martedì 24 gennaio 2012

Betty Boop e Louis Armstrong (1932)

Ripropongo il cartone di Betty Boop con la partecipazione di Louis Armstrong, cancellato a causa della chiusura di Megavideo su cui il filmato era postato. Gli autori del cartoon si sono spesso rivolti a musicisti jazz per la colonna sonora, in questo caso l'immagine di Armstrong ispira anche un personaggio della storia. Davvero divertente.

domenica 22 gennaio 2012

Charles Mingus quintet Live at Umbria Jazz 1974



Uno strepitoso concerto del quintetto di Charles Mingus con George Adams (ten. sax), Hamiet Bluiett (bar. sax) Don Pullen (piano) and Dannie Richmond (drm) a Umbria Jazz 1974, tutto da ascoltare qui di seguito

mercoledì 18 gennaio 2012

Woody Herman e il suo Swinging Herd ad Antibes nel 1965

Se amate la musica swingante delle famose Big Band non perdetevi questo concerto di Woody Herman e la sua orchestra registrato ad Antibes nel 1965 e postato sul mio blog in inglese.




http://bloginjazz.blogspot.com/2012/01/jazz-live-in-europe-woody-herman-in.html

Il vivace video proposto di seguito è dell'anno precedente. La formazione dovrebbe essere simile e i due solisti principali: Nat Pierce al piano e Sal Nistico al sax ten., sono presenti anche nel disco.


martedì 10 gennaio 2012

Il canto jazz coniugato al femminile (parte III)


Visto l'apprezzamento riscosso dalle due precedenti raccolte (qui) e (qui) ho realizzato un'altra playlist, mettendo insieme voci che spaziano dai primi anni '40 fino ai giorni nostri.
Mostri sacri come Dinah Washington (the Queen), Barbra Streisand, Diana Ross, Peggy Lee, Lena Horne, Dianne Reeves, Etta James e la nostra Ornella Vanoni, si alternano con personaggi meno noti come Nellie Lautcher, Ethel Ellis, Erma Franklin (sorella della più famosa Aretha) o Thelma Gracen che ebbero una certa visibilità negli anni '50-60, ma oggi pressoché ignorate. Fra le più giovani troviamo Gladys Knight, Cheryl Bentine (più nota come componente dei Manhattan Transfer), Cassandra Reed, la francese Elisabeth Kontomanou, Patricia Barber, Cybill Sheperd (più nota come star della TV), ed infine il giovanissimo fenomeno vocale Nikki Yanofsky (classe 1994).


Come nelle precedenti selezioni ho, in linea di massima, privilegiato gli standards, che consentono una più facile fruizione per chi non è particolarmente esperto.


YOUNG GIRLS & OLD LADIES part 3
singing and playing
JAZZ
selected by Jazzfan37

Tracks
  1. Dinah Washington - Cry Me River (da “What a Difference a Day Makes!” 1959)
  2. Cybill Shepperd – I Can't Get Started (da “Mad About a Boy” con Stan Getz 1976)
  3. Lena Horne – Love Me or Leave Me (da “It's Love” 1955)
  4. Cassandra Reed – Color of Love (da “Cassandra Reed” 2003)
  5. Etta James – You've Changed (da “Mystery Lady: Songs of Billie” 1994)
  6. Dianne Reeves – Ask Me Now (da “Down Here Below” duet with Jeffery Smith 1999)
  7. Cheryl Bentine – Skylark (da “Let Me Off Uptown” 2005)
  8. Peggy Lee – Where or When (da “50 Sublimes Chanteuses de Jazz” con Benny Goodman 1941)
  9. Elisabeth Kontomanou – I Gotta Right to Sing the Blues (da"Waitin' for Spring" 2007)
  10. Ornella Vanoni – Ev'ry Time You Say Goodbye (da “Argilla” con Paolo Fresu e Tino Tracanna 1997)
  11. Gladys Knight - Stormy Weather (da “Before Me” 2006)
  12. Karrin Allyson – The Meaning of the Blues (da “Jazz Moods Mood Indigo” 2004)
  13. Erma Franklin - Can't See My Way (da “Super Soul Sister” 1968)
  14. Diana Ross – Good Morning Hearthache (da “Love & Life” 1972)
  15. Nikki Yanofsky – Air Mail Special (da “We All Love Ella” 2007)
  16. Barbra Streisand - In the Wee Small Hours of the Morning (da “Love is Answer” 2009)
  17. Patricia Barber – Summertime (da "Distortion of Love" 1992)
  18. Ethel Ennis – Love for Sale ( da “Lullabies for Losers” 1955)
  19. Nellie Lutcher – You Made Me Love You (da “Our New Nellie” 1956)
  20. Thelma Gracen – Harbour Light (da “Thelma Gracen” 1955)
La playlist può essere ascoltata qui di sotto

martedì 3 gennaio 2012

Charles Mingus e Joni Mitchell: un incontro inconsueto.


