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sabato 10 febbraio 2018

Piero Delle Monache: Road Movie [Live Music 2012-2017] (Da Vinci Jazz 2017)


Il sassofonista abruzzese Piero Delle Monache, che in questi giorni ha compiuto 36 anni, è ormai definitivamente affermato come uno dei più interessanti sassofonisti tenori italiani.
In questo suo nuovo album, uscito lo scorso novembre, sono contenute alcune delle sue migliori esibizioni live, riprese fra l'Italia e alcune delle sue numerose tournée all'estero (Sud Africa, Giappone e Turchia) negli ultimi 5 anni.
Il titolo del CD Road Movie è emblematico per sintetizzare lo scopo di questo album, cioè una specie di percorso filmico dei viaggi musicali dell'artista e dei suoi compagni d'avventura: 
i fedelissimi Tito Mangialajo Rantzer al basso e Alessandro Manzi alla batteria, al piano si alternano Giovanni Ceccarelli, Claudio Filippini e Alessandro Bravo. In alcune incisioni, oltre al quartetto, troviamo come ospiti: Ivan Mazuze al sax soprano, Mustafa Işleyen alle percussioni, Flavia Massimo al violoncello.

Da sx Giovanni Ceccarelli. Piero Delle Monache, Tito Mangialajo Rantzer, Akessandro Manzi

Il disco procede a ritroso, partendo da una recente esibizione di sax solo ed elettronica e chiude con due brani tratti dal concerto tenuto nel 2012 all'Auditorium Parco della Musica di Roma con ospite il sassofonista di origine mozambicane Ivan Mazuze, in occasione dei 20 anni di pace in Mozambico.

Ivan Mazuze e Piero Delle Monache

Seguo Piero Delle Monache sin dal suo disco di esordio come leader nel 2010: Welcome, e ne ho sempre apprezzato, anche nei successivi Thunupa (2012) e Aurum (2014), la freschezza  e originalità compositiva (anche in questo disco tutte le composizioni sono sue) e soprattutto la capacità di lasciare molto spazio alla melodia e al carattere narrativo della musica, senza avventurarsi in spericolati virtuosismi, mostrando comunque di possedere una piena e autorevole padronanza dello strumento.

mercoledì 10 agosto 2016

“Francavilla è… Jazz” Dall’1 al 4 settembre jazzisti di caratura mondiale ospiti della rassegna



Francavilla è… Jazz è il vero e proprio fiore all’occhiello dell’estate francavillese, una kermesse di prestigio che calamita l’attenzione di un pubblico assai vasto, formato non solo da jazzofili. Largo San Marco, incantevole scorcio situato nel cuore del centro storico e la suggestiva Piazza Giovanni XXIII, saranno le cornici dei quattro concerti in programma per questa edizione. Giovedì 1 settembre, ore 21:00, in “Largo San Marco”, The Fab 3 featuring Flavio Boltro e Rick MargitzaRemembering Miles, formazione costituita da Rick Margitza (sax), Flavio Boltro (tromba), Claudio Filippini (pianoforte), Luca Alemanno (contrabbasso) e Fabio Accardi (batteria), inaugurerà la terza edizione del festival. Il quintetto composto da cinque jazzisti di notevole caratura, nel quale spiccano il creativo sassofonista di rango internazionale, Margitza, e uno fra i migliori trombettisti nostrani, Flavio Boltro, renderà omaggio a una tra i personaggi più influenti della storia del jazz: Miles Davis. Il repertorio sarà incardinato su alcune tra le perle compositive, rigorosamente riarrangiate, siglate dal leggendario trombettista statunitense. Venerdì, ore 21:00, in Piazza Giovanni XXIII, Donatello D’Attoma featuring Roberto Ottaviano presenteranno Shema’, la nuova creazione discografica realizzata dal talentuoso pianista e compositore pugliese. Il magico e inconfondibile suono del sax di Ottaviano incontrerà il pianismo ispirato e tensivo di D’Attoma. Un duo d’eccezione che eseguirà i brani contenuti nel nuovo disco, un album dedicato principalmente al monumentale contrabbassista, pianista e compositore Charles Mingus in cui figurano svariati standard ad opera del jazzista americano unitamente ad alcune composizioni originali frutto della materia grigia di D’Attoma. Sabato, alle ore 21:00, in “Largo San Marco”, sarà la volta di Scott Hamilton Quartet, swingante line-up composta da Scott Hamilton (sax), Fabio Miano (pianoforte), Ignasi Gonzalez (contrabbasso) ed Esteve Pi (batteria). Il quartetto, guidato dal raffinato sassofonista statunitense, reinterpreterà alcuni intramontabili standard che hanno lasciato una traccia indelebile nella tradizione jazzistica. Domenica, ore 21:00, si spegneranno i riflettori sulla terza edizione di “Francavilla è… Jazz”, con Dario Chiazzolino Quartet – Red Cloud. Questa formazione è diretta da uno dei più luminosi talenti della chitarra jazz nazionale ed internazionale: Dario Chiazzolino. Nico Morelli (pianoforte), Vincenzo Maurogiovanni (basso) ed Enzo Zirilli (batteria), saranno i tre valenti sodali che condivideranno il palco con l’autore di Red Cloud, il nuovo CD in pieno solco contemporary jazz a cura di Chiazzolino, contenente composizioni da lui firmate ad eccezione di Solar autografata da Miles Davis. Virtuosismo mai oleografico, forza espressiva, apollinea cantabilità, sobria melodiosità e sussultante groove rappresentano il leitmotiv che caratterizza questo disco. Anche questa edizione, come le precedenti, proporrà un calendario di concerti dall’inconfutabile valore, ideato con il nobile intento di creare un mix tra musicisti oramai affermati da anni a livello mondiale e future star del jazz internazionale. Tutto ciò grazie all’encomiabile impegno e alla viscerale passione del direttore artistico Alfredo Iaia, al Comune di Francavilla Fontana per il patrocinio e per l’indispensabile sostegno organizzativo e al determinante contributo degli sponsor.  

