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lunedì 4 marzo 2013

"Quantum Discord" (Altrisuoni 2012) esordio discografico a proprio nome del pianista Andrea Manzoni.


Il pianista biellese Andrea Manzoni, dopo una lunga gavetta non solo jazzistica, a 33 anni si è cimentato con il primo album a suo nome Quantum Discord, in trio con al basso Luca Curcio, di formazione punk-rock e alla batteria Ruben Bellavia con background classico. Album pubblicato lo scorso anno per l'etichetta svizzera Altrisuoni e che ha riscosso in quel paese molte recensioni positive. La rivista in lingua tedesca Jazz 'n' More gli ha attribuito il massimo punteggio (5 stelle).



Un album molto particolare, interamente di sue composizioni (tranne una suggestiva rilettura di 'Round about Midnight di Thelonious Monk), composizioni che spaziano oltre il jazz con spunti rock e classici, caratterizzate da titoli ricercati ed insoliti.



Nel suo complesso l'album va oltre il jazz e presenta una serie di contaminazioni che spaziano in universi paralleli. Un esempio nel seguente breve stralcio della suite per piano solo contenuta nell'album.


In una recente intervista Manzoni ha dichiarato di sentirsi "un pianista cross-over" essendosi dedicato a generi musicali diversi: dal rock al pop, dalla musica classica al jazz, ed in questo suo primo disco si intravede  una specie di sintesi della sua storia musicale.
Il citato omaggio a Thelonious Monk, che proponiamo di seguito, rappresenta il versante jazzistico più esplicito.


In sintesi un disco diverso, intrigante, pieno di pathos e di energia che mescola eleganti ballads a vivaci brani con sapori rock-funky, tutti di gradevolissimo ascolto. Un assaggio è offerto da questo stralcio del brano che apre il disco 32Days


Per saperne di più su questo interessante musicista

sabato 3 novembre 2012

Vecchi dischi da riscoprire: Joe Williams/Count Basie - Memories ad Lib (1958)



Il disco di oggi è un vecchio album di Joe Williams con Count Basie: Memories Ad-Lib del 1958. Le particolarità di questo album sono diverse. Innanzi tutto da molti anni non viene ripubblicato neanche in CD, poi è uno dei pochissimi album in cui Basie suona esclusivamente l'organo. Inoltre è uno dei pochi in cui è possibile ascoltare alcuni brevi assolo di chitarra di Freddie Green, il fedelissimo chitarrista, a fianco di Basie per tutta la sua carriera e che di solito si limita al sostegno ritmico. Si tratta infine del primo disco in cui Joe Williams non è accompagnato dalla Big Band, ma solo da un Combo composto oltre che da Basie e Freddie Green, da George Duvivier al basso, Jimmy Crawford alla batteria e, in alcuni brani, da Harry "Sweet" Edison alla tromba.

Count Basie, Eddie Jones (non presente nel disco), Joe Williams e sullo sfondo Freddie Green alla chitarra

Nel 1980 l'intero album venne distribuito in edicola nel numero dedicato al cantante della serie "i grandi del JAZZ" dei F.lli Fabbri, una eccellente iniziativa che fece conoscere il jazz a molti giovani. Anche questo ormai un pezzo da collezione.



Joe Williams (1918 -1999) dal 1954 al 1961 è stato la voce maschile della Big Band di Count Basie in uno dei periodi più felici dell'orchestra, immortalato nei numerosi dischi Roulette, prendendo l'eredità dei grandi Joe Turner e Jimmy Rushing, senza farli rimpiangere, cosa non facile. Nel 1955 la sua popolarità raggiunse l'apice grazie all'interpretazione con la Big Band di un noto blues di Memphis Slim Every Day I Have the Blues, che ottenne un successo straordinario e gli fece attribuire, sia pure con molti distinguo, il titolo di Re del Blues.


Nel disco in esame tuttavia non compaiono blues, ma quasi esclusivamente vecchi standards, che consentono di apprezzare in pieno il suo grande talento vocale, grazie anche allo straordinario apporto di Basie all'organo e degli altri musicisti del gruppo.


Il brano che apre il lato A dell'LP è il celebre Ain't Misbehavin' scritto nel 1929 da Fats Waller. Questa versione di Joe Williams non sfigura nei confronti di quelle di molti altri celebri interpreti, fra i quali lo stesso autore. Nel secondo chorus è possibile ascoltare una degli assoli della chitarra non amplificata di Freddie Green.


