sabato 7 dicembre 2019

"The Second" (Irma Records 2019) il nuovo disco dei JAZZINCASE


Oggi segnaliamo il nuovo disco, gradevolissimo,  dei JAZZINCASE, uscito lo scorso 22 novembre su tutte le piattaforme digitali e i digital store.
Il brand "Jazz in valigia" nasce nel 2016 da una idea della cantante Kiki Orsi, artista dalla vocalità straordinaria con alle spalle numerose collaborazioni internazionali, da Luca Tommasoni, bassista di grande esperienza e da Claudio Trinoli alla batteria con passato sia nel Jazz che nel pop.

da sx a dx: Claudio, Kiki, Luca

Dopo l'esordio con Bonbon City (2018) questo secondo album dal titolo emblematico "The Second", ripropone un analogo schema stilistico che spazia dallo jazz al pop, dallo swing alla bossa, con risultati musicalmente pregevoli e di piacevole ascolto.
Questi son gli undici brani della tracklist : “The game”, “Beautiful like me (a paper doll)”, “Cover me”, “Missis Hyde”, “C’est un chat! (probable)”, “Cocaine”, “Every breath you take”, “Mr. Gorgeous (and Miss Curvaceous)”, “Sing it back”, “Slave to the rhythm”, “Sweet dreams”.
I primi cinque sono composizioni originali, mentre gli altri sei sono cover che spaziano dai Police a Eric Clapton, dagli Eurythmics  a Grace Jones, ecc..
Per avere un'idea  proponiamo questo video di uno dei brani originali




Alla realizzazione del disco hanno collaborato grandi musicisti come Toti Panzanelli (chitarra), Alessandro Deledda (piano e tastiere e arrangiamenti), Luca Scorziello (percussioni), Eric Daniel (sax), Massimo Guerra (tromba), Emanuele Giunti (piano), Giovanni Sannipoli (sax), Peter de Girolamo (piano, tastiere e arrangiamenti) e Nerio Papik Poggi produttore e arrangiatore. 
In sintesi un disco rilassante, piacevole all'ascolto, ideale come sottofondo per le serate in compagnia in questa stagione di feste.

domenica 1 dicembre 2019

Daniela Spalletta, orgoglio del jazz italiano nel mondo

Segnalo un interessante articolo del critico musicale Stefano Dentice.


La talentuosa cantante siciliana Daniela Spalletta seconda al “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition 2019”


Padronanza tecnica di rara fattura, invidiabile intonazione, impeccabile gestione e sostegno del diaframma, nonché un’elogiabile agilità di fraseggio. Queste caratteristiche artistiche corrispondono a un nome a un cognome: Daniela Spalletta. La brillante cantante sicula, musicista dall’inestimabile talento, si è distinta (anche) grazie a queste sue irrefutabili qualità al Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition, prestigiosissima competizione internazionale svoltasi (in occasione della finale) al New Jersey Performing Art Center di Newark, negli Stati Uniti, concorso in cui si è classificata al secondo posto di fronte a una giuria formata da alcuni fra i più blasonati artisti e addetti ai lavori del jazz mondiale come Dee Dee Bridgewater, Christian McBride, Jane Monheit, Monifa Brown e Matt Pierson. 


Tra oltre seicento cantanti giunte da tutto il mondo e circa 2500 brani condivisi sulla piattaforma del “Sarah Vaughan International Jazz Competition”, in seguito al superamento di svariati gradi di preselezione, che comprendevano inizialmente quaranta partecipanti e poi quindici, Daniela Spalletta si è piazzata fra le cinque finaliste del concorso e si è esibita in finale il 24 novembre. Come da tradizione della gara, le finaliste dovevano interpretare due brani a testa per poi (ri)calcare il palco nell’ultimo pezzo. La cantante siciliana ha dapprima eseguito Everybody’s Song but my own di Kenny Wheeler e Norma Winstone e Stella by starlight di Victor Young e Ned Washington, mentre il terzo brano consisteva in un vocalese, da lei autografato, sul solo di Pat Metheny in The road to you. Daniela Spalletta, che annovera collaborazioni di prestigio insieme a jazzisti del calibro di Seamus Blake, Israel Varela, Fabrizio Bosso, Max Ionata, Enrico Intra (solo per citarne alcuni), ha tenuto alta la bandiera dell’Italia proprio nella patria e nella culla del jazz per antonomasia come gli Stati Uniti. Una giovane e lucente stella del firmamento jazzistico nazionale ha brillato oltreoceano, inorgogliendo, così, tutti i jazzofili del Belpaese.
Stefano Dentice

lunedì 11 novembre 2019

Il nuovo disco di Martino Vercesi "New Thing" (Alessio Brocca edizioni 2019)


