martedì 24 marzo 2020

Oggi esce ufficialmente il nuovo disco CALANDRA firmato Amanita (Manitù 2020)



Oggi esce il nuovo disco CALANDRA firmato Amanita (Manitù 2020). Di seguito il comunicato stampa:


"Uscito ufficialmente martedì 24 marzo 2020, disponibile in copia fisica e sulle più importanti piattaforme digitali, Calandra è il nuovo album firmato Amanita, intraprendente trio costituito da Raul Gagliardi (chitarra), Carlo Cimino (contrabbasso e basso, tastiere in Metrò e Wriland) e Maurizio Mirabelli (batteria). Licenziato dall’etichetta indipendente Manitù Records, Calandra è un disco di chiara impronta contemporary jazz, ornato da calde colorazioni mediterranee e venature rockeggianti. La tracklist prevede otto brani, di cui sette composizioni originali scaturite dalla fervida creatività di Gagliardi e Message in a Bottle autografata da Sting. Calandra è un album che brilla in particolar modo per la elogiabile ricerca di una personale identità stilistica e comunicativa, volta a un’immediata riconoscibilità, corroborata da preziosismi armonici e architetture ritmiche estremamente interessanti."

Di seguito il link per acquistare la versione digitale:

venerdì 20 marzo 2020

SUGARPIE and the CANDYMEN: SWEET CLASSICS (Irma La Douce 2019)


In tempo di coronavirus cosa c'è di meglio per allietare le lunghe giornate casalinghe, pervase di noia e immobilità, che un disco brillante, allegro pieno di verve e di swing.
Io in questi giorni ho risolto con l'ultima fatica dei Sugarpie and the Candymen: Sweet Classics (Irma Records 2019). 


I Sugarpie and the Candymen sono un gruppo di jazz italiano nato nel 2008 con al suo attivo ben sei album e con uno spiccato senso per il ritmo che fonde lo swing con il jazz elettrico, particolarmente nel precedente "Cotton Candy Club" del 2017 e nel presente "Sweet Classics".



Il gruppo è formato da una vocalist (Sugapie): Lara Ferrari dal 2016, in precedenza Georgia Ciavatta, e un compatto nucleo di musicisti (The Candymen): Jacopo Delfini, Renato Podestà, Roberto Lupo ai quali di volta in volta si aggiungono altri; in questo caso Claudio Ottaviano al double-bass e Mauro Negri al clarinetto, sax tenore, piano.
I 14 brani contenuti in questo album sono tutti grandi classici e spaziano da Irving Berlin a Cole Porter , da Duke Ellington a Benny Goodman ecc., tutti interpretati con grande feeling.


Una menzione particolare merita la splendida voce dell'affascinante Lara Ferrari che qui potete ascoltare nel brano che apre questo disco:



Per concludere un disco che infonde serenità e allegria e ti ricarica di energia. Da non perdere.

lunedì 3 febbraio 2020

"MeVsMyself - Mictlàn" (Panidea 2019)


Da diverse settimane tenevo nel cassetto questo disco, che ad un primo rapido ascolto mi aveva lasciato un po' perplesso, soprattutto per la lontananza e dissonanza con i dischi che di solito vengono presentati in questa pagina.
Infine il mio interesse per il jazz vocale e la voce come strumento in generale ha prevalso e ho deciso di affrontare questo progetto di voce-solo del cantante milanese Giorgio Pinardi, in arte MeVsMyself.  



In questo progetto di ricerca etnico-sperimentale dall'esotico nome Mictlàn, tratto dalla mitologia azteca, vengono rievocate forme musicali che spaziano dai canti dei pastori della Mongolia alle vocalità africane, mescolate a melodie e fraseggi tipici dall'India fino alla penisola balcanica, in cui il vocalist si cimenta in una spericolata, quasi diabolica, esibizione di abilità vocale, sulla scia di grandi predecessori quali Bobby McFerrin, Demetrio Stratos ecc.. 



