venerdì 19 agosto 2016

Roberto Del Piano: La Main Qui Cherche la Lumière (Improvising Beings 2016)


Roberto Del Piano è un bassista jazz di grande spessore (non solo fisico), con alle spalle una storia musicale variegata e un'attività discografica cospicua, soprattutto negli anni '70 e '80, mai a proprio nome, ma con gruppi ormai storici come l'Idea Trio di Gaetano Liguori, il Gruppo Contemporaneo di Guido Mazzon, il Jazz Quatter Quartet con il fratello Enrico, ottimo batterista e il trombettista Mario Fragiacomo, per citarne solo alcuni.



Dopo una lunga parentesi di eremitaggio musicale durata una decina d'anni e una graduale ripresa dell'attività, superata abbondantemente la sessantina ha finalmente pubblicato un disco a proprio nome, un doppio CD dal poetico titolo La Main Qui Cherche La Lumière



I due CD sono stati registrati a tre anni di distanza l'uno dall'altro - con la coppia Roberto Del Piano e Massimo Falascone (vecchio compagno di tante avventure musicali) sempre presente, tranne alcuni brani del secondo CD - e sono abbastanza diversi fra loro. Il primo è più radicale, sperimentale, aggressivo mentre il secondo è più intimistico, più fluido.


Hanno contribuito alla realizzazione del primo disco anche Silvia Bolognesi al double bass, Pat Moonchy vocalist, Roberto Masotti e Robin Niko strumenti elettronici, tutti compagni d'avventura dei suddetti nel gruppo sperimentale TAI NO-ORCHESTRA.


I dieci brani ivi contenuti sono molto vari e spaziano fra assonanze e dissonanze, combinazioni di sonorità che sembrano uscire da una "scatola dei rumori", effetti elettronici, guizzanti sberleffi di tipo futurista, un insieme di sperimentazioni che richiamano, per diversi spunti voluti o meno, opere classiche di musicisti come Luigi Nono, Luciano Berio, Edgard Varese, ecc..


Nei vocalizzi della bravissima Pat Moonchy ho trovato una certa assonanza, fatte le debite proporzioni, con Cathy Berberian nei Circles di Luciano Berio.


Il secondo CD si avvale della collaborazione di Marco Colonna, romano classe 1978, talentuoso poli-strumentista con la predilezione per la famiglia dei clarini in versione free-jazz e avanguardia, secondo alcuni critici "uno dei migliori creatori di musica della sua generazione". In cinque brani è presente anche la batteria di Stefano Giust, altro membro della citata TAI NO-ORCHESTRA e creatore dell'etichetta molto "indipendente" Setola di maiale, che si dedica a "il suono delle minoranze rumorose".


Questo disco si differenzia dal primo per un diverso approccio all'improvvisazione: più introspettiva, meno caotica (nel senso di caos creativo), con spazi di atmosfere oniriche e con elaborati dialoghi ance-basso che denotano un affiatamento anche nell'estemporaneità dell'improvvisazione.
In sintesi un disco coraggioso, un po' ostico, adatto agli appassionati del genere. Una testimonianza preziosa degli sforzi di un artista di percorrere strade nuove o poco battute, in un panorama jazzistico italiano abbastanza asfittico.
Mi aspetto già i quesito: ma questo è ancora jazz?
In una situazione come quella odierna in cui "tutti voglion fare jazz" come i gatti di Walt Disney, in cui l'etichetta jazz viene spesso appiccicata a prodotti commerciali per cercare di nobilitarli, una domanda del genere non ha senso.
Il problema eventuale è quello della fruibilità, in quanto l'ascolto non può che essere riservato a un pubblico ristretto, scelto, attento, preparato in grado di apprezzare lo sforzo creativo e di percepire l'atmosfera che circonda i musicisti talvolta in preda ad una specie di trance collettiva.

Come ogni artista che cerca con la propria opera di lasciare una traccia del suo percorso di ricerca, Roberto Del Piano ha voluto imprimere su disco la sua concezione di essere musicista jazz oggi e gliene va reso merito.

