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domenica 18 dicembre 2011

Guido Manusardi: musicalità italiana e folclore romeno.

Repost from Splinder (29 jan. 2010)


Guido Manusardi (classe 1935) è uno dei pianisti jazz italiani più versatili ed affermati e molto noto anche all'estero. Negli anni '60-70 trascorse lunghi periodi in Svezia ed in Romania, recuperandone elementi del folclore musicale che ha fuso con il suo originale pianismo, creando un linguaggio musicale particolare, personalissimo.
Di seguito due suoi dischi di quel periodo, interessanti per la loro particolarità, che da decenni non vengono ripubblicati e che pertanto vi propongo in condivisione qui sotto.
Il primo Piano Jazz del 1969 inciso in Romania con musicisti romeni, ma pubblicato in Italia, il secondo Impresii din Vacanţă, registrato fra il 1973 e il 1974 in Italia, con musicisti italiani, ma pubblicato in Romania, con indiscutibili influssi folcloristi romeni.

credits
Piano Jazz 
(dire FO 335)
Bucarest (Romania) settembre 1969
Guido Manusardi (p)
H. Schell (t)
Nicolae Farcas (tbn)
Dan Mindrila (sax t)
Johnny Raducanu (bs)
Vasile Ganea (btr)

tutti i brani sono di G. Manusardi tranne ove diversamente indicato

SIDE A (nuovo Link)
A1. Doina (H. Schell) 5'30”
A2. Krying 7'55”
A3. Eruption 5'15”




SIDE B (nuovo link)
Clavis Venium
Suite
1a parte 11'40”
2a parte 4'08”

Di questo album ho già parlato ampiamente in un mio post di alcuni anni fa e che potete leggere (qui)



credits
Impresii din Vacanţă 
(Electrorecord STM-EDE 0944)
Milano 1973/1974
Guido Manusardi (p) 
Giorgio Azzolini (bs)
Tullio De Piscopo (btr)
Sergio Fanni (t) solo in B2


tutti i brani sono di G. Manusardi tranne ove diversamente indicato


SIDE A (new link)

A1. Murmurul Izvoarelor
A2. 
Valea Oltului
A3. 
Canyon




SIDE B (new link)

B1. Tăndărică (J. Raducanu)
B2. Prin Ceaţă
B3. Sfîrşit de Săptămînă



Anche di questo album ho già parlato ampiamente in un mio post di alcuni anni fa e che potete leggere (qui).


domenica 11 dicembre 2011

Jazz a Milano (1982)

Pubblicato il 7 aprile 2010


Un importante istituto di credito lombardo, agli inizi degli anni '80, realizzò per i propri clienti VIP un cofanetto di 2 LP con una serie di incisioni inedite di alcuni autorevoli jazzisti italiani che all'epoca operavano su Milano. Il tutto corredato da un elegante fascicolo con un' introduzione di Arrigo Polillo, interventi di diversi critici e ricco di belle foto.


Trattandosi di un'opera a tiratura limitata, mai più ripubblicata, oggi rappresenta una vera rarità per collezionisti. Tutti i brani sono stati registrati presso lo studio Barigozzi nei mesi di luglio e settembre 1982, salvo diversa indicazione.




A1. Wolverine Blues 4'02”
A2. I Surrender Dear 3'58”
A3. That's a Plenty 3'20”
BOVISA NEW ORLEANS JAZZ BAND
Fausto Rossi (tr)
Luciano Invernizzi (tbn)
Marcello Noia (cl)
Alberto Bandel (p)
Fabio Turazzi (bjo)
Franco Clerici (bs)
Terenzio Belluzzo (btr)

A4. Ain't Misbehavin' 4'05”
A5. Tin Roof Blues 4'10”
A6. Rosetta 3'20”
ORIGINAL LAMBRO JAZZ BAND
Antonio Foletto (tr)
Francesco Cavallari (tbn)
Renato Gerbella (cl)
Carlo Giuseppe Manto (p)
Mario Pratella (cht)
Raffaele Linares (bs)
Stefano Bagnoli (btr)


B1. China Boy 3'15”
B2. Louisiana 2'36”
B3. Singin' the Blues 2'17”
B4. Jazz Me Blues 3'08”
LINO PATRUNO & HIS BIX SOUND
Giorgio Alberti (cnt)
Carlo Bagnoli (sax b)
Lino Patruno (cht)
Marco Ratti (bs)

B5. If Dreams Come True 4'06”
B6. Things Ain't What They Used to Be 4'02”
B7. 'S Wonderful 2'33”
LA SWINGHERA
Vittorio Castelli (sax t, cl)
Guido Cairo (p)
Pierluigi Sangiovanni (bs)
Attilio Rota (btr)


