Repost from Splinder (6 Jan. 2009)
Dieci anni dopo il famoso Birth of the Cool di cui ho già parlato nel post dedicato a Gerry Mulligan, Miles Davis realizza un altro album storico un caposaldo nella storia del jazz: Kind of Blue.
Ian Carr nel suo Miles Davis, una biografia critica (Arcana Editrice, 1982) scrive che quell'album «col tempo si sarebbe dimostrato il disco più importante nella storia del jazz». (p.137).
Affermazione forse un po' eccessiva, ma è fuor di dubbio che questo disco ha rappresentato uno dei vertici della creatività musicale di Davis ed un punto di svolta nelle storia del jazz, oltre ad essere tuttora uno dei dischi di jazz più venduti in assoluto.
Nel 1959 Davis era al culmine della popolarità; l'anno precedente aveva già realizzato alcuni album importanti dei quali ho già parlato in un paio di post lo scorso anno (qui) e (qui).
Dopo quegli album si pensava che la musica di Davis avesse ormai raggiunto i massimi vertici espressivi, ma anche questi vertici vennero superati da questo nuovo album, realizzato in due sessioni il 2 marzo e il 22 aprile, alla testa di un sestetto comprendente John Coltrane (sax t) Julian “Cannonball” Adderley (sax a), Bill Evans e Wynton Kelly, al piano, Paul Chambers (bs), Jimmy Cobb (brt). La presenza di due pianisti verrà spiegata in una successiva intervista da Jimmy Cobb: «Non era la prima volta che Miles si comportava così. Ogni tanto portava in studio due strumentisti per certe idee che aveva […] Per il blues voleva determinate cose e sapeva che Wynton era l'uomo giusto, per certa musica più delicata ne voleva altre e l'uomo giusto era Bill».
Questo album era la prosecuzione del nuovo cammino abbozzato con il precedente Milestones, che ora prendeva concretamente forma con l'improvvisazione modale, improvvisazione non basata sugli accordi di un tema (sistema tonale), ma su diversi tipi di scale o modi (da cui modale, appunto).
Nella prima sessione del 2 marzo vennero registrati i primi tre brani: So What, Freddie Freeloader e Blue in Green, il primo e il terzo con Evans al piano e il secondo con Kelly. Nell'ultimo brano non suona Cannonball.
La genesi di questa sessione fu particolare, Miles aveva portato in studio solo degli abbozzi di quello che ogni musicista doveva suonare per stimolarne la spontaneità e tutto venne registrato al primo tentativo.
Il 22 aprile vennero registrati gli altri due brani che completano l'album: Flamenco Sketches e All Blues, che, però questa volta non vennero registrati al primo tentativo, in quanto di entrambi i brani esistono due takes.
Ciò detto non resta che invitarvi a riprendere in mano ed a riascoltare quest'album (per chi già lo possiede) o correre ad acquistarlo (per chi ancora non ce l'ha) per gustarne a pieno la qualità. Più lo si ascolta e più se ne apprezza la bellezza.
Come assaggio vi propongo questo video, realizzato lo stesso anno, in cui viene proposto il brano più famoso dell'album. La formazione che lo esegue non è proprio la stessa, mancano Cannonball Adderley, quel giorno indisposto e Bill Evans sostituito da Wynton Kelly, ma l'atmosfera è la stessa. L'orchestra sullo sfondo è quella di Gil Evans, riunita per altre riprese.
Come assaggio vi propongo questo video, realizzato lo stesso anno, in cui viene proposto il brano più famoso dell'album. La formazione che lo esegue non è proprio la stessa, mancano Cannonball Adderley, quel giorno indisposto e Bill Evans sostituito da Wynton Kelly, ma l'atmosfera è la stessa. L'orchestra sullo sfondo è quella di Gil Evans, riunita per altre riprese.
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