Anche il 2017 è arrivato al capolinea e come ogni anno il WEB è inondato di classifiche che segnalano i migliori dischi jazz dell'anno.
Quest'anno, un po' velleitariamente, mi sono cimentato in una personale classifica, segnalando alcuni dischi, pochi, che mi hanno maggiormente convinto, ovviamente fra quelli che sono entrati nella mia modesta raccolta.
Forse ho esagerato un po' con i "vecchietti", ma da ultraottantenne merito comprensione.
AHMAD JAMAL: MARSEILLE (Jazz Village 2017)
A 86 anni suonati Jamal non delude mai e, soprattutto, non si adagia sulla routine del piano-trio. Ottimi anche gli interventi vocali di Mina Agossi e di Al Malik.
DEJOHNETTE, GRENADIER, MEDESKI, SCOFIELD: HUDSON (Motéma 2017)
Un altro "diversamente giovane" guida questo quartetto che mi ha affascinato per la freschezza con cui affronta un programma che alterna vecchi "classici" folk, rock, blues con eccellenti composizioni originali.
VIJAY IYER SEXTET: FAR FROM OVER (ECM Records 2017)
Con questo fenomenale pianista indiano-americano si va sul sicuro. In questo nuovo disco si cimenta con un organico più ampio, aggiungendo tre fiati al consueto trio. Dieci composizioni originali di grande impatto emotivo.
CHARLES LLOYD NEW QUARTET: PASSIN' THRU (Blue Note 2017)
In questo "live", registrato in alcuni festival estivi lo scorso anno, Lloyd, alla soglia degli 80 anni dimostra di non aver perso la grinta di un tempo alla testa di un collaudato quartetto.
GARY PEACOCK TRIO: TANGENTS (ECM Records 2017)
Chi di solito lo immagina nello Standards Trio di Keith Jarrett, in questo album troverà un Peacock diverso che, nonostante gli 82 anni, cerca sempre nuovi stimoli ed esperienze, affiancato da due artisti navigati come Marc Copland al piano e Joey Baron alla batteria.