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giovedì 11 ottobre 2012

Ricordo di Art Blakey (11 ott. 1919 - 16 ott. 1990)


Art Blakey nacque l'11 di ottobre del 1919 ed è deceduto il 16 ottobre 1990, solo cinque giorni dopo il suo 71° compleanno. Viene considerato uno dei maestri della batteria moderna.
Nel video seguente è possibile apprezzare la grande vivacità percussiva


Egli è stato anche uno dei protagonisti, con i suoi Jazz Messengers della importante stagione dell' Hard Bop, che rappresentò il risveglio del jazz "nero" ed inoltre fu uno straordinario scopritore di talenti. Nei suoi gruppi hanno militato negli anni moltissimi personaggi divenuti in seguito della star, da Cliford Brown a Wynton Marsalis, da Woody Shaw a Lee Morgan, da Horace Silver a Mal Waldron, da Wayne Shorter a Bobby Watson, solo per ricordarne alcuni.
Ripropongo qui un vecchio post nel quale è possibile ripercorrere, a grandi linee, l'evoluzione del suo gruppo più famoso che per decenni ha raccolto successi in tutte le parti del mondo.

http://gerovijazz-jazzfan37.blogspot.it/2011/12/il-messsaggio-dei-jazz-messengers.html


mercoledì 28 marzo 2012

L'incontro fra Fats Navarro & Tadd Dameron: una pagina di storia del jazz da rievocare.


Fats Navarro (1923-1950) e Tadd Dameron (1917-1965) sono stati due sfortunati protagonisti della stagione del Be-bop che, per circostanze avverse, non hanno raggiunto la fama e la fortuna di altri colleghi che, per il loro talento, avrebbero meritato.


Pur avendo entrambi lasciato, singolarmente, numerose testimonianze discografiche, la breve stagione in cui hanno collaborato, nel biennio 1947-48, merita di essere ricordata come una delle più ricche di successi, segnalando le principali registrazioni, a nome dell'uno o dell'altro, che certificano la straordinaria versatilità e la perfetta integrazione fra il brillante improvvisatore e lo straordinario arrangiatore e compositore oltre che eccellente pianista.
Il primo esempio di questo felice connubio lo troviamo nel brano: Fat Girl, composto da Fats ed arrangiato da Dameron, pubblicato dalla Savoy in 78 rpm. agli inizi del 1947. Il titolo si riferisce al nomiglolo con cui il trombettista veniva chiamato nell'ambiente, a causa della sua obesità, dovuta all'abuso di alcool e di droga, e della sua omosessualità.


Il brano, proposto sotto, proviene dalla prima seduta di registrazione del 29 gennaio, con un quintetto denominato Fats Navarro and his Thin Men, comprendente anche Leo Parker al sax baritono, Gen Ramey al basso e Denzil Best all batteria. In quell'occasione vennero registrati altri tre brani pubblicati in dischi diversi: Ice Freezes Red, Goin' to Minton's ed Eb Pob (allo specchio Be Bop), tutti di grande qualità. In tutti i brani è avvertibile la mano di Dameron negli arrangiamenti.


All'epoca di questo suo esordio ufficiale come leader, Navarro non aveva ancora compiuto 24 anni e proveniva dall'orchestra di Billy Eckstine, un vera fucina di boppers, in cui aveva preso il posto di Dizzy Gillespie, ed il cui influsso si sente in questo primo brano.
Un secondo incontro avviene alcuni mesi dopo, il 26 settembre, questa volta con Dameron al suo esordio come leader con un sestetto, per la Blue Note, comprendente anche Ernie Henry al sax alto, Charlie Rouse al tenore, Nelson Boyd al basso e Shadow Wilson alla batteria. Il pianista fino ad allora si era distinto come arrangiatore e compositore (diversi brani del repertorio di Gillespie e di Parker come Hot House o Good Bait, ecc. erano sue composizioni), ed in questa occasione ebbe l'opportunità di evidenziare le sue doti di leader. Anche allora vennero registrati quattro brani, più alcune alternate takes, tutte sue composizioni e il risultato fu strepitoso, brani come Our Delight e The Squirrel, The Chase e Dameronia pubblicati su due dischi a 78 rpm. sono universalmente riconosciuti come dei capolavori, “magnifiche razionalizzazioni dell'idioma be-bop in un'ottica compositiva” secondo il critico Richard Cook.


