Pubblicato mercoledì 14 novembre 2007
Oggi propongo agli appassionati del genere quello che può essere considerato il primo "corto" di jazz (forse il primo corto musicale in assoluto) della storia.
Siamo nel 1929 agli albori del cinema sonoro, Duke Ellington comincia ad essere abbastanza famoso grazie ai suoi spettacoli al Cotton Club e ad alcune partecipazioni a spettacoli di Broadway. Il dinamico impresario Irving Mills, che lo aveva già introdotto al Cotton Club, riesce a convincere la neonata casa di produzione cinematografica, RKO Radio Pictures, presieduta da Joe Kennedy, il padre del futuro presidente degli USA, a realizzare qualcosa di innovativo, un film che presenti Duke Ellington e la sua musica.
Viene deciso di rappresentare la gestazione creativa, e la successiva messa in scena con drammatizzazione finale, di una recente composizione di Ellington e del suo trombettista Bubber Miley: Black and Tan Fantasy (1927).
Viene deciso di rappresentare la gestazione creativa, e la successiva messa in scena con drammatizzazione finale, di una recente composizione di Ellington e del suo trombettista Bubber Miley: Black and Tan Fantasy (1927).
In una pagina precedente (qui) avevo presentato il secondo corto di Ellington, quel Symphony in Black del 1935 con la partecipazione di una giovanissima Billie Holiday, in cui evidenziavo la mancanza dei soliti stereotipi sui negri. Vedendo questo video e le figure dei due facchini neri si capisce a cosa mi riferivo.
Ci troviamo di fronte ad uno dei primi filmati sonori e quindi la qualità lascia un pò a desiderare, ma quello che mi preme evidenziare è l'aspetto storico evocativo di testimonianze del genere, che sono all'origine della storia del jazz.
La regia del filmato è di Dudley Murphy, il quale si limita a riprendere frontalmente l'orchestra sul palco e ad usare qualche rudimentale effetto di moltiplicazione dell'immagine e di ombre sul muro nel finale. Che differenza da quel capolavoro di regia video che sarà Jammin' the Blues (qui), realizzato solo 15 anni dopo.
Tuttavia per essere il primo esperimento del genere può essere ancora visto con interesse anche perché la musica, vera protagonista, è immortale.
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