Questo nuovo disco del chitarrista milanese Martino Vercesi, che non conoscevo prima, è stato per me una piacevole sorpresa per più di un motivo.
Innanzi tutto, non avendo io una grande dimestichezza con la chitarra-jazz, strumento che non rientra fra quelli che ascolto più di frequente, sono rimasto affascinato dalle qualità di sensibile strumentista e di originale compositore (tutti i brani del disco sono opera sua) di Vercesi che, in questa sua fatica, è coadiuvato da alcuni eccellenti musicisti: Rudi Manzoli al sax tenore, Danilo Gallo al basso e Matteo Rebulla alla batteria.

Il quartetto ripreso in una recente esibizione al Bonaventura Music Club di Buccinasco (MI) (foto di Roberta Priolo)
Altro motivo si sorpresa è stato il titolo che, al primo impatto, per un vecchio fruitore di jazz può essere equivocato, infatti mi ha subito ricordato lo storico album del 1965 New Thing at Newport con John Coltrane ed Archie Shepp, con il timore che si trattasse di un revival del Free-jazz.
In realtà il titolo si riferisce ad una "nuova cosa" che è accaduta nella vita di Martino, l'arrivo di un figlio, che certamente ne ha scombussolato la vita, addolcendone anche la creatività.
I sei brani contenuti nel disco sono tutti godibili e spaziano dal Mainstream più classico a spunti più sofisticati con atmosfere post-bop, in cui il sax di Rudi Manzoli richiama suggestioni alla Stan Getz.
In conclusione un album tutto da ascoltare e riascoltare per goderne a pieno l'affiatamento e le eccellenti performances individuali dei quattro componenti del quartetto.
A conferma di quanto detto propongo in questo video uno dei brani che ho maggiormente apprezzato: Funciful Dream terza traccia del disco



lunedì 14 ottobre 2019

Francesco Mascio & Alberto La Neve: "I Thàlassa Mas" (Manitù Records 2019)



Il sassofonista cosentino Alberto La Neve, del quale in queste pagine abbiamo parlato spesso (qui), dopo aver realizzato alcuni eccellenti album da solo o con il solo accompagnamento vocale della cantante napoletana Fabiana Dota, ha affrontato, con questo album, una nuova esperienza discografica.
L'album con il chitarrista romano Francesco Mascio è il coronamento di una collaborazione che va avanti da diverso tempo in spettacoli dal vivo nei locali romani e non solo.


Anche Mascio ha alle spalle una lunga esperienza concertistica e la pubblicazione di diversi album a suo nome, con una spiccata propensione per  la World Music, l'ethno-jazz e la sperimentazione.
Il risultato di questo connubio è un suggestivo album dedicato al Mediterraneo - il titolo altro non è che il nome del mare in greco - che spazia fra le varie sonorità dei paesi rivieraschi dai Balcani al Nord Africa fino alla penisola iberica e alla Francia mediterranea.



L'album comprende 9 brani di cui due a firma di La Neve, 4 a firma di Mascio e uno scritto in collaborazione da Mascio e Babou Saho.
Il brano di apertura è un suggestivo richiamo alla nostra bellissima Pantelleria (Ben El Rhia era il nome dell'isola in arabo) che si può ascoltare in questo video promozionale.



Segue il brano che dà anche il titolo al disco, composto da La Neve, in cui il sax soprano dell'autore assume sonorità balcaniche, mentre la chitarra sembra trasformarsi in un bouzouki greco.
Con Cano ci trasferiamo in Africa con la voce e lo strumento tipico africano Kora di Jali Babou Saho che si uniscono ai due protagonisti, con il sotto fondo di Fabiana Dota.
In Soul in september si esce un po' dalle atmosfere mediterranee, il brano è stato composto da Mascio prima della nascita di questo progetto, e si torna ad atmosfere più jazzistiche.