Di seguito ne propongo uno, ma tutti meritano di essere ascoltati, sono facilmente reperibili in rete, e sono stati ripetutamente pubblicati in LP e in CD.



Circa un mese dopo, il 28 ottobre, anche la Savoy dà un'opportunità a Dameron, che riunisce un quintetto, con Navarro e Henry ai fiati, e con Curly Russell al basso e Kenny Clarke alla batteria ed il cantante Kay Penton presente in due dei quattro brani. Anche in questa occasione almeno i due brani strumentali: A Bop Carroll e Tadd Walks, sono di eccellente qualità come è possibile constatare ascoltando il primo dei due, basato sul giro armonico dello standard Mean to Me.


Il successivo 5 dicembre è, di nuovo, Navarro a capeggiare un quintetto per la Savoy, comprendente anche Charlie Rouse a sax tenore, Nelson Boyd al basso e Art Blakey alla batteria. Ancora una volta il risultato è straordinario, i quattro brani registrati Nostalgia, Barry's Bop, Be Bop Romp e Fats Blows vanno annoverati fra i migliori esempi del genere. Di seguito propongo Nostalgia, uno dei momenti più probanti della della sensibilità di Navarro e considerato uno dei capolavori del bop.


L'anno seguente, grazie anche al successo dei dischi sopra descritti, Tadd Dameron ottenne una lunga scrittura al Royal Roost, locale sulla 52nd Street all'epoca molto in voga, alla testa di un gruppo stabile comprendente, oltre a Navarro, Rudy Williams al sax alto, Allen Eager al tenore, Curly Russell al basso e Kenny Clarke alla batteria, ai quali saltuariamente si univano altri musicisti.

Prove al Royal Roost: da sx Eager, Dameron, Williams e Navarro

I concerti venivano spesso trasmessi dalla stazione radio newyorkese WMCA, presentati dal famoso disc jokey Symphony Sid.  

Questo contribui a rendere più popolare il gruppo e indusse la casa discografica Blue Note a richiamare in sala d'incisione, il 13 settembre, Tadd Dameron e il suo gruppo per registrare alcuni brani del loro repertorio. La formazione era quella solita, tranne un secondo sax tenore: Wardell Gray al posto di Williams, l'aggiunta del percussionista Chino Pozo (fratello del più noto Chano) in due brani e del cantante Kenny Hagood in uno. Anche in quest'occasione vennero incisi quattro brani ed alcune alternate tracks, tutti di notevole qualità. Segnaliamo in particolare Lady Bird, una vecchia composizione di Dameron. Gli altri brani erano Jahbero, Symphonette e I Think I'll Go Away.


La splendida stagione del Royal Roost è stata immortalata in diverse registrazioni Live, comparse prima in alcuni dischi di fortuna, poi in due ottimi CD della Jazzland, oggi purtroppo difficilmente reperibili.




In essi sono raccolte alcune delle migliori serate anche con la presenza di ospiti illustri come Milt Jackson, in cui vengono riproposti i principali brani del repertorio in versioni spesso diverse da quelle dei dischi.



Fra i diversi brani ho scelto di proporre una interessante versione del classico parkeriano Anthropology


La collaborazione fra i due si concluse nel gennaio 1949, giusto due anni dal loro primo disco, con la partecipazione di Navarro ad una seduta di registrazione per la Capitol, con un'orchestra guidata da Dameron e comprendente noti musicisti come Kay Winding al trombone, Sahib Shihab al sax alto, Dexter Gordon al tenore, Cecil Payne al baritono, ecc.. Vennero registrati solo due brani Sid's Delight e Casbah, due eccellenti esecuzioni in perfetto stile be-bop, ma la seconda si distingue per la sua particolarità grazie anche alla voce di Rae Pearl.


Dopo questa felice stagione i due si ritrovarono come comprimari alla corte di Miles Davis in un concerto al Birdland di New York il 30 giugno 1950, in una serata alla quale presero parte anche Charlie Parker e altri famosi boppers. Il giorno dopo Navarro venne ricoverato in ospedale ed il 7 luglio morì consumato dall'abuso di alcool e droga. 
Anche per Dameron i fasti di quella stagione non si ripeterono. Negli anni successivi egli gradualmente, anche a causa dell'abuso di droga, perse l'estro creativo e la sua vena compositiva andò spegnendosi. Morì nel 1965 a soli 48 anni.

martedì 27 dicembre 2011

I miei standards preferiti: I Remember Clifford (1957)

Questo brano è sicuramente il più famoso canto funebre del jazz. Venne scritto dal sassofonista Benny Golson, profondamente colpito per la prematura scomparsa nel 1956 a soli 25 anni, del quasi coetaneo collega Clifford Brown, astro emergente della tromba. Di seguito un raro video di Clifford Brown ripreso un anno prima dell'incidente.




