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mercoledì 18 aprile 2012

Glauco Masetti: eminente maestro del jazz moderno italiano

foto di Renzo Storti (1960)

Glauco Masetti (1922-2001) è stato uno dei protagonisti della rinascita post-bellica del jazz italiano e punto di riferimento per molti musicisti delle generazioni successive. Per quelli della mia generazione, che si sono avvicinati al jazz nella seconda metà degli anni '50 era, con Gil Cuppini, Gianni Basso, Oscar Valdambrini, Franco Cerri, uno fra i più ammirati. Nella foto seguente è l'unico con gli occhiali. Alle sue spalle da sx a dx si riconoscono Cerri, Valdambrini e Basso.


Nato a Milano il 19 aprile di novanta anni fa, iniziò a studiare musica fin da giovanissimo, dedicandosi allo studio prima del violino poi del clarinetto e del sassofono contralto, diventandone uno dei più apprezzati maestri e alternando il suo impegno fra jazz e musica leggera. Nei primi anni del dopoguerra cominciò a suonare con i principali protagonisti del jazz di quel periodo, mettendo in evidenza una straordinaria capacità tecnica ed una grande sensibilità artistica, passando dallo swing col clarinetto al bop con il sax, sempre con grande maestria. Nel brano seguente è possibile apprezzare le sue doti di clarinettista nell'esecuzione di un brano di Benny Goodman Seven Come Eleven con Giulio Libano nella veste di Lionel Hampton.


Fra il 1955 e il 1962 lo troviamo impegnato in una serie innumerevole di attività: concerti, festivals, incisioni discografiche in formazioni sempre diverse. Per un breve periodo capeggia anche un gruppo a suo nome con Romano Mussolini al piano, Franco Cerri al basso e Gil Cuppini alla batteria. Gruppo che è possibile ascoltare nel classico standard There Will Never Be Another You


Nella foto seguente lo vediamo invece con il Modern Jazz Quintet di Pupo De Luca con Eraldo Volonté al sax tenore a Fausto Papetti a sax baritono.

da sx a dx: Ernesto Villa, Glauco Masetti, Pupo de Luca, Eraldo Volonté, Fausto Papetti

Nel 1959 suona con Chet Baker a Torino assieme a Lars Gullin, Romano Mussolini, e Franco Cerri. Di seguito un video di quella serata: All the Things You Are, con un suo pregevole assolo subito dopo Chet



I due, sempre con Cerri, si esibiscono anche a Milano con Renato Sellani, Gianni Basso e da quella serata verrà tratto l'album Chet Baker in Milan che ho già presentato in un precedente post (qui).  



Dal 1962 l'attività jazzistica si dirada limitandosi a prevalenti collaborazioni con le Big Band di Gil Cuppini e di Giorgio Gaslini. Nel 1964 compare nel film La Vita Agra di Carlo Lizzani assieme a Gil Cuppini ed Enrico Intra


Nel 1970 viene scritturato come primo sassofono contralto e  clarino nell'Orchestra ritmica della Rai di Milano, dove rimarrà per oltre vent'anni fino allo scioglimento della stessa, continuando solo saltuariamente con un proprio sestetto l'impegno jazzistico. Nella foto è il terzo da dx fra Gianluigi Trovesi e Gianni Basso.


Nel video l'orchestra della Rai è diretta da Gerry Mulligan e nella sequenza degli assoli Masetti è il primo sassofono ad intervenire.


Il video seguente lo vede esibirsi al clarino con Lino Patruno in un concerto a San Marino nel 1996 quando ormai aveva quasi 75 anni.


Negli ultimi anni di vita aveva quasi interrotto l'attività a causa di problemi alla vista. Il 27 maggio 2001 è morto improvvisamente a Milano.
Concludiamo questo ricordo con l'ascolto di una struggente versione del classico standard Laura del 1977 con la Big Band di Gil Cuppini dall'LP "A New Day" (Red Record 154)

domenica 11 dicembre 2011

Giorgio Azzolini: storico bassista del jazz italiano moderno.

Pubblicato l'8 giugno 2010


Giorgio Azzolini resta uno dei pochi grandi vecchi del jazz ancora in vita, ha compiuto da poco 82 anni, ed è anche l'unico fra questi che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. Qui sotto lo vediamo in una foto di molti anni fa, in compagnia del batterista Gil Cuppini, per anni suo partner in una delle più prestigiose e richieste rhythm sessions italiane.