Il brano successivo è I'll Always Be in Love with You altro standard del 1929 in cui si evidenzia il dialogo fra voce e organo




Segue un altro celebre brano: Sweet Sue Just You in cui in particolare Basie evidenzia la sua maestria con l'organo



In If I Could Be with You abbiamo il primo intervento della tromba sordinata di Harry Edison, mentre Basie crea un sottofondo superbo.



Ancora un celebre vecchio successo: Dinah del 1925, trattato con grande sensibilità da Williams


Conclude il lato A un altro standard del 1925: Sometimes I'm Happy,  con un altro eccellente assolo della tromba di Edison


Il lato B si apre con Baby Won't You Please Come Home un altro classico del jazz 


Segue una dolce ballad: Call Me Darling, una delle poche del repertorio di Williams, in cui è possibile anche ascoltare un suggestivo intervento della chitarra di Green.


Il terzo brano è The One I Love Belongs to Somebody Else, altro celebre standard portato al successo da Frank Sinatra, in cui Williams non sfigura nel paragone. Anche in questo brano è possibile godere di un intervento solistico di Freddie Green.


Segue Memories of You, composizione di Eubie Blake introdotta nel jazz negli anni '30 da Louis Armstrong in cui Williams sembra particolarmente ispirato.


Il brano seguente è un altro celebre successo di Fats Waller: Honeysuckle Rose, dove torna prepotentemente in primo piano l'organo di Basie


Il disco si conclude con una elegante versione dello standard All of Me in cui si evidenzia la perfetta sintonia del gruppo che accompagna il cantante


A questo punto non resta che augurarvi buon ascolto.

N.B.
Per chi volesse ascoltarselo con calma ho inserito anche un link.

giovedì 10 maggio 2012

Il piano jazz trio: Enrico Pieranunzi e Brad Mehldau, due maestri a confronto


Ultimamente sono stati pubblicati, a breve distanza di tempo, gli eccellenti album in trio di due fra i migliori pianisti oggi in circolazione, l'italiano Enrico Pieranunzi e lo statunitense Brad Mehldau, due indiscussi maestri di quella particolare forma di espressione jazzistica che è, appunto, il piano jazz trio.
Entrambi i dischi inoltre contengono, esclusivamente, loro composizioni originali mai ascoltate prima.
Il primo è Permutation (Cam Jazz 2012) di Enrico Pieranunziuno dei più noti ed apprezzati jazzisti italiani in campo internazionale.


1.Strangest consequences/ 2.Critical path/ 3.Permutation/ 4.Distance from departure/ 5.Horizontes finales/ 6.Every smile of yours/ 7.Whitin the house of night/ 8.The point at issue/ 9.A different breath

Egli, fin dagli esordi discografici, si è esibito spesso, sia in disco sia in concerto, nel classico trio con contrabbasso e batteria. Infatti nella sua vasta discografia troviamo moltissimi album di questo genere, alcuni dei quali memorabili come First Song (Soul Note 1990) con gli statunitensi Charlie Haden e Billy Higgins o come Seaward (Soul Note 1996) e il doppio Live in Paris (Challenge Jazz 2005) con il bassista olandese Hern van de Gein e il batterista francese André Ceccarelli.  
A conferma della sua predilezione per il genere per molti anni si è diviso fra due diversi trii “stabili”: uno italiano lo Space Jazz Trio con Enzo Pietropaoli al basso e Fabrizio Sferra alla batteria 


e uno cosiddetto “americano” con Marc Johnson al basso e Joey Baron alla batteria e con entrambi questi gruppi ha realizzato numerosi dischi eccellenti.

Joey Baron, Enrico Pieranunzi, Marc Johnson

In quest'ultima fatica del pianista la prima novità consiste nella formazione, con due nuovi partner il contrabbassista statunitense Scott Colley e il batterista messicano, newyorkese d'adozione, Antonio Sanchez, entrambi strumentisti di talento, già affermati a livello internazionale, con i quali l'affiatamento è stato subito completo.