Benny Golson all'epoca suonava con l'orchestra di Dizzy Gillespie e racconta che quando appresero la notizia dell'incidente automobilistico in cui persero la vita oltre a Brown anche il pianista Richie Powell, fratello di Bud, e la moglie, stavano suonando all'Apollo Theatre di New York.

benny golson



La notizia sconvolse tutti i musicisti, molti dei quali piangevano mentre suonavano. Da quell'emozione scaturì l'ispirazione a Golson per questo splendido brano che venne eseguito per la prima volta nel 1957 proprio dall'orchestra di Gillespie. Nel video seguente Dizzy Gillespie l'esegue al Festival di Newport nel luglio dello stesso anno.





L'anno seguente Golson venne chiamato da Art Blakey a far parte dei Jazz Messengers, ed il brano entrò stabilmente nel repertorio del gruppo. Di quel periodo è il video seguente con Lee Morgan alla tromba e lo stesso Golson al sax. Il pianista è Bobby Timmons.





Nel 1961 a Parigi Don Byas e Bud Powell, accompagnati da Pierre Michelot al basso e Kenny Clarke alla batteria, ne registrarono una struggente versione. L'esecuzione di questo brano per Powell aveva un significato speciale in quanto in quell'incidente perirono anche suo fratello e la cognata.



Il brano, negli ultimi 50 anni, è diventato una delle composizioni più eseguite e più amate al mondo e grazie ai versi scritti da Jon Hendricks è stata eseguita anche da molti cantanti. Fra le varie versioni vocali in circolazione, a mio parere, quella di Helen Merrill, che con Brown aveva realizzato uno splendido disco, è una delle più sentite. La tromba è quella di Roy Hargrove.





Nel 1986, nel 30° anniversario, Keith Jarrett riprende il brano e con il suo trio e ne da una lettura che ne evidenzia la straordinaria liricità e bellezza







Ancora oggi il brano è spesso eseguito dai musicisti contemporanei come dimostrano i due successivi video. Nel primo troviamo Fabrizio Bosso in un concerto con Italian Big Band di Marco Renzi al teatro Petruzzelli di Bari lo scorso anno.






Infine il giovane trombettista cubano Gendrickson Mena con il sestetto di Gianni Cazzola ripresi a Busto Arsizio lo scorso maggio.



mercoledì 14 dicembre 2011

Il "Messsaggio" dei Jazz Messengers

Repost from Splinder (22 feb. 2008)


