mercoledì 24 giugno 2015

70 anni fa con i "V-Disc" il Jazz rientrava in Italia

Una pagina di storia

Sono trascorsi 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e nei ricordi di quelli che, come me, quell'epoca l'hanno vissuta, più o meno giovani, ci sono ancora le grandi novità che arrivavano insieme alle truppe americane; il chewing gum, la Coca Cola, i piselli in polvere, il minestrone in scatola Campbell's, le Lucky Stike, le Camel, le Chestefield e la musica dei V-Disc.


Questi ultimi erano dischi a 78 giri particolari, realizzati appositamente per le truppe al fronte e stampati nell'insolito formato da 30 cm, più grande dei dischi normali, per contenere più musica, inoltre erano infrangibili, per poter essere impacchettati e spediti intorno al mondo. La V stava per Victory. 
Prodotti su iniziativa del governo degli Stati Uniti per allietare i momenti di riposo dei militari nel turbine della guerra, contenevano un repertorio fra i più vari che andava da Bing Crosby a Toscanini, dalle canzoni popolari alla musica folk, ma la parte del leone la faceva il jazz, e in particolare, lo Swing, che all'epoca era popolarissimo fra i giovani statunitensi. 




Alcuni motivi come questo In the Mood di Glenn Miller o il Boogie Woogie di Tommy Dorsey rappresenteranno una specie di colonna sonora di quello straordinario periodo.







La maggior parte di quelle incisioni erano brani originali realizzati apposta per quell'esigenza, spesso introdotti da un breve saluto dell'artista ai militari, come in questo Pee Wee Speaks con Pee Wee Russell e La Muggsy Spanier V-Disc All Stars





oppure registrazioni di trasmissioni radiofoniche, sempre dedicate. Se si considera poi che a causa del recording ban - lo sciopero dei musicisti contro le case discografiche per problemi di royalties - dal 1942 al 1944 non venne registrato nessun brano nuovo, questi dischi hanno avuto anche un valore documentario.
In Italia, con il divieto di importazione dei dischi di jazz dal 1938, in pratica il jazz era bandito, e quel poco che circolava grazie ai musicisti italiani era mascherato con titoli assurdi tipo Tristezza di San Luigi (per S. Louis Blues) o Animo Sereno (per Mood Indigo) o ancora Anime Gemelle (per I Wish I Where Twins) e così via, ma vi erano anche orchestre italiane, come quella di Pippo Barzizza, che suonavano pezzi italiani con arrangiamenti stile Big Bands. Un esempio è questo brano del 1942, dello stesso Barzizza, in cui è possibile anche apprezzare la qualità dei solisti da Sergio Quercioli al clarinetto, a Gaetano Gimelli alla tromba e Francesco Bausi alla batteria.


Questo lungo digiuno ebbe fine con l'arrivo della 5a Armata americana che, con i suoi militari, oltre alla fine della guerra e la liberazione dal fascismo, portò nuova allegria.
Adriano Mazzoletti, di un paio d'anni più vecchio di me, ricorda:
Le feste da ballo erano all'ordine del giorno ed i militari della quinta armata giungevano con sotto braccio i pacchi appena giunti dagli Stati Uniti con dentro decine di V-Disc nuovi fiammanti e, alla fine della serata, molto spesso quei dischi infrangibili rimanevano lì, sul tavolo, accanto al grammofono a manovella e non mi vergogno di dire che con gli amici si faceva man bassa.
Fu così che molti scoprirono Pee Wee Russell, Jack Teagarden, Bobby Hachett, oltre ai grandi Duke Ellington, Louis Armstrong, Lionel Hampton, Benny Goodman, Glenn Miller ecc.
Poi verso il 1948 il Dipartimento della guerra, proprietario dei diritti sui V-Disc, decise di distruggere tutte le matrici e i pezzi rimasti in circolazione divennero rarità da collezione.
All'inizio degli anni '80 una casa discografica italiana decise di ripubblicare su Lp il meglio di quei dischi in una serie di 10 volumi con il titolo "Gli anni d'oro della musica americana", e la rivista "Musica Jazz", che proprio allora aveva iniziato ad allegare al giornale un Lp, offrì ai propri lettori un disco appositamente realizzato, con una selezione della suddetta raccolta. Dopo oltre 30 anni anche questo disco è divenuto una rarità e pertanto lo riproponiamo per dare la possibilità ai più giovani che non conoscono quella musica di farsi un'idea ed ai più vecchi di rinfrescarsi la memoria.