Scott Colley, Enrico Pieranunzi, Antonio Sanchez

Anche il titolo è indicativo della continua volontà e capacità del pianista di trasformarsi ed evolvere verso sempre nuove forme compositive ed improvvisative, cercando nuovi partners che ne stimolino diversamente la creatività. Ascoltando i nove brani del disco non si può non apprezzare la perfetta sinergia fra il pianismo fantasioso e introspettivo di Pieranunzi, con il drumming intenso, pervasivo, dinamico di Sanchez, da molti considerato oggi il miglior batterista in circolazione, e le varianti ritmiche e coloristiche del double-bass di Scott Colley.
Nel video seguente è possibile apprezzare uno dei momenti più lirici del disco con il brano Within the House of Night


Nel prossimo video troviamo il trio, in un recente concerto, nel quale viene eseguito Permutation il brano che da il titolo all'album


L'altro album è Ode (Nonesuch 2012) dello storico trio di Brad Mehldau con Larry Grenadier al basso e Jeff Ballard alla batteria, realizzato in studio e da lungo tempo atteso. L'ultima esperienza del genere risaliva a Day Is Done (Nonesuch 2005).




Tutti i brani sono originali, scritti appositamente per questo trio. "Musica che ho scritto per suonarla appositamente con loro due", come ha dichiarato il pianista. Del resto si tratta di un sodalizio che va avanti, con qualche pausa, da molti anni.


L'album contiene 11 composizioni originali, una specie di raccolta di poesie (Odi, appunto) in musica, dedicate a familiari, parenti ed anche a personaggi mitici, come il George Hanson di Easy Rider interpretato da Jack Nicholson.
Questo CD ci conferma la grande sensibilità compositiva ed il talento improvvisativo di Mehldau che ha ormai raggiunto una straordinaria maturità artistica.
Di seguito un brano tratto dall'album


Il decano dei critici di jazz Franco Fayenz nella recensione di un loro recente concerto, tenutosi a Bergamo, si è sbilanciato definendoli il miglior trio di jazz in attività dopo quello di Bill Evans. 
Concludiamo questa carrellata con un video che riprende il trio dal vivo, alcuni anni fa, durante un concerto in Germania. 

venerdì 30 dicembre 2011

Morelli e Fornarelli: due eccellenti pianisti pugliesi "d'esportazione".

Repost from Splinder (9 nov. 2011)


Fra i dischi usciti nel 2011 che ho segnalato negli ultimi tempi, prevalgono quelli di noti pianisti italiani come Gaetano Liguori, Stefano Bollani e Stefano Battaglia. Oggi voglio segnalare i CD recenti di due pianisti, altrettanto bravi anche se meno noti, legati fra loro dalla regione d'origine: La Puglia e dall'essere “emigrati” in Francia.

Il primo è Nico Morelli, nato a Taranto nel 1965, già allievo di Franco D'Andrea, che da anni si è stabilito a Parigi, senza tuttavia dimenticare l'Italia ed in particolare la sua regione d'origine. In attività ormai da circa vent'anni, ha inciso numerosi dischi, sia a proprio nome, sia come sideman. 

nico_morelli.tif.big

A fine settembre è uscito l'ultimo album a suo nome: Nico Morelli Trio Live in Morocco (Bonsai Music 2011) con Aldo Romano e Michel Benita. Il disco è la testimonianza di una tournée effettuata dai tre artisti in Marocco alcuni anni fa, dalla quale emergono emozioni e sapori locali e l'attestazione di un perfetto affiatamento dei tre che avevano già collaborato in precedenza. Cinque dei dieci brani sono composizioni di Morelli alcune delle quali ispirate proprio dalle atmosfere magrebine.


nico morelli - live in morocco 
nico morelli back



Il disco è disponibile anche in rete su iTunes e altri siti analoghi.


Il secondo musicista, Kekko Fornarelli è nato a Bari nel 1978 e dopo anni di studio e di collaborazione con numerosi musicisti nel 2005 pubblica il primo album a suo nome, accolto molto favorevolmente dalla critica. Trasferitosi in Francia prosegue nella ricerca di un proprio stile collaborando con musicisti italiani e francesi. Nel 2007 pubblica il suo secondo album A French Man a New York dedicato a Michel Petrucciani, al quale prende parte anche il sassofonista Rosario Giuliani.

KekkoFornarelli


Quest'anno infine è uscito Room of Mirrors (Auand - distr. Egea 2011) in trio con Luca Bulgarelli al basso e Gianlivio Liberti alla batteria. Un disco originalissimo dal “sound cosmopolita fresco ed avvincente fra acustica ed elettronica” come ha scritto il mese scorso il critico Maurizio Zerbo nella sua appassionata recensione su all about jazz.