Quest'anno ricorrono i 50 anni della prima storica tournée europea di Art Blakey con i Jazz Messengers, così ho pensato di rievocare, a grandi linee, la storia di questo gruppo che all'epoca divenne un mito per gli appassionati.
I Jazz Messengers sono stati la formazione più longeva della storia del jazz, anche se negli oltre 35 anni di vita al suo interno si sono avvicendati, intorno al leader Art Blakey (1919-1990), decine e decine di giovani musicisti, molti dei quali sono poi divenuti a loro volta leaders di propri gruppi. Una vera fucina di talenti che ha lanciato molti artisti, successivamente diventati protagonisti.
Alcuni nomi: Clifford Brown, Donald Byrd, Kenny Dorham, Lee Morgan, Freddie Hubbard, Woody Shaw, Wynton Marsalis, Terence Blanchard fra le trombe, Lou Donaldson, Benny Golson, Hank Mobley, Jack McLean, Wayne Shorter, Bobby Watson, Bradford Marsalis, fra i saxes, Horace Silver, Bobby Timmons, Cedar Waldron, Keith Jarrett, Cick Corea, McCoy Tyner fra i pianisti, solo per citare i più noti.
L’idea di mettere insieme un gruppo per trasmettere un “messaggio” musicale forte nacque dall’incontro fra un musicista ormai affermato come Art Blakey e un talento emergente, il giovane pianista di origini caraibiche: Horace Silver (1928). La casa discografica Blue Note aveva appena messo sotto contratto Silver e per le prime incisioni decise di affiancargli un batterista ormai affermato come Blakey, reduce da alcune significative esperienze con Thelonious Monk e Miles Davis.
I due entrarono subito in sintonia, così nacque l’idea di realizzare qualcosa d’innovativo. Dopo circa 10 anni il BeBop aveva perso la spinta propulsiva iniziale e con il Cool Jazz la musica bianca (Lennie Tristano, Lee Konitz, Stan Kenton, Gerry Mulligan, Stan Getz) stava tornando a prendere il sopravvento. Il progetto musicale tendeva a rivitalizzare il “messaggio” del BeBop semplificandolo e cercando di evidenziarne la “negritudine”, richiamandosi sia allo spiritualismo del gospel, sia al carattere profano dei blues. Questi riferimenti più coinvolgenti facevano sì che quel messaggio, che l’osticità del BeBop aveva reso troppo elitario, fosse più comprensibile e popolare.
Nel febbraio del 1954 i due ottennero una scrittura al mitico Birdland, sulla 52nd Street, e si presentarono con un gruppo che, oltre a Curley Russell al basso, il quale aveva già preso parte ad una delle sedute di registrazione del precedente disco, comprendeva due giovani talenti come Clifford Brown alla tromba e Lou Donaldson al sax tenore. Questo gruppo, pur non presentandosi come tale, in realtà fu il prototipo di quelli che saranno i Jazz Messengers. Quell’esperienza venne immortalata in due LP Blue Note: A Night In Birdland, ancora oggi considerati una delle massime espressioni della creatività artistica del gruppo che ha dato origine ad una straordinaria stagione musicale.
Da quella esperienza di lì a poco si dirameranno tre filoni che costituiranno la spina dorsale della nuova corrente definita HardBop: i Jazz Messengers di Art Blakey, il quintetto di Clifford Brown e Max Roach e il quintetto di Horace Silver. Infatti dopo la scrittura al Birdland Clifford Brown lasciò il gruppo per andare con Max Roach. 
Silver invece restò ancora per un breve periodo con Blakey e venne costituito un nuovo gruppo con Kenny Dorham alla tromba, Hank Mobley al sax e Doug Watkins al basso. Il gruppo registrò un nuovo album a nome di Silver in cui compariva il termine Jazz Messengers.


Il disco ripetè e confermò il successo della formula, che si concretizzò con una tournée che si protrasse per diversi mesi. È possibile avere una testimonianza di quel periodo ascoltando altri due storici albums Blue Note: The Jazz Messengers at the Cafe Bohemia.
Di lì a poco la collaborazione fra Blakey e Silver si interruppe, I musicisti rimasero con Silver, mentre Blakey uscì mantenendo la titolarità del marchio Jazz Messengers e costituì un nuovo gruppo con Billy Hartman alla tromba e Jack McLean al sax. La nuova formazione però non era all’altezza della precedente, la mancanza di Silver si faceva sentire e di lì a poco il gruppo di sciolse. Per tornare ad avere un gruppo all’altezza del precedente dovrà passare un altro anno.
Finalmente nel 1958 Blakey riunì una nuova formazione comprendente il bassista Jimie Merritt, il giovane trombettista Lee Morgan, appena ventenne, ma già da alcuni anni sulla scena jazzistica e reduce da una collaborazione con John Coltrane per l’album Blue Trane, e soprattutto il pianista ventitreenne Bobby Timmons, valido compositore (suo il Moanin’ che dà il nome al primo album del nuovo gruppo) ed il tenorsassofonista Benny Golson, talentuoso compositore e arrangiatore che darà una nuova impronta al gruppo riportandolo al successo.
Di quel periodo è il primo video scelto, che ci propone una delle prime versioni del famoso brano I Remember Clifford, straordinario e commovente epitaffio per il grande trombettista Clifford Brown, scritto proprio da Benny Golson, brano che diventerà uno degli standards più eseguiti dai jazzisti di tutto il mondo.


Verso la fine del 1958 il gruppo effetuò la sua prima tournée in Europa (Francia, Olanda, Belgio, Svizzera e Germania) ottenendo ovunque grande successo, particolarmente a Parigi dove si esibì in una serie di concerti, tutti esauriti, sia all'Olympia sia al Club St. Germain.
Quell'anno in Francia era uscito un film che diventerà un cult per gli appassionati di jazz: Ascenseur pour l'Echafaud (Ascensore per il patibolo) del regista Louis Malle con la colonna sonora di Miles Davis, che aveva ottenuto un grande successo ed aveva dato l'avvio ad una stagione di film di genere noir con la colonna sonora realizzata da jazzisti americani di passaggio a Parigi.

