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domenica 10 marzo 2013

Vecchi dischi da riscoprire: 30 by Ella (1968)


Per un modesto fruitore della musica afroamericana come me, che fra i vari generi, prevalentemente, predilige il jazz vocale e gli standards, dovendo scegliere un disco che contemporaneamente soddisfi entrambe le categorie non può non optare per 30 by Ella (Capitol 1968)


Il disco contiene 36 fra i più noti standards del songbook americano, riuniti in 6 medley di 6 brani ciascuna di cui 5 cantati dalla Fitzgerald inframezzati da uno, strumentale, affidato ad un solista del gruppo di musicisti che l'accompagnano. Un gruppo di altissimo livello guidato da Benny Carter con Jimmy Jones al piano, Harry "Sweet" Edison alla tromba, George Auld al sax tenore, John Collins alla citarra, Bob West al basso e Panama Francis alla batteria.


Le medley, grazie al prezioso lavoro di arrangiamento di Benny Carter e degli altri componenti del gruppo, non sono una semplice sequenza di brani diversi, bensì un'armoniosa fusione che procede con continuità, come come fossimo di fronte ad un unico brano. Un impegno pesante e faticoso. La stessa Fitzgerald agli inizi pensò che l'idea di un disco tutto di medley fosse terribile e tremendamente difficile. La cosa richiese numerose sedute di registrazione, ma, alla fine, la cantante dichiarò che si trattava "del più bel album che abbia mai registrato".



L'ascolto di questa prima medley che si apre con My Mother Eyes e si chiude con Goodbye My Love, inframezzata dal soave sax alto di Benny Carter e dalla chitarra di Collins nel classico ellingtoniano I Got It Bad (and That Ain't Good), ci da subito l'idea della straordinaria qualità e della indiscutibile originalità di questo progetto.



Questa raccolta ha goduto in Italia di una certa diffusione ed è abbastanza conosciuta dagli appassionati, in quanto parzialmente riproposta (4 medley su 6) nel disco dedicato alla cantante nella serie I Grandi del Jazz, distribuito in edicola nei primi anni '80, mentre le due medley mancanti vennero incluse nel CD sempre dedicato alla cantante nella serie JAZZTIME.




La seconda tornata di standards, affrontata dopo il soddisfacente risultato della prima, si realizzò in un clima più disteso. Apre la serie Four or Five Times, eseguito con particolare verve da Ella che prosegue senza esitazioni nel più dolce Maybe, seguito dalla tromba di "Sweet" Edison supportato dalla chitarra di Collins, nel gradevole e romantico Taking a Chance on Love; Ella si reinserisce con il vivace Elmer's Tune, per proseguire, con lo stesso swing, con At Sundown e chiudere con It's a Woonderful World.


Quando affrontò questa difficile prova la Fitzgerald aveva compiuto da poco 50 anni ed era all'apice della maturità vocale ed artistica. Il video seguente, realizzato nello stesso anno, ce la mostra in tutta la sua forma smagliante.



La terza medley, a mio avviso, è una delle più coinvolgenti. Si apre con lo splendido On Green Dolphin Street, introdotto dalla tromba sordinata di Edison, per proseguire con il più impegnativo Am I to Know; il successivo Just Friends è affidato ancora a Edison e alla sua calda tromba. Ella riapre ispiratissima con I Cried for You cui fa seguito il suggestivo Seems Like Old Time per concludere in bellezza con You Stepped Out of a Dream.


Proseguiamo con altro video sempre del 1968, in cui Ella si cimenta anche in una medley molto apprezzata dal pubblico, nel quale è possibile cogliere la grande generosità della cantante sempre pronta a dare tutta se stessa per soddisfare il pubblico.



Gran parte del merito per il successo di questa ardita operazione va attribuita alla maestria di Benny Carter, uno dei più apprezzati strumentisti di tutta la storia del jazz, sia come solista di sax e di tromba, sia come band leader e arrangiatore. Nella seguente serie di standard è possibile apprezzarlo particolarmente nello strumentale Ebb Tide.  Apre la sequenza If I Gave My Heart to You seguito da un soave Once in a While; dopo l'assolo elegante di Carter, la Fitzgerald si inserisce nuovamente con un delicato The Lamp is Low seguito da Where Are You? per concludere più vivacemente con Thinking of You.


Nel video seguente è possibile apprezzare le straordinarie qualità esecutive di Benny Carter proprio in uno degli standards presenti anche nel disco.


