Repost from Splinder (16 jul. 2009)
Lester Young con il suo originalissimo stile strumentale ha ribaltato alcuni valori fondamentali dell'estetica jazzistica, aprendo la via al jazz moderno. (Pino Candini)
Billie Holiday cantava jazz. Era lei stessa il jazz. (Trummy Young)
Suonare per lei non era come suonare per una cantante, ma per un altro strumento: perché ad ogni stimolo Billie Holiday reagiva con il feeling del musicista di jazz. (Mal Waldron)
Giusto cinquant'anni fa, nel 1959, nel giro di 4 mesi, da marzo a luglio, si assistette alla scomparsa di due delle più significative figure del mondo del jazz dell'epoca, unite da un profondo legame professionale ed umano, che nel bene e nel male, segnò indelebilmente le loro esistenze.
Ai primi di marzo di quell'anno, infatti, mentre si trovava a Parigi in tournée, Lester Young, colto dall'ennesimo collasso dovuto all'abuso di alcool e di droghe, su sua pressante richiesta, venne trasferito in patria, dove pochi giorni dopo, il 15 marzo, moriva a New York. Non aveva ancora 50 anni, li avrebbe compiuti il 27 agosto.
Il 17 luglio dello stesso anno sempre a New York, a soli 44 anni, anche lei distrutta nel fisico dall'abuso di alcool e di droghe, moriva Billie Holiday.
I due erano legati da un feeling particolare che andava oltre la sintonia musicale e l'attrazione fisica e che, con alti e bassi, durò per tutta la vita.
Nella sua biografia Billie Holiday parla molto di Lester, soprattutto relativamente ai primi anni di carriera, e ne deriva un quadro di collaborazione, di complicità, di stima e simpatia reciproche, ma non vi è mai un accenno ad amore o a rapporti intimi, forse dati per scontati, e che se vi furono, furono di breve durata e soprattutto furono insignificanti rispetto alla grande affinità artistica che li univa, tale da far dire che: i loro sounds appaiono una singola voce spaccata in due (Whitney Balliett) .
Lei diceva di lui:
Mi sembrava che lui fosse sempre più grande degli altri. In questo paese i re, i duchi e i baroni non contano nulla o quasi nulla, mentre il pezzo più grosso che ci fosse allora era F. D. Roosvelt ed era il presidente. Sicché presi a chiamarlo Presidente e, anche se presto fu abbreviato in “Prez”, ha sempre avuto quel significato che volevo io: l'uomo cioè, che è in cima a tutti gli altri.
Lester in una delle sue rare interviste, rilasciata poco prima di morire, riferendosi a Billie diceva:
Quando arrivai a New York la prima volta stavo da Billie. Lei mi insegnava a vivere nella città, mi diceva dove e come andare. Sai? È ancora la mia Lady Day.
I due si incontrarono la prima volta nel gennaio del 1937, Lester era stato chiamato da Teddy Wilson a sostituire Ben Webster, per una seduta d'incisione per la Brunswick. Da quel momento si creò fra i due una «istintiva sympatheia che era al contempo musicale ed esistenziale» (Luciano Federighi), che la stessa Billie così descrive:
Da quel momento Lester seppe quanto mi piaceva che si mettesse a suonare i suoi begli assoli dietro di me, e così, tutte le volte che gli era possibile, capitava nei posti dove io lavoravo, ad ascoltarmi o a suonare per me mescolato nell'orchestra.
All'epoca Billie era agli inizi della carriera, aveva poco più di 20 anni ed era una giovane donna bella e prosperosa con già alle spalle una vita turbolenta e tormentata. Per un'idea del suo aspetto fisico all'epoca si può vedere il filmato dell'ellingtoniana Symphony in Black (1935) di cui è protagonista del secondo movimento: Blues (noto anche come Big City Blues) alla quale in passato ho già dedicato una pagina in questo blog (qui).
Lester era più vecchio di sei anni ed anche lui, pur suonando da molti anni, solo allora cominciava a farsi conoscere grazie alla scrittura con l'orchestra di Count Basie. Il video seguente è di quegli anni e ce lo mostra durante un'esibizione dell'orchestra ad un Festival estivo.
...
Il loro connubio musicale durò dal 1937 al 1941 per un totale di 13 diverse sedute d'incisione e per una intera stagione con l'orchestra di Count Basie della quale però, per motivi contrattuali non sono disponibili registrazioni discografiche, ad eccezione di un I Can't Get Stated, tratto da una trasmissione radiofonica del 3 novembre 1937.
I risultati di questo connubio sono stati negli anni ripetutamente pubblicati sia a nome di Billie Holiday, sia a nome di Lester Young, nelle diverse raccolte discografiche a loro dedicate ed in tempi più recenti sono comparse diverse raccolte dedicate appositamente alle varie incisioni in comune.
Si tratta di materiale che non può mancare nelle collezioni di chi ama il jazz, e per chi ne fosse sprovvisto, fra le diverse possibilità consiglio una delle due seguenti opzioni:
una più sintetica in due CD: A Fine Romance (Definitive Records 1999) con una selezione abbastanza ricca comprendente 42 titoli.
Una completa in 3 CD : Billie Holiday & Lester Young Complete Recordings (Fremeaux 2002) comprendente 63 titoli, in pratica tutte le master tracks.
Queste incisioni comuni rappresentano solo una minima parte dell'immenso patrimonio discografico lasciatoci singolarmente dai due artisti nel corso della loro carriera e dei quali in questo blog si è parlato più di una volta.
Negli anni successivi a queste registrazioni i due pur rimanendo amici non ebbero più occasione di lavorare insieme.
Solo 16 anni dopo vennero riuniti in uno studio televisivo per la trasmissione The Sound of Jazz (1957) assieme ad altri famosi colleghi. Quell'incontro è stato immortalato in un celebre video in cui eseguono Fine and Mellow, del quale ho già parlato in una precedente pagina (qui) e che ripropongo qui sotto.
Si dice che all'epoca Billie e Lester avessero litigato e non si parlassero. Il clima fra i due, prima dell'incisione, era molto teso, ma appena Lester subentra a Webster per uno straordinario assolo l'espressione di Billie si rasserena e diventa ammiccante, il ghiaccio si è rotto, la sintonia musicale ha avuto la meglio. Purtroppo meno di due anni dopo non ci saranno più.
Nessun commento:
Posta un commento