Nell'estate di oltre vent'anni fa, grazie a un comune amico, il pianista bergamasco Claudio Angeleri, trascorremmo, in quel di Marina di Carrara, una gradevolissima serata. Azzolini è un signore elegante, distinto, dall'eloquio piacevole, parlammo a lungo del jazz italiano, egli ci rese partecipi di suoi ricordi e non mancò di esprimere giudizi più o meno positivi sui jazzisti più noti all'epoca. Ricordo in particolare la sua grande ammirazione per Franco D'Andrea, che considerava al momento il migliore in assoluto.
Negli anni successivi ebbi l'opportunità di rincontrarlo a Milano, in occasione di concerti, ma sempre e solo per un fuggevole saluto. Poi i miei spostamenti professionali mi hanno portato lontano e non ho più avuto modo di vederlo.

Talentuoso strumentista, raffinato compositore, apprezzato docente, nella sua lunga e straordinaria carriera - sino a qualche anno fa ha continuato ad esibirsi sia pur saltuariamente - è stato uno dei principali artefici, assieme a Basso, Cuppini, Valdambrini, Umiliani ecc., del rinnovamento del jazz italiano negli anni '60 e '70. È stato membro fisso del quintetto Basso Valdambrini, gruppo che per primo ottenne un grande riconoscimento internazionale per il jazz nostrano, e che nel 2009 è stato immortalato sulla copertina di un bellissimo calendario sul jazz italiano moderno, in cui Azzolini compare sullo sfondo.


Negli anni si è esibito in Italia e all'estero a fianco di moltissime grandi stars internazionali da Billie Holiday a Chet Baker, da Teddy Wilson a Gato Barbieri, ecc.. In questa foto lo vediamo a destra di Billie Holiday alla Taverna Messicana nel 1958 con il suddetto quintetto.


I dischi in cui è presente sono centinaia, ma la discografia a suo nome è limitata a più o meno una decina di album. L'ultimo, A Walk Trough My Life (CDpM Lion 140-2), con Angeleri, risale al 2002.

Artist: Giorgio Azzolini Octet
Title Of Album: A Walk Through my Life
Year Of Release: 2002
Label: CDpM Lion

Tracklist:
1) Mdina 7'21"
2) Blues for Ferdy 5'17"
3) Giorgia Mood 7'13"
4) Summit soul (J.L. Ponty) 5'03"
5) The Scicluna street 9'38"
6) Strolling (H. Silver) 4'13"
7) Sliema 5'29"


Giorgio Azzolini, contrabbasso, arrangiamenti, composizione
Claudio Angeleri, pianoforte
Gabriele Comeglio, sax alto e baritono
Marco Gotti, sax tenore
Sergio Orlandi, tromba e flicorno
Mauro Parodi, trombone
Marco Ricci, contrabbasso
Stefano Bagnoli, batteria


Recentemente mi è ricapitato fra le mani un suo vecchio album del 1976 The Scicluna Street, (Carosello CLE 21020) della serie “Jazz from Italy”, storica collana dedicata ai migliori jazzisti italiani degli anni '70, mai ripubblicata in CD.


Artist: Giorgio Azzolini
Title Of Album: The Scicluna Street
Year Of Release: 1976
Label: Carosello

Tracklist:
Side A
A1) The Scicluna Street - 5'15"
A2) Colori (S. Palumbo) - 5'50"
A3) Bankok - 5'46"

Side B
B1) Spanish Portrait - 8'33"
B2) Blues Deflection - 10'15"


Giorgio Azzolini (bass),
Giancarlo Barigozzi (ten sax, soprano sax),
Sergio Fanni (flgh),
Tullio De Piscopo (drums, perc),
Sante Palumbo (p., el. p),
Franco D'Andrea (p on #A1, B1),
Giancarlo Pillot (drums on #A2)


Nel riascoltarlo, dopo tanto tempo, l'ho trovato sempre molto godibile ed utile per rendersi conto anche delle qualità di compositore di Azzolini (4 brani su 5 sono sue composizioni). Le interessanti note di copertina di Arrigo Polillo illustrano accuratamente tutti gli aspetti dell'album, che a mio parere resta uno dei più interessanti di quel periodo, grazie anche al nutrito gruppo di musicisti che presero parte a quelle incisioni.