Il penultimo gruppo di canzoni si apre con Candy, brano da anni nel repertorio della cantante, seguito da All I Do Is Deam of You che magicamente si fonde con il successivo Spring is Here eseguito dal sax tenore di George Auld; Ella si reinserisce con il vivace 720 in The Book per proseguire con il delizioso It Happened in Monterey e chiudere What Can I Say After I Say I'm Sorry.



Concludiamo questa panoramica con l'ultima serie comprendente altri sei gioiellini; Ella apre con uno splendido No Regrets seguito dallo spiritoso I Have Got a Feeling You're Fooling, che si fonde con il sensuale sax tenore di Auld in Don't Blame Me coadiuvato dalla chitarra di Collins. La Fitzgerald rientra con un Deep Purple molto suadente, per proseguire con il delicato Rain e chiudere disinvoltamente con You're A Sweetheart.


Un disco che non mi stanco mai di ascoltare e che consiglio vivamente a chi non lo conoscesse.

sabato 3 novembre 2012

Vecchi dischi da riscoprire: Joe Williams/Count Basie - Memories ad Lib (1958)



Il disco di oggi è un vecchio album di Joe Williams con Count Basie: Memories Ad-Lib del 1958. Le particolarità di questo album sono diverse. Innanzi tutto da molti anni non viene ripubblicato neanche in CD, poi è uno dei pochissimi album in cui Basie suona esclusivamente l'organo. Inoltre è uno dei pochi in cui è possibile ascoltare alcuni brevi assolo di chitarra di Freddie Green, il fedelissimo chitarrista, a fianco di Basie per tutta la sua carriera e che di solito si limita al sostegno ritmico. Si tratta infine del primo disco in cui Joe Williams non è accompagnato dalla Big Band, ma solo da un Combo composto oltre che da Basie e Freddie Green, da George Duvivier al basso, Jimmy Crawford alla batteria e, in alcuni brani, da Harry "Sweet" Edison alla tromba.

Count Basie, Eddie Jones (non presente nel disco), Joe Williams e sullo sfondo Freddie Green alla chitarra

Nel 1980 l'intero album venne distribuito in edicola nel numero dedicato al cantante della serie "i grandi del JAZZ" dei F.lli Fabbri, una eccellente iniziativa che fece conoscere il jazz a molti giovani. Anche questo ormai un pezzo da collezione.



Joe Williams (1918 -1999) dal 1954 al 1961 è stato la voce maschile della Big Band di Count Basie in uno dei periodi più felici dell'orchestra, immortalato nei numerosi dischi Roulette, prendendo l'eredità dei grandi Joe Turner e Jimmy Rushing, senza farli rimpiangere, cosa non facile. Nel 1955 la sua popolarità raggiunse l'apice grazie all'interpretazione con la Big Band di un noto blues di Memphis Slim Every Day I Have the Blues, che ottenne un successo straordinario e gli fece attribuire, sia pure con molti distinguo, il titolo di Re del Blues.


Nel disco in esame tuttavia non compaiono blues, ma quasi esclusivamente vecchi standards, che consentono di apprezzare in pieno il suo grande talento vocale, grazie anche allo straordinario apporto di Basie all'organo e degli altri musicisti del gruppo.


Il brano che apre il lato A dell'LP è il celebre Ain't Misbehavin' scritto nel 1929 da Fats Waller. Questa versione di Joe Williams non sfigura nei confronti di quelle di molti altri celebri interpreti, fra i quali lo stesso autore. Nel secondo chorus è possibile ascoltare una degli assoli della chitarra non amplificata di Freddie Green.


Il brano successivo è I'll Always Be in Love with You altro standard del 1929 in cui si evidenzia il dialogo fra voce e organo




Segue un altro celebre brano: Sweet Sue Just You in cui in particolare Basie evidenzia la sua maestria con l'organo



In If I Could Be with You abbiamo il primo intervento della tromba sordinata di Harry Edison, mentre Basie crea un sottofondo superbo.



Ancora un celebre vecchio successo: Dinah del 1925, trattato con grande sensibilità da Williams


Conclude il lato A un altro standard del 1925: Sometimes I'm Happy,  con un altro eccellente assolo della tromba di Edison


Il lato B si apre con Baby Won't You Please Come Home un altro classico del jazz 


Segue una dolce ballad: Call Me Darling, una delle poche del repertorio di Williams, in cui è possibile anche ascoltare un suggestivo intervento della chitarra di Green.