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kekko fornarelli back


Ispirato alla musica del trio del pianista svedese Esbjorn Svensson scomparso nel 2008 il disco è la conferma delle non comuni qualità di questo artista, il quale per cercare di rendere più appetibile la sua musica anche ai giovani ha realizzato un originale video-clip forse il primo di un jazzista italiano.



Nel concludere non posso che esprimere il mio rammarico per il fatto che molti straordinari talenti nostrani, a causa della miopia dell' establishment musicale italiano, siano costretti ad “emigrare” oltralpe per potersi affermare.


The River of Anyder" (ECM 2011): l'ultimo disco di Stefano Battaglia

Repost from Splider (5 oct. 2011)


Dopo il suggestivo, metafisico, spirituale Pastorale dello scorso anno con l'apporto delle percussioni e l'elaborazione elettronica di Michele Rabbia, Stefano Battaglia torna a stupirci con il suo nuovo album – il quarto per ECM – River of Anyder in trio con Salvatore Maiore al basso e Roberto Doni alla batteria e percussioni.
stefano battaglia - the river of abyder
Stefano Battaglia Trio
The River of Anyder
(ECM 2151)

Stefano Battaglia piano
Salvatore Maiore double-bass
Roberto Dani drums
 
01. Minas Tirith
02. The River of Anyder
03. Ararat Dance
04. Return to Bensalem
05. Nowhere Song
06. Sham-bha-lah
07. Bensalem
08. Anagoor
09. Ararat Prayer
10. Anywhere Song

Recorded November 2009

Un nuovo percorso musicale fantastico e fantasioso, che si snoda fra raffinate suggestioni filosofiche (The Anyder River e Bensalem sono citati nell'Utopia di Tommaso Moro), e riferimenti letterari al Signore degli anelli di Tolkien o alle Mura di Anagoor di Dino Buzzati e alle Illuminazioni di Rimbaud.
stefano battaglia

Tutte composizioni originali del pianista milanese giunto ormai ad un'eccellente capacità compositiva ed un'intensa sensibilità espressiva che ne fanno uno dei più interessanti e meno scontati musicisti del panorama musicale odierno non solo jazzistico. Infatti la sua musica si distingue per la rigorosa ricerca delle forme espressive che spaziano da spunti cameristici a sapori etnici con impasti jazzistici al di fuori degli standards contemporanei.
Sabato scorso (01/10/2011) Battaglia è stato ospite della trasmissione di RaiRadio3 “Battiti” per presentare questo nuovo disco. Qui potete trovare il podcast della trasmissione.

"Orvieto" (ECM 2011): l'atteso disco in duo di Corea e Bollani.

Repost from Splinder (30 sept. 2011)


È appena uscito l'atteso album in duo di Chick Corea e Stefano Bollani che contiene una selezione dei tre concerti tenuti nell'ambito di Umbria Jazz Winter al teatro Mancinelli di Orvieto il 29 e 30 dicembre 2010 e l'1 gennaio 2011.
bollani_corea
Corea ama particolarmente cimentarsi in questo genere di confronto con altri grandi pianisti. In questo blog ho già documentato gli incontri con il cubano Gonzalo Rubalcaba (qui) e con la giovane talentuosa giapponese Hiromi (qui).
Con Bollani si era già confrontato al Ravello Festival nel 2009 e da allora i due di sono incontrati in diversi concerti.
Chick Corea ha così commentato questi ultimi concerti: Due pianisti che improvvisano insieme sono una grande sfida e queste performances con Stefano sono state fonte di ispirazione e anche di divertimento.

bollani corea - orvieto 
bollani corea - orvieto back

In questo album troviamo un programma vario e diversificato con composizioni dei due artisti, brani di Tom Jobim, Fats Waller, Miles Davis ed alcuni standards. 75 minuti di musica bellissima eseguita con calore e passione da due dei più dotati talenti pianistici in circolazione.
Di seguito due video che documentano alcuni momenti di una di quelle serate.





Gaetano Liguori Idea quintet Live in Milano 22 marzo 1979

Repost from Splinder (29 jan. 2011)


Oggi voglio segnalare a chi fosse sfuggita, una vera rarità per chi ama il jazz italiano di qualità.
Sul blog Inconstant Sol nei giorni scorsi è stata messa in condivisione la registrazione di uno dei quattro concerti del gruppo guidato da Gaetano Liguori alla Palazzina Liberty di Milano nel marzo del 1979. Si tratta di un concerto diverso da quello pubblicato (parzialmente) a suo tempo dalla Philology (W 145.2 - 1999) anche se il programma è in parte uguale.

