Apriamo questo 2020 con il primo disco come leader del chitarrista piacentino Renato Podestà, che il prossimo 7 agosto compirà 40 anni, con alle spalle una lunga carriera e ben sei album registrati come membro di uno dei migliori gruppi di jazz-swing italiani: Sugarpie and the Candymen.
Questo nuovo album è stato invece realizzato in trio con Gianluca Di Ienno all'organo e Roberto Lupo (altro membro dei Sugarpie) alla batteria, un sodalizio consolidato da anni di collaborazione e di concerti.
da sx a dx: Gianluca, Renato, Roberto
Il progetto discografico è nato da un lungo viaggio negli States, durante il quale è stato assorbito sia il sapore della tradizione di New Orleans, sia il clima contemporaneo della scena newyorkese, che hanno influenzato, con grande equilibrio, le scelte per il repertorio e gli arrangiamenti.
Il programma comprende otto brani, che possiamo suddividere in tre settori: un primo di cinque tracce, dedicato ai grandi songwriters americani, che spazia da George Gershwin, a Billy Strayhorn, da Oliver Nelson a Bill Evans; un secondo con due brani originali: Bolero di composto da Podestà e Heartbeat Sweet composto da Di Iello ed infine una traccia "live" in duo, in cui Podestà dialoga con un altro chitarrista jazz Sandro Gibellini: Exactly Like You, tratta da un vecchio concerto del 2017, un omaggio a un suo insegnante.
La traccia che apre il programma, è un classico del 1930, Happy Feet lanciato dall'orchestra di Paul Whiteman con Bing Crosby e qui ripreso con swingante brio, che ricrea l'atmosfera sincopata di quegli anni. Un piccolo assaggio in questo breve video tratto da un concerto di presentazione del disco.
La seconda traccia ci porta nel 1957 con Five di Bill Evans tratta dall'album New Jazz Conceptions, brano che permette di evidenziare la perfetta sintonia fra organo e chitarra.
Segue Blood Count del 1967, il testamento musicale di Billy Strayhorn immortalato da Ellington nello splendido LP ...and his mother called him Bill. Il brano viene riletto con grande sensibilità dal trio per nulla intimoriti dal confronto con il pianoforte di Ellington e il sax di Johnny Hodges. Di seguito un altro breve assaggio del brano tratto dal solito concerto.
Con il brano successivo: Fashinating Rhythm di Gershwin, portato al successo negli anni venti da Fred Astaire, il clima di quegli anni viene rievocato e modernizzato con brillantezza stilistica.
Chiude il primo blocco un'altra pietra miliare della storia del jazz: Butch and Butch di Oliver Nelson tratto da un album storico del 1961 The Blues and the Abtract Truth, che annoverava fra i protagonisti artisti del calibro di Eric Dolphy, Bill Evans, Freddie Hubbard, Paul Chambers, Roy Hynes, un'ensemble da far tremare i polsi. Anche in questo caso, il brano viene affrontato senza timori reverenziali, con lo spirito giusto, offrendoci una rilettura in cui chitarra e organo si amalgamano riuscendo a coprire l'intero arco strumentale. Notevole l'assolo del batterista.
Il disco prosegue con le due composizioni originali: il melanconico Bolero di Podestà e il più spumeggiante Heartbeat Sweet di Di Ienno.
Con l'ultimo brano eseguito in duo con Sandro Gibellini si torna ad un classico degli anni trenta: Exactly Like You che gli appassionati ricorderanno in almeno altre due esecuzioni storiche, sempre in duo: Django Reinhardt & Stephane Grappelli del 1937 e Count Basie e Oscar Peterson del 1988.
In questa rilettura le due chitarre dialogano con grande sintonia, rievocando con maestria ed eleganza le atmosfere di quegli anni.
Non ci resta che complimentarci con Renato Podestà per aver realizzato, con il determinante contributo dei suoi partners, un disco gradevolissimo, tutto da godere, anche per chi non mastica Jazz.
Chiudiamo proponendo il video trailer del disco, per avere un'idea del genere di musica proposta.
Buon ascolto.
La traccia che apre il programma, è un classico del 1930, Happy Feet lanciato dall'orchestra di Paul Whiteman con Bing Crosby e qui ripreso con swingante brio, che ricrea l'atmosfera sincopata di quegli anni. Un piccolo assaggio in questo breve video tratto da un concerto di presentazione del disco.
La seconda traccia ci porta nel 1957 con Five di Bill Evans tratta dall'album New Jazz Conceptions, brano che permette di evidenziare la perfetta sintonia fra organo e chitarra.
Segue Blood Count del 1967, il testamento musicale di Billy Strayhorn immortalato da Ellington nello splendido LP ...and his mother called him Bill. Il brano viene riletto con grande sensibilità dal trio per nulla intimoriti dal confronto con il pianoforte di Ellington e il sax di Johnny Hodges. Di seguito un altro breve assaggio del brano tratto dal solito concerto.
Con il brano successivo: Fashinating Rhythm di Gershwin, portato al successo negli anni venti da Fred Astaire, il clima di quegli anni viene rievocato e modernizzato con brillantezza stilistica.
Chiude il primo blocco un'altra pietra miliare della storia del jazz: Butch and Butch di Oliver Nelson tratto da un album storico del 1961 The Blues and the Abtract Truth, che annoverava fra i protagonisti artisti del calibro di Eric Dolphy, Bill Evans, Freddie Hubbard, Paul Chambers, Roy Hynes, un'ensemble da far tremare i polsi. Anche in questo caso, il brano viene affrontato senza timori reverenziali, con lo spirito giusto, offrendoci una rilettura in cui chitarra e organo si amalgamano riuscendo a coprire l'intero arco strumentale. Notevole l'assolo del batterista.
Il disco prosegue con le due composizioni originali: il melanconico Bolero di Podestà e il più spumeggiante Heartbeat Sweet di Di Ienno.
Il maestro e l'allievo
In questa rilettura le due chitarre dialogano con grande sintonia, rievocando con maestria ed eleganza le atmosfere di quegli anni.
Non ci resta che complimentarci con Renato Podestà per aver realizzato, con il determinante contributo dei suoi partners, un disco gradevolissimo, tutto da godere, anche per chi non mastica Jazz.
Chiudiamo proponendo il video trailer del disco, per avere un'idea del genere di musica proposta.
Buon ascolto.
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