Tutto questo è reso possibile da una serie di improvvisazioni in centinaia di tracce registrate e mixate con grande maestria.
Lasciamo la parola all'artista:
Ogni suono contenuto nel disco è sempre derivante dalla mia Voce che si fa strumento ritmico, armonico e melodico seguendo percorsi e soluzioni frutto di un lavoro di ricerca molto accurato e tuttora in corso (da diversi anni). Faccio ricorso a tecniche tra le più varie quali registro di rischio, throat singing, canto armónico, yodel, etc. ogni volta lasciandomi ispirare da vocalità da tutto il mondo ma rielaborate secondo una visione personale che vede nel loop l'elemento di composizione primario.
Un disco particolare, per palati fini, disposti ad immergersi in atmosfere oniriche e a ripercorre il cammino dell'artista.
Di seguito alcuni link per approfondire:

venerdì 31 gennaio 2020

"Foolish Little Dreams" del chitarrista Renato Podestà (Irma Records 2020)


Apriamo questo 2020 con il primo disco come leader del chitarrista piacentino Renato Podestà, che il prossimo 7 agosto compirà 40 anni, con alle spalle una lunga carriera e ben sei album registrati come membro di uno dei migliori gruppi di jazz-swing italiani: Sugarpie and the Candymen.
Questo nuovo album è stato invece realizzato in trio con Gianluca Di Ienno all'organo e Roberto Lupo (altro membro dei Sugarpie) alla batteria, un sodalizio consolidato da anni di collaborazione e di concerti.


   da sx a dx: Gianluca, Renato, Roberto

Il progetto discografico è nato da un lungo viaggio negli States, durante il quale è stato assorbito sia il sapore della tradizione di New Orleans, sia il clima contemporaneo della scena newyorkese, che hanno influenzato, con grande equilibrio, le scelte per il repertorio e gli arrangiamenti.


Il programma comprende otto brani, che possiamo suddividere  in tre settori: un primo di cinque tracce, dedicato ai grandi songwriters americani, che spazia da George Gershwin, a Billy Strayhorn, da Oliver Nelson a Bill Evans; un secondo con due brani originali: Bolero di composto da Podestà e Heartbeat Sweet composto da Di Iello ed infine una traccia "live"  in duo, in cui Podestà  dialoga con un altro chitarrista jazz Sandro Gibellini: Exactly Like You, tratta  da un vecchio concerto del 2017, un omaggio a un suo insegnante. 
La traccia che apre il programma, è un classico del 1930, Happy Feet lanciato dall'orchestra di Paul Whiteman con Bing Crosby e qui ripreso con swingante brio, che ricrea l'atmosfera sincopata di quegli anni. Un piccolo assaggio in questo breve video tratto da un concerto di presentazione del disco.


La seconda traccia ci porta nel 1957 con Five di Bill Evans tratta dall'album New Jazz Conceptions, brano che permette di evidenziare la perfetta sintonia fra organo e chitarra.
Segue Blood Count del 1967, il testamento musicale di Billy Strayhorn immortalato da Ellington nello splendido LP ...and his mother called him Bill. Il brano viene riletto con grande sensibilità dal trio per nulla intimoriti dal confronto con il pianoforte di Ellington e il sax di Johnny Hodges. Di seguito un altro breve assaggio del brano tratto dal solito concerto.


Con il brano successivo: Fashinating Rhythm di Gershwin, portato al successo negli anni venti da Fred Astaire, il clima di quegli anni viene rievocato e modernizzato con brillantezza stilistica. 
Chiude il primo blocco un'altra pietra miliare della storia del jazz: Butch and Butch di Oliver Nelson tratto da un album storico del 1961 The Blues and the Abtract Truth, che annoverava fra i protagonisti artisti del calibro di Eric Dolphy, Bill Evans, Freddie Hubbard, Paul Chambers, Roy Hynes, un'ensemble da far tremare i polsi. Anche in questo caso, il brano viene affrontato senza timori reverenziali, con lo spirito giusto, offrendoci una rilettura  in cui chitarra e organo si amalgamano riuscendo a coprire l'intero arco strumentale.  Notevole l'assolo del batterista.
Il disco prosegue con le due composizioni originali: il melanconico Bolero di Podestà e il più spumeggiante Heartbeat Sweet di Di Ienno.