Dario Fo poster gaetano liquori idea quintet
In quell'occasione all'Idea Trio di Liguori comprendente Roberto Del Piano al basso e Filippo Monico alla batteria si unirono i fiati Massimo Urbani (1957-1993) al sax e Danilo Terenzi (1956-1995)  al trombone, due grandi strumentisti entrambi scomparsi, purtroppo, prematuramente.
Questa registrazione, mai pubblicata, contribuisce a ricordare una interessante pagina di un periodo storico del jazz italiano contemporaneo discograficamente trascurato.

P.S.
Riporto di seguito il ricordo di uno dei protagonisti di quell'evento, l'amico Roberto Del Piano, da lui lasciato nei Commenti, ma che per completezza ho voluto inserire qui.:

Questo è il terzo dei quattro concerti che quel quintetto tenne alla Palazzina Liberty di Milano, all'epoca gestita da Dario Fo. Era la prima volta che il jazz compariva in quel luogo, ma lo stesso Fo disegnò - non senza gusto - l'immagine del manifesto.
La sala non fu mai piena, ma nel complesso delle quattro serate il pubblico fu, anche per l'epoca, abbastanza numeroso.
Erano i primi concerti di quel quintetto, nato su sollecitazione del padre di Massimo a Gaetano - credo proprio di non sbagliarmi nel ricordo - il quale rassicurò il pianista sulle condizioni del figlio.
Massimo aveva passato un brutto periodo a causa della dipendenza dall'eroina (inutile nascondersi dietro al dito...) ma stava, con grande  forza di volontà, cercando di uscirne e aveva bisogno di rimettersi a suonare; per lui sarebbe stato anche meglio allontanarsi dal "giro" romano e fu così che si trasferì a casa mia assieme all'amico fraterno Danilo Terenzi.
Un po' di prove nel "loft" di Filippo Monico e il gruppo prese vita.
Come scrisse Arrigo Polillo, eravamo cresciuti abbastanza da lasciarci alle spalle un certo "free" di maniera, non rinnegando quella splendida stagione creativa, senza con ciò diventare uno dei tanti gruppi neo-bop tutti un po' uguaali gli uni agli altri.
Polillo, come sempre, aveva ragione e queste sue parole - che riporto a memoria - le considero uno dei più bei complimenti mai ricevuti.
Non tutto quello che facevamo era oro colato, ovviamente: anche in queste registrazioni i primi due brani zoppicano un po' (molto meglio le versioni apparse su Philology), mentre altri - penso al "Corale per Albert Ayler" e la lunga suite - qui in versione integrale - mi fanno ancora venire i brividi.
Il quintetto purtroppo ebbe vita breve, in questa versione: dopo i concerti milanesi iniziò una breve tournée sopratutto nel triveneto. A Bolzano avremmo dovuto essere registrati in video per la RAI; Massimo purtroppo, sfuggito a quella che era una blanda sorveglianza non dichiarata, scomparve per alcune ore: quando tornò, era a malapena in grado di stare sul palco; suonò malissimo, sotto l'effetto della droga e dovemmo chiedere alla troupe della RAI di cancellare tutto.
Fu l'ultimo concerto con quella formazione; il quintetto continuò con Sergio Fanni e Pasquale Liguori al posto di Massimo e Filippo, poi ce ne fu una terza versione - di cui non resta alcuna registrazione - con Sandro Satta e Ivano Nardi.
Risentire oggi queste note riapparse come per miracolo dal passato provoca comunque in me un'emozione quasi insostenibile; non nascondo che - al primo ascolto - ho pianto come un bambino.
Direi che ogni altro commento, da parte mia, sarebbe superfluo.

Roberto Del Piano



martedì 27 dicembre 2011

Due nuovi dischi di Giovanni Ceccarelli un pianista diviso fra presente e futuro.

Repost from Splinder (9 jun. 2011)


Il pianista Giovanni Ceccarelli (classe 1967) calca le scene jazzistiche internazionali da molti anni e nella sua lunga carriera ha collaborato con numerosi artisti di spicco: dal compianto Massimo Urbani (performance Live del 1992 rimasta inedita per più di 25 anni e finalmente pubblicata nel 2009) per continuare negli anni sia in studio che dal vivo a fianco di nomi eccellenti come Lee Konitz, Benny Golson, Tony Scott, Enrico Rava, Tiziana Ghiglioni, Gianni Basso, ecc..

