giovedì 17 novembre 2011

Guido Manusardi: rarità folkore romeno

Repost from Slinder (5 jul. 2006)


Nei giorni scorsi curiosando su E-Bay mi sono imbattuto in un inserzionista ungherese che offriva, con base d'asta di 50 euro, un LP del Trio Manusardi "Impresii din Vacanta" (Holiday Impressions) edito in Romania nella "Seria Jazz" della Electrecord di Bucarest verso la metà degli anni '70. Un disco che una ventina d'anni fà, quando ero in servizio presso l'Ambasciata d'Italia a Bucarest avevo acquistato e che conservo fra i miei vecchi LP. Non si tratta però, come credevo quando l'acquistai, di uno degli album registrati in Romania dal pianista negli anni in cui ha vissuto e suonato in quel paese.
Il disco è quasi sicuramente l'edizione romena di WeekEnd's Jazz Impression (Oscar OS206) registrato a Milano fra il 1973 e il 1974 con Giorgio Azzolini al basso e Tullio DePiscopo alla batteria e con la presenza di Sergio Fanni in un solo brano. Ricavo i dati discografici da una discografia non disponendo del disco italiano, ma il numero dei brani e la fomazione coincidono ed anche due titoli, gli altri quattro nel primo sono in romeno, nel secondo in inglese e sembrerebbero differenti; ad es. Murmurul Izvoarelor (Il mormorio delle primavere) diventa in inglese Spanish Meeting, una bella differenza, così come Valea Oltului (la valle dell'Olt, fiume della Romania) diventa Mistic, oppure Prin Ceata (Nella Nebbia) diventa Collaboration, infine Tandarica scritto, con evidentissimi riferimenti al folklore romeno, dal bassista romeno Johnny Raducanu, su cui tornerò prossimamente, diventa Sad.La cosa curiosa è che nelle note di copertina dell'edizione romena viene scritto che Manusardi "fortemente impressionato dalla bellezza dei nostri paesaggi montani, evoca nelle sue composizioni il mormorio delle primavere, la valle dell'Olt, un sentiero nella nebbia, ecc. Inoltre come gesto d'amicizia per il bassista e compositore Johnny Raducanu, utilizza la sua composizione Tandarica mostrando il suo interesse per il folklore romeno."
Essendo questo interesse effettivo e testimoniato ancora oggi in alcuni suoi lavori, forse l'estensore delle note di copertina non si sbagliava e la diversità dei titoli nell'edizione italiana, senza riferimenti al folklore romeno fu dovuta a questioni commerciali, ma questo potrebbe dircelo solo Manusardi, nel caso improbabile che leggesse queste mie note.
Naturalmente questo incontro casuale mi ha indotto a riascoltare l'album, che non risentivo da molti anni, e l'ho trovato ancora fresco ed interessante. Veramente apprezzabile in Tandarica l'intervento al basso di Azzolini, che esegue la parte che normalmente era di Raducanu.

(continua)

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