N. B.
I link riportati in questo post non sono stati realizzati da me. Mi sono limitato a segnalare link già presenti in rete, lasciando ad ognuno la scelta di scaricare o meno.

sabato 10 dicembre 2011

Un nuovo disco dedicato a Gil Cuppini

Repost from Splinder (17 oct. 2008)

Circa un anno e mezzo fà dedicai una pagina di questo blog a Gil Cuppini, alla sua vita e alla sua musica, nella quale fra  l'altro lamentavo le difficoltà trovate nel reperire i suoi dischi, ormai pressoché tutti fuori catalogo.
Recentemente quella lacuna è stata parzialmente colmata da una lodevole iniziativa della Riviera Jazz
 Records che nella serie Jazz in Italy, curata da un esperto come Adriano Mazzoletti, ha pubblicato Gil Cuppini Groups, un album che contiene tutte le incisioni del batterista a proprio nome dal 1947 al 1954, sapientemente illustrate nelle note di copertina dallo stesso Mazzoletti.



Nelle 23 tracce contenute nel disco si possono ascoltare anche alcuni dei più autorevoli jazzisti italiani dell'epoca: Glauco Masetti, Eraldo Volonté, Nino Impallomeni, Giorgio Gaslini, Pino Calvi e molti altri, ed anche Toots Thielemans, in una bella versione di Perdido in cui suona la chitarra e non l'armonica come erroneamente riportato nelle note discografiche.
Di particolare interesse le prime incisioni realizzate in Italia  di brani di ispirazione Be-bop, e che riprendono famose composizioni di Gillespie come Night in Tunisia, Salt Peanuts, Manteca, ecc., con Impallomeni che rifà Dizzy.
Un disco da non perdere, soprattutto da coloro che amano il jazz italiano.

Nella stessa serie è uscito anche un album dedicato all' Orchestra di Ritmi Moderni diretta da Francesco Ferrari (1946 - 1953), la prima grande orchestra della Radio Italiana incentrata prevalentemente sul jazz, con un repertorio che si ispirava alle grandi big bands americane da Count Basie a Harry James.


Anche questo un disco da non perdere per chi ama questo genere di musica e soffre un pò di nostalgia.
Basta fare come ho fatto io, andare sul sito della Riviera Jazz Records e ordinarli, vi arriveranno in tre, quattro giorni e potrete godere di momenti indimenticabili.

giovedì 17 novembre 2011

Ricordo di Gil Cuppini


Pubblicato domenica 18 marzo 2007

Nei giorni scorsi un visitatore del blog mi segnalava la totale assenza di notizie biografiche su Gil Cuppini nel Web ed avendo letto la mia pagina del 25 giugno 2006 in cui parlavo del musicista mi chiedeva notizie. Avendo constato tale carenza ho cercato di ovviarvi nei limiti delle mie conoscenze ed avvalendomi essenzialmente del fascicolo monografico pubblicato sul numero di aprile 1997 della rivista "Musica Jazz". (La foto qui sotto è di Riccardo Schwamenthal / ctsimages.com / phocus agency.)

Musicista di grande spessore e di forte personalità, Gilberto (Gil) Cuppini è stato uno dei più importanti jazzisti italiani del dopoguerra, contribuendo in maniera significativa all'affermazione del jazz italiano a livello internazionale e partecipando a numerosi festivals in Europa e negli USA.
Nato a Milano nel 1924 in una famiglia di musicisti, il padre era un noto direttore d'ochestra di musica leggera, subito dopo la fine della guerra lasciò gli studi di medicina per dedicarsi alla musica esordendo nel 1945 come batterista in alcune orchestre allora in voga.
Nel 1947 incise i primi dischi a suo nome con il Sestetto Jazz Gil Cuppini, stilisticamente ancora rivolto allo swing, mente continuava a militare in compagini orchestrali famose: Pippo Barzizza, Armando Trovajoli ecc..
Nel 1948 si convertì alla lezione stilistica del Be Bop alla quale resterà sempre fedele, rinunciando a scelte più moderne anche a scapito della popolarità.
Nel 1949 partecipò al 1° Festival del Jazz di Parigi, esibendosi sia con Armando Trovajoli, sia con Gorni Kramer. Festival storico che vide per la prima volta in Europa personaggi del calibro di Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis, Max Roach, Kenny Clarke, Tadd Dameron ecc.. (l'aristocrazia del Be Bop).
Negli anni seguenti continuò ad esibirsi con numerosi musicisti italiani ed europei, realizzando anche ottime collaborazioni discografiche, come quella del 1959 con l'eccelente baritonista svedese Lars Gullin.
Nel 1960 il suo quintetto con Sergio Fanni alla tromba, Eraldo Volonté al sax, Ettore Righello al piano e Giorgio Buratti al basso vinse la prima "Coppa del Jazz" , organizzata dalla RAI.
Nel 1964 mise insieme la prima grande orchestra a suo nome, la Concert Jazz Band, che comprendeva i più importanti nomi del panorama musicale italiano ed aveva come modello il "First Herd" di Woody Herman.Con questa compagine sia pure con formazioni diverse, ebbe per tutti gli anni '60 una serie di riconoscimenti ed incise diversi dischi.
Negli anni '70 assieme a Franco D'Andrea e Giorgio Azzolini costituì una sezione ritmica stabile ch si esibiva al "Capolinea" di Milano accompagnando  i numerosi musicisti di passaggio per il capoluogo lombardo.
Nel 1985 ricevette il premio "Una vita per il jazz".
Negli ultimi si suonò spesso con le Jazz Stars of Italy, messe insieme da Lino Patruno, con Romano Mussolini, Carlo Loffredo, Henghel Gualdi e altri noti senatori del jazz. Questa formazione può essere ascoltata nell'album Hello Satch! prodotto da Ca' Bianca.
Continuò ad esibirsi con varie formazioni fino ad un mese prima della morte avvenuta il 19 giugno 1996 per complicazioni post operatorie di un intervento chirurgico all'ernia.
È sepolto nel cimitero di San Lazzaro nel comune di Sarzana (SP)
(La foto mi è stata cortesemente concessa da un amico provetto fotografo che cura un bellissimo Blog fotografico sul Golfo dei Poeti, prontoprovablog.splinder.com e che merita una visita anche se non parla di jazz).
Oggi purtroppo non è facile reperire i suoi dischi quasi tutti fuori catalogo. Oltre a quello con Lino Patruno segnalato sopra, è possibile trovare nei siti specializzati quel What's New del quintetto già segnalato nella pagina del 25 giugno 2006. Per il resto solo una paziente ricerca nei negozi specializzati o fra l'usato può portare a qualche successo, ma ne vale la pena!!