Giovanni Ceccarelli by Ulisse Cipriani
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oto di Ulisse Cipriani

Un artista apprezzatissimo in Italia e all'estero (da anni vive a Parigi, pur alternandosi spesso fra l'Italia e Damasco), il quale tuttavia, al contrario di molti giovani, non ha avuto l'ossessione di pubblicare da subito dischi a proprio nome - tranne qualche collaborazione in cui compare come coleader – ma ha preferito raggiungere una sicura maturità artistica che gli consentisse di esprimere al meglio le sue indubbie qualità di esecutore e compositore. Recentemente questo obiettivo è stato raggiunto con due album molto diversi fra loro.

daydreamin'001

Il primo Daydreamin' uscito nel 2010 è stato registrato a Parigi nel 2008 in quartetto con il sassofonista Christophe Panzani, il bassista Nicolas Rageau e il batterista Antoine Paganotti, per un'etichetta americana che lo distribuisce solo in formato digitale, acquisibile sui vari siti specializzati (iTunes, Amazon, ecc.). I sei brani contenuti nell'album sono tutte composizioni di Ceccarelli, che spaziano dalla melodia affascinante e poetica di Notte d'estate al jazz waltz di Riflessioni, dal più funky Daydremin' ai ritmi più afro di Namibia (unico brano registrato dal vivo in Italia e che vede anche la presenza del bassista e amico Ferruccio Spinetti).

Giovanni Ceccarelli by Giorgio Alto
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oto di Giorgio Alto

Un disco veramente gradevole pieno d'atmosfera in grado di soddisfare sia gli intenditori, sia i fruitori meno esperti. Nelle note di copertina Benny Golson da un giudizio molto lusinghiero del pianismo di Ceccarelli, che gli ricorda quello impeccabile del leggendario Hank Jones, in cui ogni nota era ponderata con cura, affermando che Giovanni ha un piede ben piantato nel presente ed uno nel “domani”.

ceccarelli e konitz - Waxin' in Camerino

Il secondo Waxin' in Camerino, uscito quest'anno, è un progetto tutto italiano registrato dal vivo nella deliziosa città marchigiana, per la Philology con la partecipazione dell'amico Lee Konitz. Questa volta i brani sono tutti classici evergreen riletti con grande sapienza e maestria ed evidenziano la capacità del grande Konitz di rinnovare la propria creatività, sostenuto dal pianismo moderno ed espressivo di Ceccarelli che esplora anche nuove sonorità. Eccellente l'apporto della ritmica composta dal bassista canadese Chris Jennings e dal batterista parigino Patrick Gorageur.
Anche questo album merita l'attenzione degli appassionati e non solo.

Giovanni Ceccarelli sul WEB

mercoledì 21 dicembre 2011

Brad Mehldau: Solo Live in Marciac 2006

Repost from Splinder (7 apr. 2011)


È uscito da poche settimane un nuovo interessante album doppio del pianista statunitense Brad Mehldau, un “solo live” registrato al festival di Marciac nel 2006.

cover

Questo album, pubblicato con colpevole ritardo, costituisce una specie di consacrazione ufficiale di Mehldau come miglior pianista della generazione post-Jarrett e rappresenta, a mio avviso, nella sua carriera quello che è stato il Köhln Concert per Keith Jarrett. Un disco che gli appassionati del piano jazz non possono perdere. (In rete è disponibile anche la versione scaricabile legalmente in mp3 a un prezzo contenuto).
Dal video seguente, tratto dal DVD registrato in occasione del concerto e acquistabile insieme al disco, si può avere un'idea di quanto sopra affermato. Questa lettura di My Favorite Things era il primo bis di quella irripetibile serata.



Brad Mehldau lo scorso anno ad agosto ha compiuto 40 anni ed è ormai alla ribalta da più di 16.

bradmehldau

Fece il suo esordio internazionale nel 1994 con una tournée europea del quartetto del sassofonista Joshua Redman comprendente anche il bassista Christian McBride il batterista Brian Blade. Il quartetto suonò anche a Umbria Jazz, lasciando una ottima impressione.
Il video seguente ci mostra il gruppo in quell'occasione, mentre esegue una composizione del leader The Deserving Many.


