Dopo una lunga parentesi riprendo là dove ero rimasto, ossia Manusardi e il folklore romeno.Il pianista, in quest'ultimo decennio è tornato sull'argomento con due albums molto interessanti: Village Fair del 1997 e Doina del 2000.Nel primo, nel quale si avvale della collaborazione di Paolo Fresu, di Gian Luigi Trovesi, di Furio Di Castri, di Roberto Gatto e di Roberto Rossi al trombone, troviamo molti riferimenti alla Romania ed al suo folklore già a partire dai titoli, come Ciobanasca (il cioban è il mantello di pecora tipico dei pastori romeni), o Banat Mood (il Banat è una regione storica della Romania) o ancora Balada (Ballata in romeno), così come negli spunti musicali che sono all'origine di Country Ballad, Gipsy Mood e The Fair, ecc.. Un, disco decisamente interessante, uno dei migliori del pianista, tutto da ascoltare, grazie anche all'apporto straordinario do Fresu e Trovesi.Nel 2000 con Doina l'esperimento viene ripetuto con un diverso organico comprendente ben 4 fiati, dei quali solo Roberto Rossi era presente anche nel precedente album. Gli altri sono F. Bosso alla tromba, G. Visibelli e G. Bombardieri ai saxes, L.Terzano al basso e M. Beggio alla batteria. Anche nei 10 brani contenuti nell'album gli spunti tratti da motivi popolari romeni sono numerosi. Si tratta anche in questo caso di un disco notevole che consiglio vivamente a chi ancora non lo conoscesse e «che non dimenticherete facilmente» come dice Marcello Piras nelle note di copertina.L'ascolto di questo album mi ha fatto ritornare in mente un vecchio LP della mia collezione, registrato a Bucarest, con musicisti romeni, ma pubblicato in Italia, ossia Piano Jazz del 1969 (DIRE Fo 335), in cui troviamo come brano d'apertura quel Doina che da il titolo al CD di cui sopra e che merita un discorso a parte da farsi nei prossimi giorni.
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