venerdì 30 dicembre 2011

Miles Davis a 20 anni dalla morte

Repost from Splinder (23 sept. 2011)


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A vent'anni dalla sua scomparsa penso che ormai si possa tranquillamente affermare che la seconda stagione di Miles, quella che va dal 1981 alla morte, sia stata decisamente inferiore alla prima e che, soprattutto, non abbia lasciato tracce indelebili paragonabili a quelle, numerose, della stagione anteriore alla malattia, che lo tenne lontano dalle scene dal 1975 al 1981. 
Penso a Birth of the Cool, ai quintetti con John Coltrane prima e con Wayne Shorter poi, a Kind of Blue, alle incisioni con l'orchestra di Gil Evans, a Nefertiti e a Bitches Brew, anche se appartenenti già alla svolta più "rockettara". Decine di capolavori assoluti che non possono mancare in una qualsiasi storia del jazz.

Miles Davis 2

Dell'immensa quantità di materiale pubblicato in quegli ultimi anni, invece, ben poco resterà nella storia del jazz, anche perché ormai Miles aveva rinnegato il termine "jazz" per la sua musica.

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Miles Davis nel 1991

Album di sucesso come You're Under ArrestDecoyTutù, pur essendo di elevato livello, non meritano certo un posto nel Pantheon del jazz, e difficilmente saranno oggetto di culto come alcuni di quelli sopra citati.
Kind of Blue del 1959, l'album di jazz più venduto in assoluto, per esempio, ha a tutt'oggi abbondantemente superato i 3 milioni di copie vendute e continua ad essere richiesto non solo dagli addetti ai lavori.
Ciò detto l'assoluta grandezza del personaggio e la straordinaria eterogeneità della sua musica non possono essere compresi se non con una visone "panorimica", magari aiutandosi con un testo fondamentale come quello di Richard Cook

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pubblicato nel 2005 e disponibile anche in italiano con il titolo "Miles Live e in Studio - Quattordici album fondamentali." (Il Saggiatore 2008)


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