presentazione

Innanzi tutto perché GEROVI-JAZZ, perché andando verso i 70 il jazz è la cosa che mi fa sentire giovane, una specie di "Gerovital", il famoso rivitalizzante tanto in voga negli anni '80.Il mio primo incontro con il Jazz avvenne più di 50 anni fà. Era l'estate del 1955 e a 10 anni dalla fine della guerra la Versilia pullulava di locali dove si ballava, ci si divertiva e si ascoltava musica di ogni genere: al Caprice di Viareggio suonava Van Wood, alla Bussola di Focette furoreggiava Carosone, solo per citare i più famosi. Come molti diciottenni d'allora ero un grande ammiratore di  Carosone (e sinceramente ancora oggi ascolto sempre con piacere gli straordinari successi d'allora), ma una sera capitai per caso, con alcuni amici più grandi, in un locale di Marina di Carrara, un "Night Club" come si diceva allora, di cui non ricordo il nome (qualcosa che aveva a che fare con la luna), dove suonava un quintetto di musicisti a me sconosciuti e rimasi folgorato dalla loro musica, così diversa da quella che ero abituato ad ascoltare. Alla batteria suonava un certo Gil Cuppini, che non avevo mai sentito nominare e ricordo che rimasi affascinato dal suo modo di suonare, ma anche gli altri musicisti non erano da meno. All'epoca i nomi non mi dicevano nulla e li dimenticai, tranne quello del batterista. Anni dopo ripensando a quella sera mi resi conto che probabilmente avevo ascoltato quanto di meglio il jazz italiano dell'epoca poteva offrire: Oscar Valdambrini alla tromba, Gianni Basso al sax tenore, Renato Sellani al piano e Giorgio Azzolini al basso, stando alla formazione tipica del "Gil Cuppini quintet" di quegli anni. Quell'incontro servì per iniziare quello che sarebbe stato il mio lento e progressivo avvicinamento al jazz, musica che fino ad allora avevo ignorato o ascoltato distrattamente. Un avvicinamento solo da fruitore purtroppo, non avendo nessun talento musicale. (Sono stonato come una campana!!!!)Poiché fra gli scopi di questo blog c'è anche quello di consigliare l'ascolto di un disco più o meno legato a quanto scritto, non disponendo nella mia pur vasta discoteca un album del quintetto di Gil Cuppini di quel periodo, ho scelto un disco di qualche anno dopo. Si tratta di What's New (Meazzi MPL-04012-1961). Qui Gil suona con un quintetto analogo come formazione però con musicisti diversi da quelli del 1955, ma le atmosfere sono le stesse. Riascoltando brani come  What's New, Solar, Confirmation, I Love You ecc., e chiudendo gli occhi mi sembra di tornare magicamente a quella spendida serata dell'agosto del 1955.L'album è stato ripubblicato in CD nel 1996 dall'etichetta Right Tempo Classics RTCL811