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domenica 11 dicembre 2011

Giorgio Azzolini: storico bassista del jazz italiano moderno.

Pubblicato l'8 giugno 2010


Giorgio Azzolini resta uno dei pochi grandi vecchi del jazz ancora in vita, ha compiuto da poco 82 anni, ed è anche l'unico fra questi che ho avuto il piacere di conoscere personalmente. Qui sotto lo vediamo in una foto di molti anni fa, in compagnia del batterista Gil Cuppini, per anni suo partner in una delle più prestigiose e richieste rhythm sessions italiane.


Nell'estate di oltre vent'anni fa, grazie a un comune amico, il pianista bergamasco Claudio Angeleri, trascorremmo, in quel di Marina di Carrara, una gradevolissima serata. Azzolini è un signore elegante, distinto, dall'eloquio piacevole, parlammo a lungo del jazz italiano, egli ci rese partecipi di suoi ricordi e non mancò di esprimere giudizi più o meno positivi sui jazzisti più noti all'epoca. Ricordo in particolare la sua grande ammirazione per Franco D'Andrea, che considerava al momento il migliore in assoluto.
Negli anni successivi ebbi l'opportunità di rincontrarlo a Milano, in occasione di concerti, ma sempre e solo per un fuggevole saluto. Poi i miei spostamenti professionali mi hanno portato lontano e non ho più avuto modo di vederlo.

Talentuoso strumentista, raffinato compositore, apprezzato docente, nella sua lunga e straordinaria carriera - sino a qualche anno fa ha continuato ad esibirsi sia pur saltuariamente - è stato uno dei principali artefici, assieme a Basso, Cuppini, Valdambrini, Umiliani ecc., del rinnovamento del jazz italiano negli anni '60 e '70. È stato membro fisso del quintetto Basso Valdambrini, gruppo che per primo ottenne un grande riconoscimento internazionale per il jazz nostrano, e che nel 2009 è stato immortalato sulla copertina di un bellissimo calendario sul jazz italiano moderno, in cui Azzolini compare sullo sfondo.


Negli anni si è esibito in Italia e all'estero a fianco di moltissime grandi stars internazionali da Billie Holiday a Chet Baker, da Teddy Wilson a Gato Barbieri, ecc.. In questa foto lo vediamo a destra di Billie Holiday alla Taverna Messicana nel 1958 con il suddetto quintetto.


I dischi in cui è presente sono centinaia, ma la discografia a suo nome è limitata a più o meno una decina di album. L'ultimo, A Walk Trough My Life (CDpM Lion 140-2), con Angeleri, risale al 2002.

Artist: Giorgio Azzolini Octet
Title Of Album: A Walk Through my Life
Year Of Release: 2002
Label: CDpM Lion

Tracklist:
1) Mdina 7'21"
2) Blues for Ferdy 5'17"
3) Giorgia Mood 7'13"
4) Summit soul (J.L. Ponty) 5'03"
5) The Scicluna street 9'38"
6) Strolling (H. Silver) 4'13"
7) Sliema 5'29"


Giorgio Azzolini, contrabbasso, arrangiamenti, composizione
Claudio Angeleri, pianoforte
Gabriele Comeglio, sax alto e baritono
Marco Gotti, sax tenore
Sergio Orlandi, tromba e flicorno
Mauro Parodi, trombone
Marco Ricci, contrabbasso
Stefano Bagnoli, batteria


Recentemente mi è ricapitato fra le mani un suo vecchio album del 1976 The Scicluna Street, (Carosello CLE 21020) della serie “Jazz from Italy”, storica collana dedicata ai migliori jazzisti italiani degli anni '70, mai ripubblicata in CD.


