrico e Marco Rinalduzzi alla chitarra.
Il disco, in quanto opera prima, pur essendo interessante per comprenderne l'evoluzione creativa, non può essere annoverato fra i migliori album dell'artista, ma merita comunque attenzione per capire gli sviluppi del jazz di quegli anni '80, da alcuni considerati anni di riflusso.
Per quel che mi risulta l'album non è mai stato pubblicato in CD.


Precisione della notte
Maurizio Giammarco quartet
(Riviera - RVR - 3 )
Recorded May 1982 
at Trafalgar rec. Studios Rome

Maurizio Giammarco: sax ten.
Danilo Rea: piano
Furio Di Castri: basso
Roberto Gatto:batteria
Alfredo Minotti: congas perc. (A2, A3)
Franco Piana: tromba (B4)
Enzo Pietropaoli: basso el. (B4)
Marco Rinalduzzi: chitarra (B4)



1. Vivere a Roma (7'20)
2. Sogni, sogni (8'08)
3. Animali notturni 6'45)




1. Blu Tramonto (6'45)
2. Moon Flirt (5'15)
3. Night Pressure (5'33)
4. Riviera (4'10)


martedì 6 dicembre 2011

Paolo Fresu al New Morning di Parigi (2002)


Pubblicato martedì 29 gennaio 2008
In un mio precedente post avevo già parlato del New Morning, il prestigioso jazz club parigino che avevo avuto modo di frequentare quando vivevo là. Recentemente ho trovato un bel filmato del quintetto di Paolo Fresu, artista molto noto ed apprezzato anche in Francia, che vi si esibì nel 2002 accompagnato da un gruppo di eccellenti musicisti: Antonello Salis al piano, Nguyên Lê alla chitarra, Furio Di Castri al basso e Roberto Gatto alla batteria, qui in I Got Plenty of Nothing da Porgy and Bess. 


Un grande artista, una star del jazz internazionale degno rappresentante del jazz italiano all'estero.

giovedì 1 dicembre 2011

Gino Paoli incontra il jazz: Milestones

Pubblicato domenica 2 settembre 2007


Gino Paoli è più o meno mio coetaneo e le sue canzoni, con quelle di Tenco, De André e Lauzi, hanno fatto parte della colonna sonora della mia gioventù. Poi, negli anni, sia per il mio crescente interesse per il jazz, sia per il suo repertorio per me sempre meno interessante, ho smesso quasi completamente di seguirlo.
Pertanto è stata una piacevole sorpresa il suo ultimo album Milestones - Un incontro in Jazz uscito verso la fine di maggio, ma che solo da qualche giorno ho avuto modo di ascoltare. 



Risentire Sassi, La gatta, (conservo ancora il 45 giri Ricordi che comprendeva queste due canzoni) Sapore di saleIl cielo in una stanzaChe cosa c'è ed altri suoi successi, in questa veste jazz con l'apporto di musicisti del calibro di Enrico Rava e Flavio Boltro alla tromba, Danilo Rea al piano, Rosario Bonaccorso al basso e Roberto Gatto alla batteria è stata una vera emozione.
Molto belle anche le esecuzioni di classici standards come Time after time con in evidenza la tromba di Rava oppure I fall in love too easily e soprattutto Stardust, dedicata a Hoaghy Carmichael, un riconoscente omaggio al grande compositore statunitense che, dopo aver ascoltato Senza fine, gli scrisse complimentandosi e dicendogli che quella canzone avrebbe voluto scriverla lui.
Una struggente esecuzione accompagnata solo dai pianoforti di Rea e di Renato Sellani, aggiunto in questo brano.
Un album molto bello tutto da sentire e risentire.
Per rispetto alle norme sui diritti d'autore, trattandosi di un album uscito da poco non metto nessun brano da ascoltare, però su YouTube ho trovato un breve filmato ripreso da un concerto della tournée che questa estate, grazie al successo del disco, ha girato per l'Italia. La qualità lascia un pò a desiderare però un'idea dell'atmosfera la dà comunque.



martedì 29 novembre 2011

Concerto dell'Enrico Rava quintet a Umbria Jazz 2001

Pubblicato domenica 17 agosto 2007

Ultimamente ho un pò trascurato il jazz italiano e per recuperare dedicherò questa pagina ad uno straordinario concerto che ha avuto luogo a Perugia nel luglio 2001, nell'ambito di Umbria Jazz: protagonista un quintetto stellare con Enrico Rava e Paolo Fresu alle trombe, Stefano Bollani al piano, Enzo Pietropaoli al basso e Roberto Gatto alla batteria, ovvero il "gotha" del jazz italiano.