In quello stesso anno Mehldau formò con il bassista Larry Grenadier e il batterista Jorge Rossy un proprio trio che si ispirava a Bill Evans e con il quale cominciò a realizzare diversi album a proprio nome. Nel 1998, vivendo all'epoca a Parigi, ebbi modo di ascoltare per la prima volta quel trio a Jazz à la Défense.

mehldau paris

Allora conoscevo Mehldau solo di nome e non ne avevo ascoltato ancora nulla e quel primo approccio fu nel complesso convincente, anche se il contesto festivaliero non ne favoriva l'ascolto. Quell'esperienza mi indusse, nel tempo, ad approfondirne la conoscenza con i suoi dischi ed in particolare attraverso la serie The Art of the Trio, cinque album nei quali egli gradualmente affina la sua poetica e tende a superare il concetto tradizionale di standard, dedicando la sua attenzione anche a brani pop di artisti contemporanei come i Radio HeadNick DrakePaul Simon, ecc..
Nel video successivo lo troviamo alle prese con un brano dei Radio Head che ripropone spesso nei suoi concerti.


Dopo l'esordio nel 1994 Mehldau è stato spesso presente nel cartellone di Umbria Jazz in diversi contesti. Uno di quelli che mi ha maggiormente affascinato è stato il “piano summit” del 1999 con Kenny Barron. Nel video seguente è possibile apprezzare l'esecuzione del noto brano di Charlie Parker: Billie's Bouce. (Su Youtube si trovano diversi altri estratti di quel concerto).


Negli ultimi 10 anni la produzione discografica di Mehldau è cresciuta a dismisura, fra dischi a suo nome e collaborazioni, suscitando anche perplessità e critiche non sempre favorevoli, e sulla quale non mi dilungo, esistendo in rete decine di pagine che ne parlano diffusamente.
Personalmente ho apprezzato le ripetute collaborazioni con Joshua Redman il musicista che lo ha lanciato e che Mehldau ammira moltissimo. Il loro lavoro in duo, che l'anno scorso ha girato l'Europa, è stato decisamente interessante, come si può constatare dal video tratto dal concerto tenuto a Bruxelles, in cui eseguono un brano dei Nirvana Lithium.


L'altra esperienza degna d'attenzione è stata quella fatta fra il 2006 e il 2007 con Pat Metheny in un acclamatissimo tour e sfociata in ben due diversi dischi Metheny Mehldau (2006) e Metheny Mehldau Quartet (2007). L'accostamento fra questi due virtuosi ha prodotto dei risultati straordinari come è possibile verificare nel seguente video tratto da un concerto tenuto nel 2007 a San Sebastian in Spagna in cui eseguono un vecchio brano di Metheny: Better Days Ahead.


In conclusione questo artista dopo anni in cui è stato lodato e criticato, acclamato e discusso, finalmente sembra aver realizzato con questo Solo Live in Marciac l'opera tanto attesa, che lo consacra definitivamente nel Pantheon dei grandi del jazz.

Brad Mehldau nel Web

martedì 20 dicembre 2011

"Voice" (2010) il nuovo album di Hiromi Uehara

Repost from Splinder (28 mar. 2010)

In questi giorni è uscito Voice (Universal Japan) il nuovo album della giapponese Hiromi Uehara (classe 1979) che si è affermata negli ultimi anni come una delle più interessanti, ispirate, talentuose pianiste jazz sulla scena internazionale, esibendosi con successo nei principali festival e teatri del mondo. Nell'ottobre scorso ha suonato a Verona nell'ambito dell' Amarone Jazz Festival.
Hiromi


Nel video seguente, la vediamo duettare con Chick Corea, suo estimatore, che ne scoprì il grande talento, facendola già suonare assieme a lui, a soli 17 anni.




dal questo concerto è stato tratto il doppio CD Duet (Concord Records 2009).


chick corea hiromi duet



Il video successivo ce la mostra alle prese con il classico gershwiniano I've Got Rhythm, uno dei suoi brani prediletti, in quella serata dedicato al suo idolo Oscar Peterson, da poco scomparso all'epoca del concerto. 




Uno degli aspetti più interessanti di Hiromi è la sua capacità di mescolare in maniera travolgente jazz classico, musica elettronica, sapori orientali avvincendo il pubblico con una straordinaria vitalità. Questo ultimo video ci mostra queste sue funamboliche doti.