Artist: Giorgio Azzolini
Title Of Album: The Scicluna Street
Year Of Release: 1976
Label: Carosello

Tracklist:
Side A
A1) The Scicluna Street - 5'15"
A2) Colori (S. Palumbo) - 5'50"
A3) Bankok - 5'46"

Side B
B1) Spanish Portrait - 8'33"
B2) Blues Deflection - 10'15"


Giorgio Azzolini (bass),
Giancarlo Barigozzi (ten sax, soprano sax),
Sergio Fanni (flgh),
Tullio De Piscopo (drums, perc),
Sante Palumbo (p., el. p),
Franco D'Andrea (p on #A1, B1),
Giancarlo Pillot (drums on #A2)


Nel riascoltarlo, dopo tanto tempo, l'ho trovato sempre molto godibile ed utile per rendersi conto anche delle qualità di compositore di Azzolini (4 brani su 5 sono sue composizioni). Le interessanti note di copertina di Arrigo Polillo illustrano accuratamente tutti gli aspetti dell'album, che a mio parere resta uno dei più interessanti di quel periodo, grazie anche al nutrito gruppo di musicisti che presero parte a quelle incisioni.



N. B.
I link riportati in questo post non sono stati realizzati da me. Mi sono limitato a segnalare link già presenti in rete, lasciando ad ognuno la scelta di scaricare o meno.

giovedì 17 novembre 2011

Guido Manusardi: rarità folkore romeno

Repost from Slinder (5 jul. 2006)


Nei giorni scorsi curiosando su E-Bay mi sono imbattuto in un inserzionista ungherese che offriva, con base d'asta di 50 euro, un LP del Trio Manusardi "Impresii din Vacanta" (Holiday Impressions) edito in Romania nella "Seria Jazz" della Electrecord di Bucarest verso la metà degli anni '70. Un disco che una ventina d'anni fà, quando ero in servizio presso l'Ambasciata d'Italia a Bucarest avevo acquistato e che conservo fra i miei vecchi LP. Non si tratta però, come credevo quando l'acquistai, di uno degli album registrati in Romania dal pianista negli anni in cui ha vissuto e suonato in quel paese.
Il disco è quasi sicuramente l'edizione romena di WeekEnd's Jazz Impression (Oscar OS206) registrato a Milano fra il 1973 e il 1974 con Giorgio Azzolini al basso e Tullio DePiscopo alla batteria e con la presenza di Sergio Fanni in un solo brano. Ricavo i dati discografici da una discografia non disponendo del disco italiano, ma il numero dei brani e la fomazione coincidono ed anche due titoli, gli altri quattro nel primo sono in romeno, nel secondo in inglese e sembrerebbero differenti; ad es. Murmurul Izvoarelor (Il mormorio delle primavere) diventa in inglese Spanish Meeting, una bella differenza, così come Valea Oltului (la valle dell'Olt, fiume della Romania) diventa Mistic, oppure Prin Ceata (Nella Nebbia) diventa Collaboration, infine Tandarica scritto, con evidentissimi riferimenti al folklore romeno, dal bassista romeno Johnny Raducanu, su cui tornerò prossimamente, diventa Sad.La cosa curiosa è che nelle note di copertina dell'edizione romena viene scritto che Manusardi "fortemente impressionato dalla bellezza dei nostri paesaggi montani, evoca nelle sue composizioni il mormorio delle primavere, la valle dell'Olt, un sentiero nella nebbia, ecc. Inoltre come gesto d'amicizia per il bassista e compositore Johnny Raducanu, utilizza la sua composizione Tandarica mostrando il suo interesse per il folklore romeno."
Essendo questo interesse effettivo e testimoniato ancora oggi in alcuni suoi lavori, forse l'estensore delle note di copertina non si sbagliava e la diversità dei titoli nell'edizione italiana, senza riferimenti al folklore romeno fu dovuta a questioni commerciali, ma questo potrebbe dircelo solo Manusardi, nel caso improbabile che leggesse queste mie note.
Naturalmente questo incontro casuale mi ha indotto a riascoltare l'album, che non risentivo da molti anni, e l'ho trovato ancora fresco ed interessante. Veramente apprezzabile in Tandarica l'intervento al basso di Azzolini, che esegue la parte che normalmente era di Raducanu.

(continua)