Gli anni d'oro della musica americana
(compilation)

Musica Jazz 12/1981
(su licenza Fonit Cetra)



A1. The Tattooed Bride (part one)
Duke Ellington and his orchestra

A2. Caldonia
Woody Herman and his orchestra

A3. Gee Baby Ain't Good to You
Count Basie and his orchestra
(vocal Jimmy Rushing)

A4. Souther Scandal
Stan Kenton and his orchestra

A5. Let's Fall in Love
Benny Goodman Quintet

A6. I'm Confessin' That I Love You
Louis Armstrong and his V-Disc All Stars




B1. Tin Roof Blues
Muggsy Spanier and his V-Disc Dixieland

B2. Where or When
Art Tatum

B3. The Man I Love
Coleman Hawkins

B4. Frim Fram Sauce
King Cole Trio 

B5. There'll Be A Jubilee
Mildred Bailey

B6. Washboard Blues
Yank Lawson and his Dixieland Blues

Buon ascolto!

domenica 14 giugno 2015

Maurizio Giammarco quartet (con D. Rea, F. Di Castri, R. Gatto): Precisione della Notte (Riviera, 1983)

Maurizio Giammarco - Precisione della notte

Rovistando fra le pile di vecchi LP mi è capitato fra le mani questo album acquistato più di 30 anni fa e che da tempo non avevo più riascoltato.
Si tratta del disco di esordio, a proprio nome, di Maurizio Giammarco, artista trentenne che sarebbe diventato negli anni, sia come sassofonista, sia come band leader, uno dei musicisti più apprezzati del panorama musicale italiano.


Altrettanto meritevoli di attenzione sono gli altri 3 membri del quartetto, che potremmo definire una vera Italian All Stars. Infatti al piano troviamo Danilo Rea, all'epoca 25enne, che cominciava ad affermarsi nell'ambiente grazie alla sua partecipazione al gruppo New Perigeo di Giovanni Tommasi, per diventare via via uno dei più richiesti pianisti italiani.


Il bassista è Furio Di Castri, 27 anni, già attivo da diversi anni con collaborazioni di peso con Michel Petrucciani (Estate), Enrico Rava (Opening Night), Enrico Pieranunzi (Isis) ed numerosi altri.



Infine alla batteria il più giovane di tutti Roberto Gatto, 24 anni, ma anche lui sulla scena da parecchio, e destinato a sempre maggiori riconoscimenti come uno dei migliori batteristi italiani, non solo nel mondo del jazz.


In questa foto dell'epoca, con tutti i capelli, è quasi irriconoscibile.


Questo quartetto costituirà anche il nucleo di base di uno dei gruppi jazzistici più apprezzati degli anni '80 i Lingomania.
Il disco contiene 7 composizioni di Giammarco dedicate ad alcuni momenti di vita quotidiana dell'artista: dalle vibrazioni causate dal  quotidiano Vivere a Roma, definita "Città tanto affascinante, quanto disarmante", alle sensazioni oniriche di Sogni, sogni, seguite da una vecchia composizione dedicata alla vita dei musicisti Animali Notturni, in questi due ultimi brani è presente come ospite Alfredo Minotti alle congas e percussioni. Nel video è possibile ascoltare "Vivere a Roma".




Il lato B si apre con il suggestivo Blu Tramonto, seguito da Moon Flirt e Night Pressure, altri tre brani che hanno come protagonista quella notte evocata dal titolo dell'album. L'album si conclude con Riviera: "una pura visione-evasione di tipo balneare" secondo l'autore, alla quale oltre al quartetto prendono parte Franco Piana al flicorno, Enzo Pietropaoli al basso elettrico e Marco Rinalduzzi alla chitarra.
Il disco, in quanto opera prima, pur essendo interessante per comprenderne l'evoluzione creativa, non può essere annoverato fra i migliori album dell'artista, ma merita comunque attenzione per capire gli sviluppi del jazz di quegli anni '80, da alcuni considerati anni di riflusso.
Per quel che mi risulta l'album non è mai stato pubblicato in CD.