mercoledì 17 agosto 2016

Gianni Lenoci Trio in concerto al “Bar dell’Angolo” di Manduria

L’appuntamento con il buon jazz sarà per sabato 27 agosto alle 22:00


Il Bar dell’Angolo di Carmelo Massafra, caratteristica location immersa nel cuore del centro storico di Manduria, è diventato oramai un vero e proprio punto di riferimento per i jazzofili manduriani e non solo. Sabato 27 agosto, alle ore 22:00, questo accogliente bar sarà la cornice del concerto targato Gianni Lenoci Trio, interessante formazione costituita da Gianni Lenoci (pianoforte), Pasquale Gadaleta (basso) e Marcello Nisi (batteria). Il trio proporrà un repertorio variegato che comprenderà alcuni celebri standard, rigorosamente riarrangiati, siglati da Thelonious Monk, Ornette Coleman e Carla Blay, unitamente a delle composizioni originali frutto della materia grigia del leader. Ardimentoso sperimentatore e cerebrale compositore, Lenoci è un pianista particolarmente creativo, dalla spiccata personalità artistica. Il suo playing affonda le radici nel free e nell’avant-garde jazz, arricchito da roboanti cluster e vertiginose outside phrases. Nel corso della sua prolifica attività concertistica ha condiviso il palco con numerosi jazzisti di levatura mondiale, tra cui Steve Lacy, Bob Mover, Steve Grossman, David Murray, Evan Parker, William Parker, Steve Potts, Massimo Urbani, Enrico Rava, Antonello Salis e moltissimi altri ancora. Ha ottenuto molteplici consensi di pubblico e critica specializzata in giro per il mondo, esibendosi in nazioni quali: Stati Uniti, Arabia Saudita, Turchia, Argentina, Canada, Grecia, Ungheria, Francia, Spagna, Inghilterra, Romania, Albania, Olanda, Austria, Polonia, Belgio, Germania. Il suo nome è annoverato nel Dictionnaire du Jazz a cura dell’autorevole critico musicale Philippe Carles. Bassista e contrabbassista assai poliedrico, capace di affrontare con disinvoltura svariati stilemi del jazz, Gadaleta si è esibito al fianco di tanti musicisti prestigiosi, tra i quali John Tchicai, David Murray, Massimo Urbani, Roberto Ottaviano, Sandro Satta, Vincenzo Mazzone, Pino Minafra, Livio Minafra, Mike Rubini, Mimmo Campanale, Eugenio Macchia, Fabrizio Savino, solo per citarne alcuni. Nisi è un batterista dal drumming complesso, articolato, sempre in grado di creare un flusso ritmico tensivo dovuto a un utilizzo esteso della poliritmia, caratteristica che rappresenta il suo biglietto da visita. Nell’arco della sua intensa carriera ha ricoperto preziosamente il ruolo di sideman affiancando jazzisti di caratura internazionale, come: Bobby Watson, Benny Golson, Sonny Fortune, Chico Freeman, Bob Franceschini, Philip Catherine, Miroslav Vitous, Joy Garrison, Javier Girotto, Andy Gravish, Antonio Faraò, Paolo Fresu, Marco Tamburini, Tiziana Ghiglioni, Max Ionata, Tino Tracanna, Luca Aquino, Maria Pia De Vito e tanti altri ancora. Le sue qualità batteristiche sono state apprezzate anche all’estero, in stati come: Germania, Svizzera, Russia, Belgio, Spagna, Montenegro, Galles, Albania. Il live firmato Gianni Lenoci Trio è una ghiotta occasione per ascoltare dell’ottima musica espressa da un trio dall’indubbio spessore.


mercoledì 10 agosto 2016

“Francavilla è… Jazz” Dall’1 al 4 settembre jazzisti di caratura mondiale ospiti della rassegna



Francavilla è… Jazz è il vero e proprio fiore all’occhiello dell’estate francavillese, una kermesse di prestigio che calamita l’attenzione di un pubblico assai vasto, formato non solo da jazzofili. Largo San Marco, incantevole scorcio situato nel cuore del centro storico e la suggestiva Piazza Giovanni XXIII, saranno le cornici dei quattro concerti in programma per questa edizione. Giovedì 1 settembre, ore 21:00, in “Largo San Marco”, The Fab 3 featuring Flavio Boltro e Rick MargitzaRemembering Miles, formazione costituita da Rick Margitza (sax), Flavio Boltro (tromba), Claudio Filippini (pianoforte), Luca Alemanno (contrabbasso) e Fabio Accardi (batteria), inaugurerà la terza edizione del festival. Il quintetto composto da cinque jazzisti di notevole caratura, nel quale spiccano il creativo sassofonista di rango internazionale, Margitza, e uno fra i migliori trombettisti nostrani, Flavio Boltro, renderà omaggio a una tra i personaggi più influenti della storia del jazz: Miles Davis. Il repertorio sarà incardinato su alcune tra le perle compositive, rigorosamente riarrangiate, siglate dal leggendario trombettista statunitense. Venerdì, ore 21:00, in Piazza Giovanni XXIII, Donatello D’Attoma featuring Roberto Ottaviano presenteranno Shema’, la nuova creazione discografica realizzata dal talentuoso pianista e compositore pugliese. Il magico e inconfondibile suono del sax di Ottaviano incontrerà il pianismo ispirato e tensivo di D’Attoma. Un duo d’eccezione che eseguirà i brani contenuti nel nuovo disco, un album dedicato principalmente al monumentale contrabbassista, pianista e compositore Charles Mingus in cui figurano svariati standard ad opera del jazzista americano unitamente ad alcune composizioni originali frutto della materia grigia di D’Attoma. Sabato, alle ore 21:00, in “Largo San Marco”, sarà la volta di Scott Hamilton Quartet, swingante line-up composta da Scott Hamilton (sax), Fabio Miano (pianoforte), Ignasi Gonzalez (contrabbasso) ed Esteve Pi (batteria). Il quartetto, guidato dal raffinato sassofonista statunitense, reinterpreterà alcuni intramontabili standard che hanno lasciato una traccia indelebile nella tradizione jazzistica. Domenica, ore 21:00, si spegneranno i riflettori sulla terza edizione di “Francavilla è… Jazz”, con Dario Chiazzolino Quartet – Red Cloud. Questa formazione è diretta da uno dei più luminosi talenti della chitarra jazz nazionale ed internazionale: Dario Chiazzolino. Nico Morelli (pianoforte), Vincenzo Maurogiovanni (basso) ed Enzo Zirilli (batteria), saranno i tre valenti sodali che condivideranno il palco con l’autore di Red Cloud, il nuovo CD in pieno solco contemporary jazz a cura di Chiazzolino, contenente composizioni da lui firmate ad eccezione di Solar autografata da Miles Davis. Virtuosismo mai oleografico, forza espressiva, apollinea cantabilità, sobria melodiosità e sussultante groove rappresentano il leitmotiv che caratterizza questo disco. Anche questa edizione, come le precedenti, proporrà un calendario di concerti dall’inconfutabile valore, ideato con il nobile intento di creare un mix tra musicisti oramai affermati da anni a livello mondiale e future star del jazz internazionale. Tutto ciò grazie all’encomiabile impegno e alla viscerale passione del direttore artistico Alfredo Iaia, al Comune di Francavilla Fontana per il patrocinio e per l’indispensabile sostegno organizzativo e al determinante contributo degli sponsor.