Il nuovo disco, il settimo a suo nome dall'esordio nel 2003, realizzato in trio con Antony Jackson al basso e Simon Phillips all batteria, ci offre un ampio panorama di emozioni sonore e la Voce evocata dal titolo è quella che deriva dal cuore in preda alle emozioni. Secondo Hiromi la vera Voce: «non è quello che dici realmente, ma piuttosto quello che hai nel cuore e non dirai mai. Quella è la tua vera voce». Tutti i brani tranne l'ultimo, una particolare lettura della Patetica di Beethoven, sono scritti da Hiromi e come si evince dai titoli esprimono delle sincere emozioni.


hiromi voice



Hiromi Uehara  VOICE (2011)

1. Voice
2. Flashback
3. Now or Never
4. Temptation
5. Labyrinth
6. Desire
7. Haze
8. Delusion
9. Beethoven's Piano Sonata No. 8, Pathetique


Michel Petrucciani Live at North Sea Jazz Festival (1993)

Repost from Splinder (13 mar. 2010)


Recentemente un amico che conosce il mio interesse per la musica di Michel Petrucciani mi ha procurato una rara registrazione privata di un suo concerto di piano solo tenutosi all'Aja il 9 luglio 1993 nell'ambito del North Sea Jazz Festival

north_sea_jazz_festival


Ogni concerto di Michel solo al piano era una vera emozione, come può testimoniare chi, come me, ha avuto la fortuna di ascoltarlo negli anni. Il suo pianismo lirico e sensibile, mai ripetitivo emanava una forza di volontà e una vitalità, date le sue condizioni fisiche, quasi incredibile.

michel petrucciani

Un primo assaggio ce lo offre il seguente video realizzato durante la stessa tournée, a pochi giorni di distanza, in cui ascoltiamo Caravan un brano non eseguito al concerto dell'Aja.


Qui di seguito è possibile ascoltare l'intero concerto, la cui insolita brevità, poco più di mezz'ora, fu dovuta al fatto che quel Festival era una specie di maratona e quella notte, quando Michel salì sul palco, era quasi l'una e la serata volgeva ormai al termine. Questo non inficiò la qualità dell'esibizione che fu come sempre straordinaria.




La  registrazione può anche essere scaricata (qui) e ascoltata in seguito.

Gaetano Liguori Ensemble: TETAKKON (1986)

Repost from Splinder (4 feb. 2010)


Gaetano Liguori è uno dei musicisti più versatili, innovativi ed anticonvenzionali del panorama jazzistico italiano, e si distingue anche per l'impegno politico-sociale. Figlio d'arte (il padre era il batterista Pasquale «Lino», presente anche nel disco qui proposto) si è diplomato in pianoforte e musica elettronica al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, dove alcuni anni dopo è stato chiamato come docente. Sin da giovanissimo si è dedicato al jazz, diventando nel tempo uno dei protagonisti del rinnovamento artistico, della ricerca musicale e dell'impegno politico nella musica.

All'inizio degli anni '80 affrontò anche l'onere di fondare una propria casa discografica, la Bull Record, per poter esprimere le proprie idee innovative senza i vincoli del mercato e per consentire ai giovani talenti di emergere e realizzare i loro progetti musicali. Tutte quelle interessanti realizzazioni oggi, purtroppo sono introvabili, in quanto mai ripubblicate in CD, pertanto pescando fra i miei vecchi LP, ho deciso di riportarle alla luce gradualmente, con il placet del maestro, che ha condiviso questa mia idea.
Pertanto non potevo che iniziare con uno dei suoi album più intriganti e originali che l'artista dedica ai musicisti che con le loro opere hanno ispirato i suo percorso artistico: Cecil Taylor, Ornette Coleman, Giorgio Gaslini, Karlheinz Stockhausen, Arnold Schonberg, Bela Bartok, Igor Stravinskij ed ovviamente al padre.


Il nome Tetakkon è l'anagramma del titolo di un opera di Stockhausen: Kontakte, composizione fra le più note della musica elettronica. La musica è una lunga Suite in due parti con il pianoforte di Liguori che, su una base di nastro preregistrato, percorre un itinerario di citazioni jazzistiche e classiche da Cecil Taylor a Stravinsky, accompagnato da un violino, un violoncello, un contrabbasso e dalla batteria del padre.


credits
TETAKKON
Suite per Nastro Elettronico e Musicisti
(Bull Record LP 0010)
Milano 1986

Gaetano Liguori (p)
Roberto Manes (vl)
Davide Zaccaria (vlc)
Enzo Lo Greco (cbs)
Pasquale Liguori (drm)



Parte Prima


Parte Seconda


A questo punto non mi resta che augurarvi buon ascolto!

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