Pur non essendo presente quella sera, ebbi l'occasione di ascoltare quel magico quintetto nel corso della tournée che precedette quel concerto e ne rimasi estasiato. Così disponendo di un video che ci mostra quasi 50' di quello storico concerto finalmente sono riuscito ad inserirlo.
A questo punto non ci resta che metterci comodi e goderci questo spettacolo di grande jazz.


lunedì 28 novembre 2011

Enrico Rava & Paolo Fresu


Pubblicato domenica 27 maggio 2007

Prendete un capolavoro come 'Round Midnight di Thelonious Monk, due strumentisti del calibro di Enrico Rava e Paolo Fresu, una ritmica stellare come quella composta da Stefano Bollani al piano, Enzo Pietropaoli al basso, Roberto Gatto alla batteria e il gioco è fatto.
Questo è il jazz, guys!!!!


giovedì 17 novembre 2011

Ancora Manusardi e folklore romeno

Dopo una lunga parentesi riprendo là dove ero rimasto, ossia Manusardi e il folklore romeno.Il pianista, in quest'ultimo decennio è tornato sull'argomento con due albums molto interessanti: Village Fair del 1997 e Doina del 2000.Nel primo, nel quale si avvale della collaborazione di Paolo Fresu, di Gian Luigi Trovesi, di Furio Di Castri, di Roberto Gatto e di Roberto Rossi al trombone, troviamo molti riferimenti alla Romania ed al suo folklore già a partire dai titoli, come Ciobanasca (il cioban è il mantello di pecora tipico dei pastori romeni), o  Banat Mood (il Banat è una regione storica della Romania) o ancora Balada (Ballata in romeno), così come negli spunti musicali che sono all'origine di Country Ballad, Gipsy Mood e The Fair, ecc.. Un, disco decisamente interessante, uno dei migliori del pianista, tutto da ascoltare, grazie anche all'apporto straordinario do Fresu e Trovesi.Nel 2000 con Doina l'esperimento viene ripetuto con un diverso organico comprendente ben 4 fiati, dei quali solo Roberto Rossi era presente anche nel precedente album. Gli altri sono F. Bosso alla tromba, G. Visibelli e G. Bombardieri ai saxes, L.Terzano al basso e M. Beggio alla batteria. Anche nei 10 brani contenuti nell'album gli spunti tratti da motivi popolari romeni sono numerosi. Si tratta anche in questo caso di un disco notevole che consiglio vivamente a chi ancora non lo conoscesse e «che non dimenticherete facilmente» come dice Marcello Piras nelle note di copertina.L'ascolto di questo album mi ha fatto ritornare in mente un vecchio LP della mia collezione, registrato a Bucarest, con musicisti romeni, ma pubblicato in Italia, ossia Piano Jazz del 1969 (DIRE Fo 335), in cui troviamo come brano d'apertura quel Doina che da il titolo al CD di cui sopra e che merita un discorso a parte da farsi nei prossimi giorni.

Un album di Giovanni Tommaso di venti anni fa

Repost from Spliner (26 jun. 2006)


Riordinando i miei vecchi LP che ormai ascolto molto di rado mi è capitato fra le mani un disco che non ascoltavo più da molti anni: Via G. T. di Giovanni Tommaso, un Red Record acquistato nel lontano 1986.
Inciso da un quintetto d'eccezione con Paolo Fresu alla tromba, il compianto Massimo Urbani all'alto, Danilo Rea al piano, G. Tommaso al basso e Roberto Gatto alla batteria, questo disco rappresentò l'esordio del grande bassista, a proprio nome, dopo aver per quasi 30 anni militato in gruppi famosi dal Quartetto di Lucca al Perigeo, al trio con Franco D'Andrea e Bruni Biriaco, che per anni fu una delle ritmiche più richieste in Italia per accompagnare grandi solisti americani come Dexter Gordon, Art Farmer, George Coleman e molti altri.
Con questa fatica, dopo la parestesi fusion con il Perigeo, Tommaso tornava al jazz ortodosso avvalendosi finalmente di un gruppo a proprio nome, formato da validissimi giovani talenti.
Il disco venne accolto con grande successo non solo in Italia; negli USA ottenne recensioni lusinghiere ed il gruppo venne chiamato ad esibirsi al Blue Note di New York.
Riascoltandolo oggi si rimane affascinati dalle straordinarie doti del leader, che all'età di 45 anni aveva raggiunto una eccellente maturità artistica ed anche una notevole capacità creativa con una serie di composizioni di alto livello che consentono agli altri quattro membri del gruppo di esprimersi al meglio.
Sicuramente una pietra miliare nella storia del jazz italiano. L'album è stato ripubblicato anche in CD e, per chi non ce lo ha ancora, non dovrebbe essere difficile procurarselo.