Disco 2
new link (mega)
zippy


A1. Beppe's Ride 3'03”
A2. For Easy 6'50”
A3. Sylvia 3'35”
GUIDO MANUSARDI TRIO
Guido Manusardi (p)
Marco Vaggi (bs)
Gianni Cazzola (btr)

A4. I Hear a Rhapsody 4'15”
A5. If You Could See Me Now 4'25”
A6. Lunet 3'35”
GIANNI BASSO QUARTETTO
Gianni Basso (sax t)
Riccardo Zegna (p)
Luciano Milanese (bs)
Giancarlo Pillot (btr)


B1. Kikorì 2'17”
B2. Skil 1'08”
B3. Incentive 6'30”
B4. Borzak Borzak Alleluja 3'59”
JAZZ TRIO
Franco Cerri (cht)
Enrico Intra (p)
Lucio Terzano (bassetto)

B5. Blues Print 6'55”
FRANCO D'ANDREA (p)
5 giugno 1980

B6. Rag and Blues 7'30”
QUARTETTO FRANCO D'ANDREA
Franco D'Andrea (p)
Tino Tracanna (sax a)
Attilio Zanchi (bs)
Gianni Cazzola (btr)
aprile 1982

giovedì 17 novembre 2011

Piano Jazz con Guido Manusardi

Il disco cui mi riferivo è appunto Piano Jazz del 1969 (DIRE Fo 335) registrato a Bucarest con musicisti rumeni, ma pubblicato in Italia. Oltra al pianista suonano H. Schell alla tromba, Dan Mîndrilla al sax tenore, Johnny Raducanu al basso e Macky Ganea alla batteria.
Il disco è una specie di compendio delle capacità musicali di Manusardi, sia come esecutore che come compositore. Il lato A contiene tre brani molto diversi fra loro, mentre il lato B è interamente dedicato ad una suite in due parti intitolata Clavis Vennium (nome latino di Chiavenna, città natale dell'autore).
Il primo brano è appunto Doina, unico non composto da Manusardi, del trombettista romeno H. Schell, con evidenti richiami al folklore romeno: Doina è un nome di donna molto diffuso in Romania.
Il secondo brano Krying e invece impregnato di forti accenti "hard bop" ed offre spazio a tutti i componenti del quintetto per evidenziare le loro considerevoli capacità espressive.
Il terzo Eruption si richiama invece agli esordi del "free" con il sax di Mîndrilla che fa egregiamente il verso ad Archie Shepp.
La lunga suite del lato B conferma le notevoli capacità compositive del pianista ed offre spunti non solo jazzistici, ma anche richiami alla musica europea contemporanea.
Purtroppo, per quanto ne sò, il disco non è stato ripubblicato in CD.
Ritornando ai bravissimi musicisti romeni vorrei dire qualcosa di più su due di loro: il bassista Johnny Raducanu ed il sax Dan Mîndrilla.

Il primo, che oggi ha 75 anni, è diventato il più famoso jazzista rumeno, definito dal critico statunitense Leonard Feather "Mr. Jazz of Romania", ancora oggi è in attività, anche negli USA dove in anni recenti si è esibito ripetutamente.
Il secondo ho avuto modo di conoscerlo personalmente, durante il mio soggiorno in Romania, suonava saltuariamente all'hotel della Gara du Nord, ed ebbi modo di parlare con lui della sua esperienza con Manusardi, che ricordava con grande nostalgia. Quelli erano anni tristi per i romeni e per aiutarlo lo chiamai a suonare con il suo gruppo al Veglione di Capodanno del 1985, che avevo organizzato, assieme al collega statunitense, per la comunità diplomatica occidentale.
In quell'occasione mi chiese se avevo qualche disco recente di Guido, che non sentiva da molti anni, anche perché le drammatiche condizioni del paese non consentivano la circolazione di prodotti provenienti dall'estero. Avendo acquistato da poco due LP del pianista ("Bridge into New Generation" e "Maestro + Maestro" con Gianni Basso) gli feci una cassetta e gliela feci avere. Due giorni dopo me la restitui nel timore di avere guai con la "Securitate" (la polizia segreta di Ceausescu), pertanto decisi di nn cercarlo più per non creargli dei problemi.
Succesivamente non ho più avuto sue notizie e le ricerche su internet riportano solo pochi cenni risalenti tutti a oltre 25 anni fà. (Da notizie più recenti ho appreso che è deceduto nel 1992).
Con queste ultime annotazioni personali concludo, per ora, il discorso su Manusardi, in attesa di segnalare altro materiale interessante in mio possesso.