Blakey e i suoi musicisti vennero anche scritturati per la colonna sonora del film Des Femmes Desparraissent (infelicemente tradotto I Vampiri del Sesso), un fumettone degno di essere ricordato solo per la bella colonna sonora composta da Art Blakey e Benny Golson.






Nel complesso la tournée fù un trionfo e l'eco di questo successo giunse anche in Italia grazie ai dischi, alcuni dei quali riportavano parte dei concerti più importanti.






















All'epoca io avevo una ventina d'anni, e ricordo ancora di aver ascoltato alla radio brani come Blues March o Moanin' rimanendone favorevolmente impressionato. Moanin' divenne anche la sigla di una allora popolare trasmissione radiofonica sul jazz di cui ora non ricordo il nome (Musica in bianco e nero, forse!)

Poco dopo il rientro negli USA Benny Golson lasciò i Jazz Messengers per unirsi ad Art Farmer e formare un nuovo complesso, quel Jazztet che presto diventerà un altro storico gruppo di quegli anni.
Questa uscita, per fortuna, non ebbe un gosso impatto in quanto il posto di Golson venne preso dal un giovane talento: Wayne Shorter (1933), che assunse subito la direzione musicale del gruppo, senza far rimpiangere il predecessore. La formazione nei quattro anni in cui fu presente Shorter ebbe gradualmente diversi cambiamenti al piano dopo Timmons siederanno prima Walter Davis jr. poi Cedar Walton, Morgan verrà sostituito da un altro giovanissimo Freddie Hubbard (1938) al basso arriverà Reggie Workman ed infine al gruppo verrà aggiunto un trombone quello di Curtis Fuller. Questa, a mio giudizio, è stata la più felice formazione mai messa inseme da Blakey.

Quella stagione può essere apprezzata dai due prossimi video: uno realizzato nel 1959 all'Olympia di Parigi, in cui il gruppo esegue il famoso Blues March, la qualità del video è scarsa ma consente di percepire l'entsiasmo del pubblico parigino, alla tromba c'è ancora Lee Morgan e al piano Davis jr..






Il video sucessivo è del 1963, realizzato dalla RAI, e documenta la prima venuta in Italia dei Jazz Messengers per partecipare al Festival del Jazz di San Remo. La formazione e quella del sestetto sopra descritto e il brano è Moanin'.






Verso la metà del 1964 Wayne Shorter venne chiamato da Miles Davis per entrare a far parte di quel famoso quintetto cui ho dedicato un post in precedenza.(qui)

Il gruppo si sciolse e per Blakey cominciò una difficile stagione, ricostituì il gruppo con altri musicisti che via via andavano avvicendandosi, ma mentre in tournée continuava ad avere grande successo soprattutto in Europa e in Giappone, aveva difficoltà contrattuali con le case discografiche, pertanto di quegli anni esistono pochissime registrazioni.
Anche gli anni '70 furono caratterizzati da alti e bassi. Le formazioni migliori furono quelle con Woody Shaw (1972-73) e con Bobby Watson (1977-81), tuttavia bisogna aspettare il 1980 affinché il gruppo torni sulla cresta dell'onda, grazie all'arrivo di un giovanissimo trombettista il diciannovenne Wynton Marsalis che diventerà presto famoso grazie alle sue straordinarie qualità tecniche.
Il video che segue ci mostra il nuovo gruppo, oltre a Blakey ed a Marsalis ci sono il Bradford Marsalis al sax alto, Billy Pierce al sax tenore, Donald Brown al piano e Charles Fambrough al basso.




Raggiunta rapidamente la celebrità Marsalis si metterà in proprio e Blakey dovrà rimettere insieme altri giovani. La nuova formazione sarà ancora interessante come mostra l'ultimo video che propongo realizzato a Umbria Jazz nel 1985. Alla tromba abbiamo Terence Blanchard, al sax alto Donald Harrison, al sax tenore Jean Touissant, al piano Mulgrew Miller e al basso Lonnie Plaxico.







Dopo questa formazione che si sciolse nuovamente dopo un paio d'anni Blakey continuò fino alla morte avvenuta nel 1990 a portare in giro per il mondo la sua musica con sempre nuovi musicisti. Gli appassionati ricorderanno la sua ultima apparizione a Umbria Jazz del 1989.