In questi giorni di festa rovistando fra le vecchie cianfrusaglie conservate nei posti più impensati, mi è capitata fra le mani un vecchia musicassetta acquistata più di 30 anni fa che avevo dimenticato di possedere. Nei vari traslochi era finita in fondo ad un cassetto e pertanto non l'avevo più ascoltata. 


Riascoltarla (new link) dopo tanti anni è stata una vera sorpresa. Questo connubio fra la musica di Mingus e i testi e la voce della Mitchell, realizzata quando lui era alla fine dei suoi giorni, all'epoca non ebbe il successo che avrebbe meritato. Non apprezzato dai fans della cantante (fu in assoluto il suo disco meno venduto) e mal visto dai puristi del jazz che considerarono un sacrilegio un'alleanza con una star del rock, a distanza di anni questo ritratto atipico del geniale maestro del jazz merita invece, a mio avviso, di essere riascoltato.


In un'intervista rilasciata a Leonard Feather e apparsa sul numero di novembre 1979 di Down Beat, la cantante rivelò la genesi di quell'opera. Mingus, all'epoca già gravemente malato e confinato sulla sedia a rotelle, dopo aver ascoltato alcuni suoi dischi, aveva pensato di realizzare con lei una specie di “Cantata” sui testi dei Quattro quartetti di T. S. Eliot, ma dopo alcuni incontri non se ne fece nulla, per le difficoltà insite nel progetto. Dopo poco Mingus le inviò alcune composizioni, scritte appositamente per lei, affinché ne scrivesse i testi e le cantasse. Purtroppo nel gennaio del 1979 la morte lo colse prima che i brani fossero completati.  



In giugno finalmente l'album vide la luce e conteneva quattro brani con musica di Mingus e parole della Mitchell, più due composizioni originali della cantante, inframezzati da alcuni frammenti contenenti la voce di Mingus, registrata in diverse occasioni dalla moglie Sue.


Il gruppo che accompagnava la cantante era una vera All Stars comprendente Jaco Pastorius, Wayne Shorter, Herbie Hancock, Peter Eskine, Don Allias e Emil Richards Wolves.
Nel video seguente è possibile ascoltare un brano eseguito in concerto con una formazione comprendente solo alcuni dei suddetti componenti del gruppo.


venerdì 30 dicembre 2011

Morelli e Fornarelli: due eccellenti pianisti pugliesi "d'esportazione".

Repost from Splinder (9 nov. 2011)


Fra i dischi usciti nel 2011 che ho segnalato negli ultimi tempi, prevalgono quelli di noti pianisti italiani come Gaetano Liguori, Stefano Bollani e Stefano Battaglia. Oggi voglio segnalare i CD recenti di due pianisti, altrettanto bravi anche se meno noti, legati fra loro dalla regione d'origine: La Puglia e dall'essere “emigrati” in Francia.

Il primo è Nico Morelli, nato a Taranto nel 1965, già allievo di Franco D'Andrea, che da anni si è stabilito a Parigi, senza tuttavia dimenticare l'Italia ed in particolare la sua regione d'origine. In attività ormai da circa vent'anni, ha inciso numerosi dischi, sia a proprio nome, sia come sideman. 

nico_morelli.tif.big

A fine settembre è uscito l'ultimo album a suo nome: Nico Morelli Trio Live in Morocco (Bonsai Music 2011) con Aldo Romano e Michel Benita. Il disco è la testimonianza di una tournée effettuata dai tre artisti in Marocco alcuni anni fa, dalla quale emergono emozioni e sapori locali e l'attestazione di un perfetto affiatamento dei tre che avevano già collaborato in precedenza. Cinque dei dieci brani sono composizioni di Morelli alcune delle quali ispirate proprio dalle atmosfere magrebine.


nico morelli - live in morocco 
nico morelli back



Il disco è disponibile anche in rete su iTunes e altri siti analoghi.


