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venerdì 30 dicembre 2011

"Noi Credevamo" (E Crediamo Ancora) - Gaetano Liguori Idea Trio 40 anni dopo.

Repost from Splider (7 aug. 2011)


Del maestro Liguori in questo blog ho parlato spesso, sia come musicista (qui), sia come produttore discografico dell'etichetta Bull Record (qui).
Oggi voglio presentare la sua ultima fatica uscita alcuni mesi orsono con il CD "Noi Credevamo (E Crediamo Ancora)" (Bull Record BULL060, 2011) con Roberto Del Piano al basso elettrico e Filippo Monico alla batteria
gaetano liguori noi credevamo

Ed il miglior modo per presentarlo è dare la parola al maestro stesso che in un breve filmato riassume le motivazioni artistiche e ideali che lo hanno indotto a riunire 40 anni dopo lo storico gruppo 

gaetano liguori idea trio

che nei primi anni '70 fu uno dei simboli della musica di protesta giovanile, che in quegli anni furoreggiava nelle piazze e nelle università, spesso occupate.


Nel prossimo video è possibile ascoltare l'interpretazione jazzistica di Bella Ciao

Non appartenendo a quella generazione, nel 1972 ero sposato con figli e lavoravo già da oltre 10 anni, l'album non ha suscitato in me turbamenti nostalgici, pur apprezzando il valore musicale degli interpreti e la qualità innovativa (allora) e storica (oggi) dei diversi brani, ma penso che per chi ha vissuto, nel bene e nel male, quella stagione possa ritrovarvi ricordi, sensazioni ed emozioni vissuti all'epoca.
Per concludere un album che non può mancare nella discoteca di chi ama il jazz italiano e la sua storia.

Gaetano Liguori sul Web

http://www.gaetanoliguori.it/

http://www.facebook.com/profile.php?id=100000789487489

Gaetano Liguori Idea quintet Live in Milano 22 marzo 1979

Repost from Splinder (29 jan. 2011)


Oggi voglio segnalare a chi fosse sfuggita, una vera rarità per chi ama il jazz italiano di qualità.
Sul blog Inconstant Sol nei giorni scorsi è stata messa in condivisione la registrazione di uno dei quattro concerti del gruppo guidato da Gaetano Liguori alla Palazzina Liberty di Milano nel marzo del 1979. Si tratta di un concerto diverso da quello pubblicato (parzialmente) a suo tempo dalla Philology (W 145.2 - 1999) anche se il programma è in parte uguale.

Dario Fo poster gaetano liquori idea quintet
In quell'occasione all'Idea Trio di Liguori comprendente Roberto Del Piano al basso e Filippo Monico alla batteria si unirono i fiati Massimo Urbani (1957-1993) al sax e Danilo Terenzi (1956-1995)  al trombone, due grandi strumentisti entrambi scomparsi, purtroppo, prematuramente.
Questa registrazione, mai pubblicata, contribuisce a ricordare una interessante pagina di un periodo storico del jazz italiano contemporaneo discograficamente trascurato.

P.S.
Riporto di seguito il ricordo di uno dei protagonisti di quell'evento, l'amico Roberto Del Piano, da lui lasciato nei Commenti, ma che per completezza ho voluto inserire qui.:

Questo è il terzo dei quattro concerti che quel quintetto tenne alla Palazzina Liberty di Milano, all'epoca gestita da Dario Fo. Era la prima volta che il jazz compariva in quel luogo, ma lo stesso Fo disegnò - non senza gusto - l'immagine del manifesto.
La sala non fu mai piena, ma nel complesso delle quattro serate il pubblico fu, anche per l'epoca, abbastanza numeroso.
Erano i primi concerti di quel quintetto, nato su sollecitazione del padre di Massimo a Gaetano - credo proprio di non sbagliarmi nel ricordo - il quale rassicurò il pianista sulle condizioni del figlio.
Massimo aveva passato un brutto periodo a causa della dipendenza dall'eroina (inutile nascondersi dietro al dito...) ma stava, con grande  forza di volontà, cercando di uscirne e aveva bisogno di rimettersi a suonare; per lui sarebbe stato anche meglio allontanarsi dal "giro" romano e fu così che si trasferì a casa mia assieme all'amico fraterno Danilo Terenzi.
Un po' di prove nel "loft" di Filippo Monico e il gruppo prese vita.
Come scrisse Arrigo Polillo, eravamo cresciuti abbastanza da lasciarci alle spalle un certo "free" di maniera, non rinnegando quella splendida stagione creativa, senza con ciò diventare uno dei tanti gruppi neo-bop tutti un po' uguaali gli uni agli altri.
Polillo, come sempre, aveva ragione e queste sue parole - che riporto a memoria - le considero uno dei più bei complimenti mai ricevuti.
Non tutto quello che facevamo era oro colato, ovviamente: anche in queste registrazioni i primi due brani zoppicano un po' (molto meglio le versioni apparse su Philology), mentre altri - penso al "Corale per Albert Ayler" e la lunga suite - qui in versione integrale - mi fanno ancora venire i brividi.
Il quintetto purtroppo ebbe vita breve, in questa versione: dopo i concerti milanesi iniziò una breve tournée sopratutto nel triveneto. A Bolzano avremmo dovuto essere registrati in video per la RAI; Massimo purtroppo, sfuggito a quella che era una blanda sorveglianza non dichiarata, scomparve per alcune ore: quando tornò, era a malapena in grado di stare sul palco; suonò malissimo, sotto l'effetto della droga e dovemmo chiedere alla troupe della RAI di cancellare tutto.
Fu l'ultimo concerto con quella formazione; il quintetto continuò con Sergio Fanni e Pasquale Liguori al posto di Massimo e Filippo, poi ce ne fu una terza versione - di cui non resta alcuna registrazione - con Sandro Satta e Ivano Nardi.
Risentire oggi queste note riapparse come per miracolo dal passato provoca comunque in me un'emozione quasi insostenibile; non nascondo che - al primo ascolto - ho pianto come un bambino.
Direi che ogni altro commento, da parte mia, sarebbe superfluo.

Roberto Del Piano



martedì 20 dicembre 2011

Gaetano Liguori Ensemble: TETAKKON (1986)

Repost from Splinder (4 feb. 2010)


Gaetano Liguori è uno dei musicisti più versatili, innovativi ed anticonvenzionali del panorama jazzistico italiano, e si distingue anche per l'impegno politico-sociale. Figlio d'arte (il padre era il batterista Pasquale «Lino», presente anche nel disco qui proposto) si è diplomato in pianoforte e musica elettronica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, dove alcuni anni dopo è stato chiamato come docente. Sin da giovanissimo si è dedicato al jazz, diventando nel tempo uno dei protagonisti del rinnovamento artistico, della ricerca musicale e dell'impegno politico nella musica.

All'inizio degli anni '80 affrontò anche l'onere di fondare una propria casa discografica, la Bull Record, per poter esprimere le proprie idee innovative senza i vincoli del mercato e per consentire ai giovani talenti di emergere e realizzare i loro progetti musicali. Tutte quelle interessanti realizzazioni oggi, purtroppo sono introvabili, in quanto mai ripubblicate in CD, pertanto pescando fra i miei vecchi LP, ho deciso di riportarle alla luce gradualmente, con il placet del maestro, che ha condiviso questa mia idea.
Pertanto non potevo che iniziare con uno dei suoi album più intriganti e originali che l'artista dedica ai musicisti che con le loro opere hanno ispirato i suo percorso artistico: Cecil Taylor, Ornette Coleman, Giorgio Gaslini, Karlheinz Stockhausen, Arnold Schonberg, Bela Bartok, Igor Stravinskij ed ovviamente al padre.


Il nome Tetakkon è l'anagramma del titolo di un opera di Stockhausen: Kontakte, composizione fra le più note della musica elettronica. La musica è una lunga Suite in due parti con il pianoforte di Liguori che, su una base di nastro preregistrato, percorre un itinerario di citazioni jazzistiche e classiche da Cecil Taylor a Stravinsky, accompagnato da un violino, un violoncello, un contrabbasso e dalla batteria del padre.


credits
TETAKKON
Suite per Nastro Elettronico e Musicisti
(Bull Record LP 0010)
Milano 1986

Gaetano Liguori (p)
Roberto Manes (vl)
Davide Zaccaria (vlc)
Enzo Lo Greco (cbs)
Pasquale Liguori (drm)



Parte Prima


Parte Seconda


A questo punto non mi resta che augurarvi buon ascolto!

Gaetano Liguori sul WEB