Il terzo brano è The One I Love Belongs to Somebody Else, altro celebre standard portato al successo da Frank Sinatra, in cui Williams non sfigura nel paragone. Anche in questo brano è possibile godere di un intervento solistico di Freddie Green.


Segue Memories of You, composizione di Eubie Blake introdotta nel jazz negli anni '30 da Louis Armstrong in cui Williams sembra particolarmente ispirato.


Il brano seguente è un altro celebre successo di Fats Waller: Honeysuckle Rose, dove torna prepotentemente in primo piano l'organo di Basie


Il disco si conclude con una elegante versione dello standard All of Me in cui si evidenzia la perfetta sintonia del gruppo che accompagna il cantante


A questo punto non resta che augurarvi buon ascolto.

N.B.
Per chi volesse ascoltarselo con calma ho inserito anche un link.

martedì 17 luglio 2012

Ricordo di Billie Holiday: Songs for Distingué Lovers (1957)

Il 17 luglio 1959 moriva tragicamente Billie Holiday e ancora oggi, dopo più di 50 anni, la sua unica, indimenticabile, straordinaria voce resta come una gemma indelebile nella storia del canto jazz e non solo. In questo blog ho spesso parlato di lei ricordandone vita e opere.
Oggi voglio rievocarla tramite un suo album al quale sono particolarmente legato, anche perché è stato uno dei primi che a suo tempo acquistai. Una scelta difficile, tenuto conto dei numerosissimi dischi a disposizione, ma anche meno scontata delle numerose raccolte con Lester Young.


L'LP originale del 1957 era uno dei primi della Holiday usciti sotto la neonata etichetta Verve di Norman Granz, con materiale tratto da una memorabile serie di ben 5 sedute di registrazione realizzate nella settimana dal 3 al 9 gennaio 1957 - dalle quali verranno tratti diversi LP - poco dopo il grande successo ottenuto con il concerto alla Carnegie Hall del novembre precedente, che ne aveva riacceso la popolarità dopo momenti difficili.


Per l'occasione le venne affiancato un gruppo di musicisti di elevato livello come Ben Webster, Henry "Sweet" Edison, Barney Kessel, Jimmy Rowles, Red Mitchell, ecc..





L'album inizialmente conteneva sei famosi standards, tre per lato, di noti autori da George Gershwin a Cole Porter, da Johnny Mercer a Rogers & Hart. 
Nel 1997 venne realizzata una nuova edizione in CD arricchita da altre sei tracce tratte dalle stesse sessioni, in precedenza uscite in altri LP, ma qui esamineremo solo le sei tracce iniziali.
Il brano che apre il lato A: Day In, Day Out, è un classico di Johnny Mercer, del 1939, musicato da Rube Bloom, divenuto negli anni uno standard e ripreso da molti musicisti e cantanti, da Frank Sinatra a Art Tatum, da Mel Tormé a Ella Fitzgerald, ecc.. 
Questa interpretazione di Lady Day resta, comunque, una delle più coinvolgenti, grazie anche al notevole contributo dei vari solisti.


Il brano seguente: A Foggy Day è uno degli ultimi dei fratelli Gershwin, scritto nel 1937, poco prima della morte di George, per il film A Damsel in Distress (in italiano Una magnifica avventura) in cui era cantato da Fred Astaire. Anche questo brano divenne presto molto popolare ed ebbe numerose interpretazioni. Billie qui affronta la strofa iniziale con una specie di recitativo un pò blasé, per proseguire poi nel refrain con grande swing seguita da Rowles, Kessel, Edison (sordinato) e da un gradevolissimo assolo di Webster.


L'ultimo brano del lato A è un altra  canzone popolarissima: Stars Fell on Alabama scritta nel 1934 da Mitchell Parish e musicata da Frank Perkins, con rifererimento all'episodio di un meteorite che sarebbe caduto nella regione circa un secolo prima. Anche di questa canzone esistono numerosissime versioni, fra le quali ricordo in particolare quella stupenda di Louis & Ella, registrata solo qualche mese prima di questa, sempre per la Verve. Questa versione è leggermente più veloce e, a mio avviso, meno coinvolgente, forse un pò troppo "convenzionale", ma pur sempre eccellente.