sabato 26 maggio 2012

Thunupa: il nuovo stimolante disco di Piero Delle Monache


Da un paio di settimane è uscito THUNUPA (Parco della Musica Records, 2012) secondo album del giovane sassofonista pescarese Piero Delle Monache, classe 1982, del quale su questo blog ho già recensito, a suo tempo, il disco di esordio “Welcome” del 2010 (qui).


Il titolo particolare rievoca la leggenda sudamericana di un dio andino e di un vulcano boliviano e fa da sfondo a un percorso narrativo-musicale originale che ha impegnato in questi ultimi tempi il musicista dopo lunghi anni di gavetta, “anni rotolanti” nel titolo di uno dei brani del disco.
Il lavoro comprende nove composizioni originali, di cui una in due diverse versioni, che spaziano da brevi sketch solistici, ad affascinanti esecuzioni in quartetto con il contributo del pianista Claudio Filippini, già sideman di Mario Biondi, Maria Pia de Vito e Fabrizio Bosso, del bassista Tito Mangialajo e del batterista Alessandro Marzi, due esperti e apprezzati professionisti.


Alessandro Marzi, Tito Mangialajo, Piero Delle Monache, Claudio Filippini

Il primo brano si intitola Samar, termine arabo che significa “narrare storie” e ci propone una originale serie di evoluzioni solistiche sovrapposte con uno preciso sfondo ritmico monotono. Di seguito un breve assaggio


Il secondo brano, intitolato Ascolta se piove, è uno dei pezzi forti dell'album ed infatti verrà ripreso più avanti in una diversa versione. Il titolo ricorda il nome di una via di una cittadina della Normandia, un romantico ricordo dell'artista che gli offre lo spunto per evidenziare le sue eccellenti qualità liriche. Segue un breve schizzo solistico Aperol che scherzosamente immagina un dialogo fra un barista ed un avventore.



I successivi tre brani: Rollin' Years (Mr. Michael Blindlove), RW2 e Rue des Saisons costituiscono il nucleo centrale del disco, tre diversi temi, tutti avvincenti e non banali, che evidenziano le qualità compositive e interpretative del sassofonista con l'apporto significativo dei colleghi del quartetto. Ascoltiamo un estratto da Rollin' Years



Dopo un altro breve schizzo solistico, molto delicato, intitolato Sweetness, troviamo la ripetizione di Ascolta se piove, in una versione elettronico-onirica, con in evidenza anche il fender rodhes di Claudio Filippini.


Il brano successivo è quello che dà il titolo all'album e certamente il più suggestivo e innovativo con l'inserimento, in un contesto musicale evocativo, di voci narranti che leggono frasi di un libro che rievoca legende andine. Decisamente insolito e affascinante. Ascoltate questo breve estratto



Il tutto si conclude con un altro breve sketch solistico, questa volta del fender rodhes di Filippini, dal significativo titolo Dreamers.


In conclusione con questa sua nuova fatica Delle Monache conferma le aspettative che il suo precedente disco ci avevano fatto intravvedere, dimostrando anche un certo coraggio nell'affrontare nuove vie sperimentali, e ci fa sperare in ulteriori impegnative prove.