Repost from Splinder (16 feb. 2009)
Solo adesso ho potuto ascoltare l'ultimo album di Gonzalo Rubalcaba: Avatar (Blue Note 2008) uscito la scorsa primavera. Quest'ultima fatica del pianista nato a Cuba nel 1963 e da quasi vent'anni attivo sulla scena jazzistica newyorkese ed internazionale, mi ha confermato nella valutazione estremamente positiva che già avevo di lui. Pertanto ho deciso di non limitare questa pagina alla presentazione del disco, bensì di arricchirla con altre annotazioni ed alcuni video per dare un'idea complessiva delle sue straordinarie qualità musicali.
Sentii parlare di Rubalcaba per la prima volta nell'estate del 1992, mentre mi trovavo negli Stati Uniti in visita ad una figlia che all'epoca viveva in Missouri. Da un amico del posto, appassionato di jazz, mi venne consigliato il CD Blessing (Blue Note 1991), primo album registrato in studio a nome del pianista, con Charlie Haden al basso e Jack DeJohnette alla batteria. Se due artisti di quel calibro avevano accettato di accompagnarlo non potevano esserci dubbi e così è stato.
In effetti l'elevata qualità della musica espressa, ricorda altri storici trio quali quelli guidati da Bill Evans, da Keith Jarrett, ecc., ed è frutto di un perfetto interplay fra tre grandi strumentisti. Un disco ancora oggi tutto da ascoltare in cui si evidenzia il pianismo sensibile ed appassionato intriso di sapori afro-cubani del giovane Rubalcaba.
Un assaggio della sua personalità esuberante e della sua tecnica straordinaria ce lo dà il video seguente, realizzato solo tre mesi dopo il disco, in Giappone al Fuji Jazz Festival nell'agosto del 1991, in cui duetta con un altro genio della tastiera Chick Corea. I due sono in grande spolvero e lo stimolo reciproco serve ad evidenziarne la creatività. All'inizio, almeno a giudicare dagli sguardi, il più preoccupato del confronto sembra Corea, poi il tutto evolve in maniera eccellente per concludersi in uno scoppiettante finale che trascina il pubblico all'entusiasmo.
Dopo questo brillante esordio Rubalcaba ha continuato ad incidere dischi, spesso con il suo mentore, Charlie Haden, e ad esibirsi in giro per il mondo. Il successivo video lo riprende quattro anni dopo durante un concerto in memoria di Tom Jobim in cui esegue il noto Agua da Beber accompagnato da Herbie Hancock alle testiere, Ron Carter al basso, Alex Acuna alle percussioni e Harvey Manson alla batteria.
Anche in questo caso è possibile apprezzare la straordinaria verve improvvisativa e l'eccellente tecnica del pianista, qui aiutato anche dalle sue radici latino-americane e la standing ovation finale è più che meritata.
Negli anni la sua collaborazione con la casa discografica Blue Note è stata molto prolifica e il nuovo disco Avatar è il tredicesimo inciso per quell'etichetta.
1. Looking in Retrospective
2. This is It
3. Aspiring to Normalcy
4. Peace
5. Hip Side
6. Infantil - (Dedicated to John McLaughlin)
7. Preludio Corto No. 2 For Piano (Tu Amor Era Falso)
4. Peace
5. Hip Side
6. Infantil - (Dedicated to John McLaughlin)
7. Preludio Corto No. 2 For Piano (Tu Amor Era Falso)
Questa volta Rubalcaba capeggia un quintetto composto da giovani musicisti emergenti, alcuni dei quali cubani o comunque di origine cubana, come il trombettista Mike Rodriguez, che aveva già suonato con lui in Land of the Sun di Charlie Haden o il sassofonista Yosvany Terry, anche autore di tre brani del disco. La ritmica invece è composta da due giovani statunitensi Matt Brewer al basso, lui pure autore di uno dei brani più interessanti Aspiring to Normalcy e dal promettente batterista Marcus Gilmore, che le bacchette le ha nel sangue, essendo nipote di Roy Haynes. A mio parere di questi due giovani sentiremo ancora parlare.
Dopo questo album Rubalcaba è stato reclutato da Richard Galliano per il suo ultimo disco Love Day (Los Angeles Sessions) (Milan 2008) in quartetto con l'amico di sempre Charlie Haden e il batterista e percussionista parigino Mino Cinelu noto per le sue collaborazioni con Miles Davis, con i Weather Report e con Pino Daniele.
Questo interessantissimo album è stato, a suo tempo, adeguatamente recensito nel blog MONDO JAZZ e su di esso non mi dilungo, ma per chiudere vi propongo un video realizzato nel corso della tournée europea per promuovere detto album. Nella formazione, rispetto al disco, manca Cinelu sostituito da Clarence Penn, ma la sostanza non cambia.
Buona visione!
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