Il lato B si apre con un altra famosa canzone di Johnny Mercer musicata da Harold Arlen: One for My Baby, scritta per un modesto musical del 1943 The Sky's the Limit (in italiano Non ti posso dimenticare), che merita di essere ricordato solo per questa canzone interpretata da Fred Astaire. Rilanciata da Frank Sinatra, divenne molto nota e ripresa negli anni da quasi tutti i maggiori cantanti. La versione di Dianne Reeves venne inclusa nella colonna sonora del film Good Night, and Good Luck di George Clooney nel 2005. Qui Billie ne dà una versione struggente, piena di pathos, coadiuvata dagli eccellenti musicisti del gruppo.



Il brano successivo è uno dei più noti motivi del Songbook americano: Just One of Those Things scritto da Cole Porter nel 1935 per il musical di Broadway Jubelee. Anche in questo caso siamo di fronte ad un tema affrontato da decine di artisti in tutto il mondo e la Holiday riesce a darne una lettura personale molto spigliata e vivace.


L'album si conclude in bellezza, con un altro brano popolarissimo: I Didn't Know What Time It Was, scritto dalla più famosa coppia di autori di musical di Broadway: Richard Rogers per la musica e Lorenz Hart per i testi. Tratto dalla rivista musicale Too Many Girls del 1939, venne subito ripreso dalle maggiori orchestre del momento: Benny Goodman e Tommy Dorsey, che lo portarono al successo.
Da allora tutti i maggiori artisti si sono cimentati in numerosissime versioni sia vocali, sia strumentali. In questa occasione la Holiday e Webster fondono le loro meravigliose sonorità per offrirci una lettura suggestiva e avvincente.

venerdì 9 dicembre 2011

"The President" Lester Young in due video storici

Pubblicato 17 dicembre 2008


Nel post precedente consigliavo l'ascolto di alcune registrazioni jazz di Nat Cole del 1945 in trio con Lester Young e Buddy Rich.
Oggi torno su questi ultimi due proponendovi un paio di video molto interessanti del 1950, in cui sono presenti entrambi. Due video realizzati dal grande fotografo Gjon Mili, autore di quello che, unanimemente, viene considerato il miglior filmato sul jazz finora mai realizzato, quel Jammin' the Blues cui dedicai un post l'anno scorso. Per chi non lo conoscesse o desiderasse rivederlo basta cliccare qui.
In questo caso non siamo a quei livelli, comunque il clima che in quegli anni regnava in quel contesto è abbastanza ben rappresentato.
Il primo video è dedicato interamente a Lester Young che, accompagnato dal trombone di Bill Harris e sontenuto da una ritmica eccellente con Hank Jones al piano, Ray Brown al basso e Buddy Rich alla batteria,  interpreta da par suo il classico Pennies from Heaven.


Nel secondo video gli stessi sono raggiunti da Ella Fitzgerald, dal trombettista Harry "Sweet" Davis, e da un secondo sax tenore: quello di Flip Phillips. Questa volta l'esecuzione è collettiva con una serie di assoli in sequenza, inframezzati dallo swingante "scat" di Ella, sulle note di Blues for Greasy composta per l'occasione da Davis.


Vedere l'esecuzione oltre che ascoltarla, aiuta a comprendere lo spirito che aleggiava fra gli artisti in quelle occasioni ed a capire come siano poi nati certi capolavori che resteranno nella storia del jazz.

lunedì 5 dicembre 2011

Lester Young in «Jammin' the Blues» (1944)


Pubblicato sabato 28 luglio 2007

Per chi, come me, ama collezionare oltre i dischi anche i video di jazz, uno dei filmati più agognati è Jammin' the Blues realizzato nel 1944 dal fotografo statunitense, di origine albanese, Gjon Mili (1904 - 1984) -autorevole collaboratore della rivista LIFE- con la partecipazione di famosi musicisti, come si può vedere dai titoli di testa, fra i quali primeggia Lester Young.
Il fascino straordinario del filmato stà in poco più di 10 minuti di sapiente commistione fra bellissima musica ed immagini suggestive.
Il filmato nel 1945 ottenne una nomination agli Oscar per la categoria cortometraggi. 


P.S. : per completezza aggiungo le formazioni dei tre brani:The Midnight Symphony : Harry "Sweet" Edison (tr) Lester Young (saxt) Marlowe Morris (pf) Barney Kessel (cht) Red Callender (bs) Sidney Catlett (btr)
On the Sunny Side of the Street : come sopra più Mary Bryant (vc)
Jammin' the Blues : come The Midnight Symphony più Illinois Jacquet (saxt aggiunto), John Simmons (bs per R. Callender), Jo Jones (btr per Sidney Catlett).