domenica 18 dicembre 2011

Il jazz vocale al maschile in Italia

Repost from Splinder (12 dec. 2009)


In Italia non sono molti i cantanti maschi che si sono dedicati prevalentemente al jazz e che per questo sono diventati popolari, però molti cantanti di musica leggera, divenuti famosi, non hanno disdegnato di cimentarsi con il jazz, accompagnandosi a noti jazzisti o utilizzando arrangiamenti jazz, quasi per dare una patina di “nobiltà” al loro lavoro.
Fra i primi merita di essere ricordato Gegè Telesforo, vocalist, compositore, conduttore televisivo, cresciuto alla corte di Renzo Arbore, una specie di Bobby McFerrin nostrano, che negli anni ha affinato le sue qualità vocali, realizzando anche alcuni dischi interessanti. Qui lo vediamo, in un'esibizione televisiva di alcuni anni fa, duettare con Dee Dee Bridgewater.





Anche lo stesso Renzo Arbore, pur producendo musica di largo consumo, ha sempre mantenuto uno stretto contatto con il jazz, sia come musicista, sia come cantante. Nel seguente video si esibisce assieme a Lucio Dalla, anche lui nato come jazzista, divenuto poi famoso come cantante di musica leggera.


Negli ultimi anni ha raggiunto una notevole popolarità il catanese Mario Biondi, dalla voce scura, baritonale, da crooner, un po' alla Barry White, che possiamo ascoltare nel noto brano di Burt Bacharach Close to you.



Più difficile da catalogare è il pianista e cantante Sergio Cammariere, jazzista divenuto popolare grazie a San Remo, che qui possiamo ascoltare in una eccellente versione di Estate di Bruno Martino, brano divenuto ormai uno standard internazionale, con alla tromba Fabrizio Bosso. Il video è amatoriale, di qualità non perfetta, ma comunque godibile.


Lo stesso Bruno Martino (1925-2000) popolarissimo negli anni '60, nacque come pianista jazz, con l'orchestra di Piero Piccioni, trasferitosi all'estero cominciò a cantare casualmente. Rientrato in Italia ebbe un notevole successo sia come compositore sia come cantante. Un altro suo brano molto conosciuto è E la chiamano Estate, qui in un vecchio filmato RAI.



Anche l'indimenticabile Fred Buscaglione (1921-1960) nasce come musicista e cantante jazz, e durante la guerra, fatto prigioniero dagli americani, ebbe modo di suonare e cantare in una Band alleata. Nel dopoguerra fondò un gruppo jazz: gli Asternovas, che lo accompagnerà anche quando, dopo anni di gavetta, raggiunse il successo e la popolarità, fino a quando, in una notte del febbraio 1960, non andò a schiantarsi contro un albero con la sua fuoriserie americana.


Un altro popolarissimo cantante che ha spesso avuto legami con il blues e con il jazz è Pino Daniele che, soprattutto negli anni '80 chiamò a collaborare ai suoi albums jazzisti del calibro di Wayne Shorter (Bella 'mbriana), Gato Barbieri (Ferryboat) e altri, oltre ad intrattenere frequenti collaborazioni con jazzisti napoletani come in questo Je so pazzo del 1979.



Andando indietro negli anni un discorso a parte merita Nicola Arigliano (classe 1923 tuttora in attività) che da sempre ha alternato la musica leggera al jazz, e che negli ultimi anni ha ancor più privilegiato quest'ultimo, realizzando anche alcuni ottimi dischi con noti jazzisti italiani. Qui lo possiamo ascoltare in una esibizione di molti anni fa in Arrivederci, il brano di Umberto Bindi anch'esso divenuto ormai uno standard jazzistico, eseguito anche, fra gli altri, da Chet Baker



Negli anni a cavallo della II guerra mondiale, quando il jazz era formalmente vietato, alcuni famosi cantanti italiani cercarono comunque di ispirarsi al jazz ed allo swing.
Alberto Rabagliati (1906-1974), che per alcuni anni visse negli USA, fu uno dei primi a rifarsi, in alcune sue interpretazioni, alla musica d'oltre oceano. Un esempio è il brano che segue, in cui è accompagnato dall'orchestra Angelini, un'orchestra che si ispirava molto alle Big Bands americane.



Come Rabagliati anche Natalino Otto (1912-1969) ebbe un'esperienza americana e rientrato in Italia fece dello swing la sua principale cifra stilistica, ma la sua “esterofilia” venne avversata dal regime fascista e l'EIAR, l'ente radiofonico di stato, non trasmetteva le sue canzoni. Fu anche costretto a cambiare i titoli di alcune canzoni: St. Louis Blues divenne Le tristezze di San LuigiMister Paganini, divenne Maestro Paganini, ecc.. Nel brano che segue è accompagnato dal complesso di Franco Mojoli altro musicista sempre legato al jazz.



Ernesto Bonino (1922-2008) iniziò la sua carriera nel 1941, in piena guerra, ed anch'egli si ispirò molto alla musica americana al punto da meritarsi l'appellativo di Mr. Swing. Nel brano che segue è possibile ascoltarlo ai suoi esordi, accompagnato dall'orchestra di Pippo Barzizza, che nulla aveva da invidiare alle Big Bands statunitensi.



Tornando ai giorni nostri anche Gino Paoli in tempi recenti si è avvicinato al jazz, con un album e una tournée con alcuni jazzisti italiani di cui ho già parlato in un precedente post. (qui)

Chiudo questo breve e, necessariamente incompleto, excursus con una curiosità relativa ad un altro famoso componente della scuola genovese Luigi Tenco (1938-1967), che prima di diventare famoso cantava e suonava jazz come sassofonista con lo pseudonimo di Gordon Cliff. Qui lo possiamo ascoltare in un'interpretazione del 1960 di Love is Here to Stay di Gershwin con l'arrangiamento di un certo John Revi (meglio noto come Giampiero Reverberi).

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