La voce di Esharif Ali Mhagag, cantante di origine libica in Sognando un'altra riva, ci riporta sulle tribolate coste nordafricane. Questo eclettico artista ha già collaborato con Mascio in altri progetti.
Il vivace Vento da Est è caratterizzato da atmosfere più orientali come si può gustare in questo secondo video



Il successivo Holy Woods sempre composto da Mascio è più intimistico.
L'album si chiude con due brani dedicati all'Italia: Neglia i Luna (Nebbia di Luna) composto da La Neve è cantato in dialetto calabrese da Fabiana Dota; e Portrait d'Italie, scritto da Mascio, che chiude in bellezza questo proficuo incontro fra due musicisti che hanno trovato un amalgama artistico che auspichiamo non vada perduto.
In sintesi, come scrive nelle note di copertina Sonia Lippi, grazie a queste magiche atmosfere: Chiudendo gli occhi possiamo immergerci nella musica, nuotare fra le onde e riemergere rigenerati nel corpo e nello spirito.

lunedì 7 ottobre 2019

Oggi esce il nuovo disco di Francesco Mascio e Alberto La Neve "I Thàlassa Mas" (Manitù Records)



Dato alle stampe lunedì 7 ottobre 2019, disponibile in copia fisica e sulle principali piattaforme digitali, I Thàlassa Mas è il nuovo disco del chitarrista Francesco Mascio e del sassofonista Alberto La Neve (sax soprano), nel quale figurano in qualità di ospiti Fabiana Dota (voce in Cano e Neglia e Luna), Jali Babou Saho (voce e kora in Cano) ed Esharef Alì Mhagag (voce in Sognando un’altra Riva). Prodotto dall’etichetta indipendente Manitù Records, insieme alla label Concertone, I Thàlassa Mas è un album concepito nel segno della world music e colmo di colorazioni ethno jazz, in cui ammantanti e riscaldanti sonorità mediterranee  rappresentano l’elemento caratterizzante di questo progetto discografico. La tracklist consta di nove brani originali frutto della magmatica materia grigia di Mascio, eccezion fatta per I Thàlassa Mas (seconda traccia del CD) e Neglia e Luna scaturito dall’ispirazione compositiva di Alberto La Neve, mentre Cano è scritto a quattro mani da Francesco Mascio e Jali Babou Saho. I Thàlassa Mas è un disco dallo spirito fortemente aggregante, pregno di pathos e sensibilità comunicativa. Un album che invita alla riflessione, ricco di suoni e colori che evocano le bellezze struggenti del Mediterraneo, quasi come fosse una sorta di ode dedicata a questo estasiante mare intercontinentale. 

martedì 20 agosto 2019

Dal 1° all’8 settembre la VI edizione del Francavilla è Jazz con musicisti di caratura internazionale


