mercoledì 28 agosto 2013

New Friday Morning: Salvatore Arena Bassoon Jazz Quartet

Interrompiamo nuovamente questa lunga parentesi vacanziera per segnalare un altro album d'esordio di un musicista italiano, un disco veramente particolare e fuori dagli schemi.


Si tratta di New Friday Morning di Salvatore Arena con il Bassoon Jazz Quartet, recentemente pubblicato da Videoradio e RAI Trade edizioni musicali. Il quartetto è formato da:

Salvatore Arena: bassoon
Paolo Pavan: pianoforte
Carmine Iuvone: contrabbasso
Alessandro Marzi: batteria

Il bassoon (fagotto in italiano) è il basso degli strumenti ad ancia e solo raramente viene utilizzato in chiave jazz e ancor più raramente come singolo strumento leader in un quartetto. Questo strumento è caratterizzato da un suono ruvido, scuro, aspro, ma, in certi momenti, anche sensuale.


Il disco  presenta otto brani tutti composti per l'occasione da Salvatore Arena, musicista sì esordiente come leader in sala di registrazione, ma con alle spalle una lunga esperienza, sia come strumentista classico e jazz, sia come compositore arrangiatore e docente.


Questi otto brani sono tutti godibili ed alcuni veramente pregevoli, come il brano d'apertura molto spigliato e swingante, del quale proponiamo un breve stralcio




Altro brano notevole è quello che da il titolo all'album, il quale è anche quello più jazzisticamente elaborato, con richiami al free jazz. Anche di questo proponiamo un breve stralcio.


Fra gli altri brani, come ho già detto tutti interessanti, un cenno particolare merita il numero 4: Carlini, dedicato a Paolo Carlini primo fagotto dell'Orchestra Toscana, uno dei maestri di Arena. Brano allegro e gioioso, che in alcuni momenti mi ha ricordato Pierino e il Lupo di Prokofiev. Solo una suggestione personale, non suffragata, date le mie basi musicali pressoché inesistenti, da alcun elemento concreto.
Molto interessante anche il brano conclusivo ZA, la cui bella linea melodica, però, perde, a mio avviso, parte del suo fascino per le sonorità un po' aspre del fagotto. Probabilmente sarebbe una ballad perfetta qualora eseguita da uno strumento dalla sonorità meno dura, tipo il sax tenore.



Particolarmente brillante il contributo della sezione ritmica in cui si evidenzia l'apporto propulsivo di Alessandro Marzi, che avevo già avuto modo di apprezzare in altre occasioni. Senza nulla togliere al vivace pianismo di Paolo Pavan ed al sostegno ritmico di Carmine Iuvone.


In conclusione questa coraggiosa ed insolita iniziativa di Salvatore Arena, catanese classe 1974, da anni stabilitosi in quel di Trento, merita il plauso incondizionato di chi ama guardare oltre i soliti schemi.