Precisione della notte
Maurizio Giammarco quartet
(Riviera - RVR - 3 )
Recorded May 1982 
at Trafalgar rec. Studios Rome

Maurizio Giammarco: sax ten.
Danilo Rea: piano
Furio Di Castri: basso
Roberto Gatto:batteria
Alfredo Minotti: congas perc. (A2, A3)
Franco Piana: tromba (B4)
Enzo Pietropaoli: basso el. (B4)
Marco Rinalduzzi: chitarra (B4)



1. Vivere a Roma (7'20)
2. Sogni, sogni (8'08)
3. Animali notturni 6'45)




1. Blu Tramonto (6'45)
2. Moon Flirt (5'15)
3. Night Pressure (5'33)
4. Riviera (4'10)


venerdì 5 giugno 2015

Frank Sinatra e Billie Holiday: il centenario


Questo blog si accinge a concludere il suo 9° anno di vita, prima su Splinder e poi dal dicembre 2011 su questa piattaforma, riscuotendo un discreto apprezzamento con quasi 100 mila contatti negli ultimi tre anni e mezzo. Risultato apprezzabile se si pensa che per gravi problemi di salute in famiglia, da circa un anno l'attività è stata pressoché sospesa.
Per celebrare il mio prossimo 78° compleanno e l'ingresso nel 10° anno del blog proviamo a riavviare l'attività, con la speranza di poter continuare ed arrivare a raggiungere il traguardo dei 10 anni.


Ripartiamo tornando indietro di un secolo.

Il 1915, anno particolarmente infausto per le vicende belliche che insanguinarono l'Europa, fu al contrario un anno straordinariamente felice per il mondo della canzone statunitense. Quell'anno infatti nacquero due dei più grandi cantanti del XX secolo: Billie Holiday e Frank Sinatra. 
I due erano buoni amici e non nascondevano la reciproca ammirazione.


Sinatra esternava spesso la sua stima nei confronti di Lady Day, una volta dichiarò:
Billie Holiday, che ascoltai la prima volta verso la fine degli anni '30 nei clubs della 52nd Street, era e rimane la mia principale fonte d'influenza musicale.
Ed ancora, dopo la sua morte, ebbe a dire:
Lady Day rimane, indiscutibilmente, quella che ha lasciato il maggior influsso sulla musica popolare americana negli ultimi 20 anni. Con poche eccezioni, i principali cantanti della sua generazione sono stati influenzati dal suo genio.


Anche Billie ammirava Sinatra, ma i due non cantarono mai insieme. Tuttavia lei volle incidere I'm a Fool to Want You , celebre brano composto da Sinatra e dedicato ad Ava Gardner.


Di Lady Day l'anniversario si è già celebrato il 7 aprile scorso ed ha prodotto, oltre alle solite riedizioni dei principali album della cantante, una serie di "omaggi" da diversi cantanti, non sempre felici, se non velleitari.
Degno di attenzione invece è, a mio avviso, il doppio CD Hunger and Love - Billie Holiday 1915 2015 della casa discografica leccese Dodici Lune.


In esso 24 jazz vocalists italiane affrontano e interpretano con la propria personalità il repertorio di Billie, capeggiate da Tiziana Ghiglioni, che si cimenta con l'inedito Eclipse, un brano scritto da Charles Mingus per Billie Holiday, ma che non è mai stato registrato. Una serie di piacevoli esecuzioni, tutte più o meno gradevoli, fra le quali spicca uno struggente Lover Man eseguito da Paola Arnesano, accompagnata alla fisarmonica da Vince Abbracciante. Un album molto interessante, utile anche per conoscere il vasto panorama delle numerose bravissime jazz vocalists italiane.

Per Frank Sinatra, invece, l'anniversario cade il 12 dicembre prossimo.


Tuttavia il mercato discografico si è già scatenato con una serie di pubblicazioni rievocative.
Fra queste ha attirato la mia attenzione Ultimate Sinatra (Capitol 2015) una raccolta di 4 CD che spazia con 100 titoli su tutta la carriera del cantante dal 1939 al 1994, unendo, contrariamente alle raccolte già esistenti, materiali delle diverse case discografiche che nel tempo hanno avuto sotto contratto Sinatra.


I quattro CD costituiscono una specie di super-compilation che raccoglie tutti i maggiori successi di 55 anni di carriera. 101 titoli (compreso un inedito) scelti fra i più famosi, realizzati con celebri orchestre come Harry James, Tommy Dorsey, Billy May, Nelson Riddle, Quicy Jones ecc..
Come giustamente dice il titolo una raccolta "Definitiva" in grado di soddisfare sia i vecchi appassionati, che possono avere a disposizione il meglio, senza dover andare a pescare fra i vecchi LP o CD i brani preferiti, il tutto con una trentina di euro, sia quei giovani più curiosi, che non conoscono questo genio della musica e possono documentarsi facilmente.