Otto giorni consecutivi a suon di jazz a Francavilla Fontana

La spasmodica attesa per la sesta edizione del Francavilla è Jazz cresce sempre più. Questo evento, che ogni anno si contraddistingue per un livello musicale eccellente, presenta alcune novità sostanziali rispetto alle precedenti edizioni. Infatti, per il festival di quest’anno, l’intento dell’infaticabile direttore artistico Alfredo Iaia, insieme al Comune di Francavilla Fontana, è quello di diffondere il jazz per le vie del centro francavillese, segnatamente  Corso Umberto, coinvolgendo gli esercenti che hanno sposato appieno questa brillante idea di valorizzare maggiormente il cuore pulsante della città. Sei degli otto concerti in programma (tutti previsti per le ore 21:00) si terranno per l’appunto in Corso Umberto, di cui cinque in alcuni locali (all’aperto), anche in modo tale da instaurare un contatto più diretto fra gli artisti e il pubblico, mentre il sesto degli otto, che si svolgerà in questa circostanza sul palco principale, vedrà come cornice sempre Corso Umberto, ma con lo sfondo dell’incantevole Castello Imperiali. Il 1° settembre Parmegiani-Bianchi-Cappucci Trio – “La Torre Equilatera” aprirà le danze al .97. Questa formazione, composta da Alberto Parmegiani (chitarra), Alessandro Bianchi (sax) e Daniele Cappucci (contrabbasso), proporrà un repertorio di brani appartenenti alla tradizione jazzistica, riarrangiati con un sound moderno e personale, oltre a composizioni originali inedite. Il 2 settembre sarà la volta del My Precious Tree a La ‘Ncartata, trio formato da Claudio Filippini (piano e piano elettrico), Francesco Poeti (chitarra-basso) e Fabio Accardi (batteria), gruppo orientato in direzione contemporary jazz, con influenze funk e rock, diretto dal batterista pugliese, autore di suoi brani e arrangiatore di alcune cover. Diane Peters Trio – “Blue Immersion” sarà impegnato il 3 settembre presso il Bar del Corso. Diane Peters (voce e arpa), Pierluigi Balducci (basso) ed Enzo Carpentieri (batteria) eseguiranno i brani contenuti in Blue Immersion, progetto dell’eclettica musicista australiana nel quale figurano sue composizioni a metà fra jazz sperimentale e musica etnica. Il 4 settembre, al 300 Gradi Gourmet, toccherà al Soul Faces 4et, con Vincenzo Baldassarre (voce), Fabio Rogoli (synth e piano), Giancarlo Martino (basso) e Cristian Martina (batteria). Intramontabili pezzi di Ray Charles, Marvin Gaye, Prince e D’Angelo, rivisitati in chiave moderna, costituiscono l’ossatura del repertorio. Il 5 settembre, al Bar Chopin, “N” Jazz Trio – “Redemption” con Eugenio Macchia (piano), Camillo Pace (contrabbasso) e Marcello Nisi (batteria). Progetto ideato dal batterista tarantino, è improntato su alcuni capolavori di Herbie Hancock e Mulgrew Miller, reinterpretati ad hoc, unitamente a composizioni originali. Il 6 settembre, Michael Rosen Italian Quartet, line-up formata da Michael Rosen (sax tenore), Domenico Sanna (pianoforte), Luca Bulgarelli (contrabbasso) e Marcello Di Leonardo (batteria). Il quartetto, diretto dallo straordinario sassofonista statunitense, suonerà brani originali di Rosen tratti dal suo album Sweet 17, ma anche standard riletti di Parker e Jobim, per un concerto emozionalmente coinvolgente. Il 7 settembre sarà Largo San Marco (storica location del festival) ad ospitare Giovanni Amato Quartet feat. Max Ionata, formazione costituita da Giovanni Amato (tromba), Pietro Lussu (pianoforte), Vincenzo Florio (contrabbasso), Pasquale Fiore (batteria) e dall’ospite Max Ionata (sax tenore). Questo ensemble guidato da Amato, uno fra i migliori trombettisti jazz italiani degli ultimi 25 anni, presenterà famosi standard da lui rielaborati e sue composizioni originali, da ascoltare in un live, intriso di swing, che promette spettacolo, anche grazie alla presenza di uno tra i sassofonisti italiani più apprezzati in ambito internazionale come Ionata. Il sipario calerà l’8 settembre, ancora in Largo San Marco, con Chiara Civello – “Eclipse”, accompagnata da due luminosi talenti come Seby Burgio (pianoforte e tastiere) e Federico Scettri (batteria). Chiara Civello, che oltre a cantare suonerà chitarra e pianoforte, presenterà Eclipse, sua creatura discografica incentrata su composizioni originali da lei firmate, nonché cover reinterpretate. Questo album è frutto di una fascinosa commistione imperniata su un pop italiano assai raffinato e musica brasiliana. Lei, con la sua voce leggiadra e con la sua affascinante grazia interpretativa, è sempre capace di attirare l’attenzione del pubblico. Come per tutte le edizioni, anche il ricco carnet del Francavilla è Jazz 2019 propone un’eccelsa qualità artistica, oltre alla consueta valorizzazione dei suggestivi ed eleganti scorci del centro storico francavillese, tratti distintivi di questa prestigiosa kermesse. Tutto ciò per merito delle scelte azzeccate da parte del direttore artistico Alfredo Iaia, del Comune di Francavilla Fontana interessato a promuovere la cultura, degli sponsor privati pronti a fornire il loro fondamentale contributo, così come degli esercizi commerciali, che specialmente per questa edizione hanno creduto fortemente in Francavilla è Jazz e nell’arte.