Ancora Manusardi e folklore romeno

Dopo una lunga parentesi riprendo là dove ero rimasto, ossia Manusardi e il folklore romeno.Il pianista, in quest'ultimo decennio è tornato sull'argomento con due albums molto interessanti: Village Fair del 1997 e Doina del 2000.Nel primo, nel quale si avvale della collaborazione di Paolo Fresu, di Gian Luigi Trovesi, di Furio Di Castri, di Roberto Gatto e di Roberto Rossi al trombone, troviamo molti riferimenti alla Romania ed al suo folklore già a partire dai titoli, come Ciobanasca (il cioban è il mantello di pecora tipico dei pastori romeni), o  Banat Mood (il Banat è una regione storica della Romania) o ancora Balada (Ballata in romeno), così come negli spunti musicali che sono all'origine di Country Ballad, Gipsy Mood e The Fair, ecc.. Un, disco decisamente interessante, uno dei migliori del pianista, tutto da ascoltare, grazie anche all'apporto straordinario do Fresu e Trovesi.Nel 2000 con Doina l'esperimento viene ripetuto con un diverso organico comprendente ben 4 fiati, dei quali solo Roberto Rossi era presente anche nel precedente album. Gli altri sono F. Bosso alla tromba, G. Visibelli e G. Bombardieri ai saxes, L.Terzano al basso e M. Beggio alla batteria. Anche nei 10 brani contenuti nell'album gli spunti tratti da motivi popolari romeni sono numerosi. Si tratta anche in questo caso di un disco notevole che consiglio vivamente a chi ancora non lo conoscesse e «che non dimenticherete facilmente» come dice Marcello Piras nelle note di copertina.L'ascolto di questo album mi ha fatto ritornare in mente un vecchio LP della mia collezione, registrato a Bucarest, con musicisti romeni, ma pubblicato in Italia, ossia Piano Jazz del 1969 (DIRE Fo 335), in cui troviamo come brano d'apertura quel Doina che da il titolo al CD di cui sopra e che merita un discorso a parte da farsi nei prossimi giorni.

Guido Manusardi: rarità folkore romeno

Repost from Slinder (5 jul. 2006)


Nei giorni scorsi curiosando su E-Bay mi sono imbattuto in un inserzionista ungherese che offriva, con base d'asta di 50 euro, un LP del Trio Manusardi "Impresii din Vacanta" (Holiday Impressions) edito in Romania nella "Seria Jazz" della Electrecord di Bucarest verso la metà degli anni '70. Un disco che una ventina d'anni fà, quando ero in servizio presso l'Ambasciata d'Italia a Bucarest avevo acquistato e che conservo fra i miei vecchi LP. Non si tratta però, come credevo quando l'acquistai, di uno degli album registrati in Romania dal pianista negli anni in cui ha vissuto e suonato in quel paese.
Il disco è quasi sicuramente l'edizione romena di WeekEnd's Jazz Impression (Oscar OS206) registrato a Milano fra il 1973 e il 1974 con Giorgio Azzolini al basso e Tullio DePiscopo alla batteria e con la presenza di Sergio Fanni in un solo brano. Ricavo i dati discografici da una discografia non disponendo del disco italiano, ma il numero dei brani e la fomazione coincidono ed anche due titoli, gli altri quattro nel primo sono in romeno, nel secondo in inglese e sembrerebbero differenti; ad es. Murmurul Izvoarelor (Il mormorio delle primavere) diventa in inglese Spanish Meeting, una bella differenza, così come Valea Oltului (la valle dell'Olt, fiume della Romania) diventa Mistic, oppure Prin Ceata (Nella Nebbia) diventa Collaboration, infine Tandarica scritto, con evidentissimi riferimenti al folklore romeno, dal bassista romeno Johnny Raducanu, su cui tornerò prossimamente, diventa Sad.La cosa curiosa è che nelle note di copertina dell'edizione romena viene scritto che Manusardi "fortemente impressionato dalla bellezza dei nostri paesaggi montani, evoca nelle sue composizioni il mormorio delle primavere, la valle dell'Olt, un sentiero nella nebbia, ecc. Inoltre come gesto d'amicizia per il bassista e compositore Johnny Raducanu, utilizza la sua composizione Tandarica mostrando il suo interesse per il folklore romeno."
Essendo questo interesse effettivo e testimoniato ancora oggi in alcuni suoi lavori, forse l'estensore delle note di copertina non si sbagliava e la diversità dei titoli nell'edizione italiana, senza riferimenti al folklore romeno fu dovuta a questioni commerciali, ma questo potrebbe dircelo solo Manusardi, nel caso improbabile che leggesse queste mie note.
Naturalmente questo incontro casuale mi ha indotto a riascoltare l'album, che non risentivo da molti anni, e l'ho trovato ancora fresco ed interessante. Veramente apprezzabile in Tandarica l'intervento al basso di Azzolini, che esegue la parte che normalmente era di Raducanu.

(continua)