Con l'ultimo brano eseguito in duo con Sandro Gibellini si torna ad un classico degli anni trenta: Exactly Like You che gli appassionati ricorderanno in almeno altre due esecuzioni storiche, sempre in duo: Django Reinhardt & Stephane Grappelli del 1937 e Count Basie e Oscar Peterson del 1988.


Il maestro e l'allievo

In questa rilettura le due chitarre dialogano con grande sintonia, rievocando con maestria ed eleganza le atmosfere di quegli anni. 
Non ci resta che complimentarci con Renato Podestà per aver realizzato, con il determinante contributo dei suoi partners, un disco gradevolissimo, tutto da godere, anche per chi non mastica Jazz.
Chiudiamo proponendo il video trailer del disco, per avere un'idea del genere di musica proposta.
Buon ascolto.


sabato 7 dicembre 2019

"The Second" (Irma Records 2019) il nuovo disco dei JAZZINCASE


Oggi segnaliamo il nuovo disco, gradevolissimo,  dei JAZZINCASE, uscito lo scorso 22 novembre su tutte le piattaforme digitali e i digital store.
Il brand "Jazz in valigia" nasce nel 2016 da una idea della cantante Kiki Orsi, artista dalla vocalità straordinaria con alle spalle numerose collaborazioni internazionali, da Luca Tommasoni, bassista di grande esperienza e da Claudio Trinoli alla batteria con passato sia nel Jazz che nel pop.

da sx a dx: Claudio, Kiki, Luca

Dopo l'esordio con Bonbon City (2018) questo secondo album dal titolo emblematico "The Second", ripropone un analogo schema stilistico che spazia dallo jazz al pop, dallo swing alla bossa, con risultati musicalmente pregevoli e di piacevole ascolto.
Questi son gli undici brani della tracklist : “The game”, “Beautiful like me (a paper doll)”, “Cover me”, “Missis Hyde”, “C’est un chat! (probable)”, “Cocaine”, “Every breath you take”, “Mr. Gorgeous (and Miss Curvaceous)”, “Sing it back”, “Slave to the rhythm”, “Sweet dreams”.
I primi cinque sono composizioni originali, mentre gli altri sei sono cover che spaziano dai Police a Eric Clapton, dagli Eurythmics  a Grace Jones, ecc..
Per avere un'idea  proponiamo questo video di uno dei brani originali




Alla realizzazione del disco hanno collaborato grandi musicisti come Toti Panzanelli (chitarra), Alessandro Deledda (piano e tastiere e arrangiamenti), Luca Scorziello (percussioni), Eric Daniel (sax), Massimo Guerra (tromba), Emanuele Giunti (piano), Giovanni Sannipoli (sax), Peter de Girolamo (piano, tastiere e arrangiamenti) e Nerio Papik Poggi produttore e arrangiatore. 
In sintesi un disco rilassante, piacevole all'ascolto, ideale come sottofondo per le serate in compagnia in questa stagione di feste.

domenica 1 dicembre 2019

Daniela Spalletta, orgoglio del jazz italiano nel mondo

Segnalo un interessante articolo del critico musicale Stefano Dentice.


