Segnalo un interessante articolo del critico musicale Stefano Dentice.
La talentuosa cantante siciliana Daniela Spalletta seconda al “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition 2019”
Padronanza tecnica di rara fattura, invidiabile intonazione, impeccabile gestione e sostegno del diaframma, nonché un’elogiabile agilità di fraseggio. Queste caratteristiche artistiche corrispondono a un nome a un cognome: Daniela Spalletta. La brillante cantante sicula, musicista dall’inestimabile talento, si è distinta (anche) grazie a queste sue irrefutabili qualità al Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition, prestigiosissima competizione internazionale svoltasi (in occasione della finale) al New Jersey Performing Art Center di Newark, negli Stati Uniti, concorso in cui si è classificata al secondo posto di fronte a una giuria formata da alcuni fra i più blasonati artisti e addetti ai lavori del jazz mondiale come Dee Dee Bridgewater, Christian McBride, Jane Monheit, Monifa Brown e Matt Pierson.
Tra oltre seicento cantanti giunte da tutto il mondo e circa 2500 brani condivisi sulla piattaforma del “Sarah Vaughan International Jazz Competition”, in seguito al superamento di svariati gradi di preselezione, che comprendevano inizialmente quaranta partecipanti e poi quindici, Daniela Spalletta si è piazzata fra le cinque finaliste del concorso e si è esibita in finale il 24 novembre. Come da tradizione della gara, le finaliste dovevano interpretare due brani a testa per poi (ri)calcare il palco nell’ultimo pezzo. La cantante siciliana ha dapprima eseguito Everybody’s Song but my own di Kenny Wheeler e Norma Winstone e Stella by starlight di Victor Young e Ned Washington, mentre il terzo brano consisteva in un vocalese, da lei autografato, sul solo di Pat Metheny in The road to you. Daniela Spalletta, che annovera collaborazioni di prestigio insieme a jazzisti del calibro di Seamus Blake, Israel Varela, Fabrizio Bosso, Max Ionata, Enrico Intra (solo per citarne alcuni), ha tenuto alta la bandiera dell’Italia proprio nella patria e nella culla del jazz per antonomasia come gli Stati Uniti. Una giovane e lucente stella del firmamento jazzistico nazionale ha brillato oltreoceano, inorgogliendo, così, tutti i jazzofili del Belpaese.
Stefano Dentice
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