lunedì 28 novembre 2011

Billie Holiday: Strange Fruit


Pubblicato il 21 maggio 2007

Il mio interesse per il jazz è rivolto, più o meno, a tutte le sue forme, però l'utilizzo della voce come strumento primario mi appassiona particolarmente, com'è possibile constatare scorrendo le pagine di questo blog, e se vi è un artista che più d'ogni altro ha usato, consapevolmente, la voce come strumento questi è la grande Billie Holiday. Questa consapevolezza la espresse lei stessa già nel 1939 in un intervista rilasciata a Dave Dexter su "Down Beat":
«... io non penso di cantare. Mi sembra di suonare la tromba. Cerco di improvvisare come Les Young, come Louis Armstrong o qualche altro che ammiro. Detesto il canto puro. Devo cambiare il tono e adattarlo a me. Ecco quello che faccio».
Billie Holiday è stata, a mio avviso,  la prima vera grande cantante di jazz e rappresenta, ancora oggi, un punto di riferimento che a quasi mezzo secolo dalla sua scomparsa (avvenuta nel 1959 a soli 44 anni) non è stato ancora superato e forse nemmeno uguagliato e «... la sua voce singolarissima rimane uno dei monumenti più preziosi e inscalfibili al jazz, inteso nella sua essenza più profonda, luminosa». (L. Federighi, Cantare il Jazz, Laterza, 1986, p.69).
Il filmato che ho trovato, però, la presenta in veste più recitativa, da comedienne sofisticata (sempre citando Federighi), in una delle sue interpretazioni più famose e shoccanti: quello Strange Fruit, manifesto politico contro il linciaggio dei neri, rifiutato dala Columbia, che allora aveva Billie sotto contratto, e realizzato nel 1939 solo grazie al coraggio del patron della Commodore: Milt Gabler.

STRANGE FRUIT
(Musica e parole di Lewis Allan)

Southern trees bear a strange fruit
Blood on the leaves and blood at the root
Black body swinging in the southern breeze
Strange fruit hanging from the poplar trees
Pastoral scene of the gallant south
The bulging eyes and the twisted mouth
Scent of magnolia sweet and fresh
And the sudden smell of burning flesh!
Here is a fruit for the crows to pluck
For the rain to gather, for the wind to suck
For the sun to rot, for a tree to drop
Here is a strange and bitter crop.


Versione italiana mia
Gli alberi del Sud generano frutta strana
Sangue sulle foglie e sangue nelle radici
Un corpo nero oscilla nella brezza del Sud
Strana frutta pende dai pioppi
Scena pastorale nel Sud cortese
Gli occhi fuori dalle orbite e la bocca storta
Dolce e fresco profumo di magnolia
E all’improvviso odore di carne bruciata!
Ecco qui un frutto da far beccare ai corvi,
Da far impregnare di pioggia, da far spazzare via dal vento,
Da far marcire al sole, da far cadere dall’albero.
Ecco qui uno strano e amaro raccolto.



L'argomento, scabroso per l'epoca, non ne condizionò il successo e il brano rimase nel repertorio della Holiday fino alla fine della sua carriera.



Non sono riuscito a risalire all'epoca di questo filmato, ma si tratta, quasi certamente, degli ultimi anni della vita della cantante.
Nell'esecuzione di questo brano, negli anni, si sono, arditamente, cimentati decine di artisti, ma solo alcune di queste esecuzioni meritano di essere ricordate (fra quelle a me note):
Abbey Lincoln nell'album Abbey sings Billie vol.1 ci offre una sentita versione con un vigoroso assolo di batteria di Mark Johnson;
Carmen McRae in Lover Man ne dà una struggente versione accompagnata solo dalla chitarra di Mundell Lowe;
Nina Simone in Feeling Good si avventura in una esecuzione quasi fotocopia di quella del video appena visto;
Cassandra Wilson in New Moon Daughter cerca di modernizzarla con un sapiente uso della ritmica.
Particolare anche la versione di Sting accompagnato dall'orchestra di Gil Evans nello storico concerto a Umbria Jazz 1986.
Fra le versioni vocali, comunque, quella della Holiday del 1939 con l'ottetto del trombettista Frank Newton resta insuperata.
Concludo proponendo l'ascolto di una particolare versione, solo strumentale, eseguita nel 1941 da un trio composto da Sidney Bechet al sax soprano, Willie "the Lion" Smith al piano e Everett Barksdale alla chitarra.
Buon ascolto!

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