La talentuosa cantante siciliana Daniela Spalletta seconda al “Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition 2019”


Padronanza tecnica di rara fattura, invidiabile intonazione, impeccabile gestione e sostegno del diaframma, nonché un’elogiabile agilità di fraseggio. Queste caratteristiche artistiche corrispondono a un nome a un cognome: Daniela Spalletta. La brillante cantante sicula, musicista dall’inestimabile talento, si è distinta (anche) grazie a queste sue irrefutabili qualità al Sarah Vaughan International Jazz Vocal Competition, prestigiosissima competizione internazionale svoltasi (in occasione della finale) al New Jersey Performing Art Center di Newark, negli Stati Uniti, concorso in cui si è classificata al secondo posto di fronte a una giuria formata da alcuni fra i più blasonati artisti e addetti ai lavori del jazz mondiale come Dee Dee Bridgewater, Christian McBride, Jane Monheit, Monifa Brown e Matt Pierson. 


Tra oltre seicento cantanti giunte da tutto il mondo e circa 2500 brani condivisi sulla piattaforma del “Sarah Vaughan International Jazz Competition”, in seguito al superamento di svariati gradi di preselezione, che comprendevano inizialmente quaranta partecipanti e poi quindici, Daniela Spalletta si è piazzata fra le cinque finaliste del concorso e si è esibita in finale il 24 novembre. Come da tradizione della gara, le finaliste dovevano interpretare due brani a testa per poi (ri)calcare il palco nell’ultimo pezzo. La cantante siciliana ha dapprima eseguito Everybody’s Song but my own di Kenny Wheeler e Norma Winstone e Stella by starlight di Victor Young e Ned Washington, mentre il terzo brano consisteva in un vocalese, da lei autografato, sul solo di Pat Metheny in The road to you. Daniela Spalletta, che annovera collaborazioni di prestigio insieme a jazzisti del calibro di Seamus Blake, Israel Varela, Fabrizio Bosso, Max Ionata, Enrico Intra (solo per citarne alcuni), ha tenuto alta la bandiera dell’Italia proprio nella patria e nella culla del jazz per antonomasia come gli Stati Uniti. Una giovane e lucente stella del firmamento jazzistico nazionale ha brillato oltreoceano, inorgogliendo, così, tutti i jazzofili del Belpaese.
Stefano Dentice

lunedì 11 novembre 2019

Il nuovo disco di Martino Vercesi "New Thing" (Alessio Brocca edizioni 2019)


Questo nuovo disco del chitarrista milanese Martino Vercesi, che non conoscevo prima, è stato per me una piacevole sorpresa per più di un motivo.
Innanzi tutto, non avendo io una grande dimestichezza con la chitarra-jazz, strumento che non rientra fra quelli che ascolto più di frequente, sono rimasto affascinato dalle qualità di sensibile strumentista e di originale compositore (tutti i brani del disco sono opera sua) di Vercesi che, in questa sua fatica, è coadiuvato da alcuni eccellenti musicisti: Rudi Manzoli al sax tenore, Danilo Gallo al basso e Matteo Rebulla alla batteria.

Il quartetto ripreso in una recente esibizione al Bonaventura Music Club di Buccinasco (MI) (foto di Roberta Priolo)
Altro motivo si sorpresa è stato il titolo che, al primo impatto, per un vecchio fruitore di jazz può essere equivocato, infatti mi ha subito ricordato lo storico album del 1965 New Thing at Newport con John Coltrane ed Archie Shepp, con il timore che si trattasse di un revival del Free-jazz.
In realtà il titolo si riferisce ad una "nuova cosa" che è accaduta nella vita di Martino, l'arrivo di un figlio, che certamente ne ha scombussolato la vita, addolcendone anche la creatività.
I sei brani contenuti nel disco sono tutti godibili e spaziano dal Mainstream più classico a spunti più sofisticati con atmosfere post-bop, in cui il sax di Rudi Manzoli richiama suggestioni alla Stan Getz.
In conclusione un album tutto da ascoltare e riascoltare per goderne a pieno l'affiatamento e le eccellenti performances individuali dei quattro componenti del quartetto.
A conferma di quanto detto propongo in questo video uno dei brani che ho maggiormente apprezzato: Funciful Dream terza traccia del disco