Il secondo musicista, Kekko Fornarelli è nato a Bari nel 1978 e dopo anni di studio e di collaborazione con numerosi musicisti nel 2005 pubblica il primo album a suo nome, accolto molto favorevolmente dalla critica. Trasferitosi in Francia prosegue nella ricerca di un proprio stile collaborando con musicisti italiani e francesi. Nel 2007 pubblica il suo secondo album A French Man a New York dedicato a Michel Petrucciani, al quale prende parte anche il sassofonista Rosario Giuliani.

KekkoFornarelli


Quest'anno infine è uscito Room of Mirrors (Auand - distr. Egea 2011) in trio con Luca Bulgarelli al basso e Gianlivio Liberti alla batteria. Un disco originalissimo dal “sound cosmopolita fresco ed avvincente fra acustica ed elettronica” come ha scritto il mese scorso il critico Maurizio Zerbo nella sua appassionata recensione su all about jazz.

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kekko fornarelli back


Ispirato alla musica del trio del pianista svedese Esbjorn Svensson scomparso nel 2008 il disco è la conferma delle non comuni qualità di questo artista, il quale per cercare di rendere più appetibile la sua musica anche ai giovani ha realizzato un originale video-clip forse il primo di un jazzista italiano.



Nel concludere non posso che esprimere il mio rammarico per il fatto che molti straordinari talenti nostrani, a causa della miopia dell' establishment musicale italiano, siano costretti ad “emigrare” oltralpe per potersi affermare.


Agogic: il nuovo album del rientrante Andrew D'Angelo

Repost from Splinder (6 nov. 2011)


Nell'ultimo numero dell'interessante e-magazine JazzColours, che ancora una volta consiglio di seguire a chi non lo conoscesse, è uscita un'intervista del direttore Antonio Terzo al sassofonista di origini italiane Andrew N. D'Angelo, ritornato recentemente sulle scene dopo che nel 2008 gli era stato diagnosticato un tumore al cervello.
jazzcolours

Nato a Seattle nel 1966, all'inizio degli anni '90 era divenuto uno dei membri più autorevoli della comunità jazzistica d'avanguardia di New York, soprattutto grazie al gruppo Human Feel (con Chris Speed, Kunt Rosenwenkel e Jim Black), con il quale aveva inciso diversi dischi.

human feel
d
a sx a dx: D'Angelo, Rosenwelkel, Black e Speed

Nel 2008, poco prima della terribile diagnosi, aveva pubblicato il primo disco a suo nome: Skadra Degis (Skirl Records 2008) in trio con Jim Black e Trevor Dunn. Un album esplosivo un misto di graffiante avanguardia e di bruciante free, con spunti accattivanti di puro jazz, accolto entusiasticamente dalla critica.
skadra degis



Io non conoscevo questo disco, me lo sono procurato e confesso che nonostante la mia non eccessiva simpatia per il free, sono rimasto sorpreso favorevolmente sia dalle qualità compositive di D'Angelo, che firma tutti i brani, sia dalla prorompente vitalità di questo trio, che si avventura in spericolate improvvisazioni, audaci, ma mai banali o stridenti.

Purtroppo questo felice esordio da leader venne vanificato dalla malattia e, solo di recente, dopo due interventi, che sembra abbiano risolto il problema, D'Angelo torna con un nuovo disco realizzato in collaborazione con il trombettista di origine vietnamita Coung Vu, anche lui nato a Seattle, noto per la sua collaborazione con Pat Metheny, con il quale ha messo insieme un nuovo gruppo dall'eccentrico nome Agogic (dotto termine musicale che sta ad indicare alterazioni del valore delle note e delle pause non indicate nel testo musicale) ed il loro primo album porta il nome del gruppo, di cui fanno parte anche Luke Bergman al basso elettrico ed Evan Woodle alla batteria.

cover


AGOGiC
AGOGiC
(Table&Chairs - 2011)

Andrew d’Angelo (sc, cl.bs), Cuong Vu
(tr), luke Bergman (bs.el), Evan Woodle
(bt)

1. En Se Ne
2. Too Well
3. Acid Kiss (Cuong Vu)
4. Old Heap (Evan Woodle)
5. Felicia
6. Use 2
7. Gently Shifting Next (Cuong Vu)
tutti i brani sono di D'Angelo tranne diversa indicazione

Un ritorno decisamente positivo per D'Angelo, coadiuvato dalla elegante dinamicità di Vu e dalla sensibilità espressiva e dalla vivacità ritmica di Bergman e Woodle.
Nei due video successivi e possibile constatare la qualità della musica proposta. Si tratta di due brani del disco eseguiti nel corso di una tournée per promuovere il disco.