martedì 11 giugno 2019

Alberto La Neve: Night Windows (Manitù Records 2019)


Lo scorso week-end ho finalmente ascoltato questo nuovo CD di Alberto La Neve, uscito il primo di giugno, come segnalato nel post precedente.
Questo terzo lavoro del sassofonista di Cosenza conferma i lusinghieri risultati conseguiti con NEMESI del 2016 (qui) e LIDENBROCK, con Fabiana Dota, del 2017 (qui).
Questo nuovo disco, che potremmo definire un "concept album", si ispira all'opera pittorica di Edward Hopper, uno dei più noti artisti statunitensi del XX secolo. Infatti gli otto brani, tutti originali, prendono il titolo da altrettante opere del pittore, dalle quali il sassofonista ha tratto ispirazione per le sue composizioni, create con il solo sassofono con l'ausilio di loop machine e multi effetti.


Il risultato è decisamente suggestivo, arricchito, nel brano Room in Brooklyn, dalla particolare vocalità di Fabiana Dota, che si inserisce nel fluire del brano come uno strumento in più.


 Edward Hopper: Room in Broolyn (1932) Museum of Fine Arts Boston

Il brano che da il titolo all'album ricorda un quadro, parzialmente riportato anche nella copertina, che è emblematico dell'opera del pittore e sta a rappresentare "l'essenza dell'intero album" come dichiarato nelle note di copertina "Finestre Notturne come anime di edifici dalle quali poter osservare ogni interno da un esterno e ogni esterno da un interno."


Edward Hopper: Night Windows (1928) MoMA New York

Un altro brano che mi ha particolarmente impressionato è Nighthawks, ispirato dall'omonimo quadro, noto anche come i Nottambuli, in cui La Neve sfodera tutta la sua abilità di strumentista e, ad un certo punto, crea un'atmosfera sonora che dà l'impressione di stare ascoltando la sessione sassofoni di una big band.

Edward Hopper: Nighthaks (1942) Art Institute of Chicago

In sintesi non posso che complimentarmi con questo artista che ancora una volta ha centrato pienamente l'obiettivo, confermando i miei precedenti giudizi sulla sua creatività, capace di creare un antidoto alla banalità della musica che oggi va per la maggiore.
Concludo proponendo l'ascolto del video promozionale di uno dei brani contenuti nel disco.







sabato 1 giugno 2019

Oggi esce “Night Windows”, il nuovo disco di Alberto La Neve

Dopo gli ottimi "NEMESI" del 2016 (qui) e "LIDENBROCK" con Fabiana Dota del 2017 (qui) il sassofonista Alberto La Neve si cimenta in una nuova avventura artistica.
Di seguito il comunicato stampa:
"Uscito ufficialmente sabato 1 giugno 2019, disponibile in copia fisica e sulle più famose piattaforme digitali, Night Windows è il nuovo album del sassofonista e compositore Alberto La Neve. Pubblicato dall’etichetta indipendente Manitù Records, è un disco decisamente orientato verso una direzione sperimentale, molto distante da una catalogazione solistica precisa e ben definita.  Night Windows  trae ispirazione da alcune opere pittoriche di Edward Hopper, artista statunitense del Novecento noto in particolar modo per i suoi ritratti della solitudine nella vita americana contemporanea. Questo CD comprende otto brani originali figli dell’eruttivo cerebro di La Neve, in cui lui è alle prese con sax soprano (in Night Windows, quinta traccia, e in  Chop Suey) e sax tenore. Nel terzo brano, intitolato  Room in Brooklyn, il sassofonista si avvale della collaborazione di Fabiana Dota (voce), che figura come ospite in questo progetto discografico. L’elettronica, invece, che Alberto La Neve  utilizza parcamente, rappresenta un valore aggiunto.  Night Windows è un album incardinato su una profonda ricerca introspettiva, nel quale il musicista calabrese dipinge parabole sonore  fluttuanti, eteree.  Ma sopratutto un disco denso di spirito descrittivo, volto a manifestare le sensazioni interiori di La Neve attraverso le sue note". (Stefano Dentice)
Nel video seguente un assaggio di cosa di può trovare nel disco.